domenica, novembre 30, 2008
i testimoni
Era da quando le era morto il marito che si era scoperta niente. Come se l’odore di un uomo intorno a sé avesse negli anni coperto, sino a divorarla, la sua essenza. Si era aggrappata al dolore della perdita per darsi dei confini con cui avrebbe sperato finire i suoi giorni, senza troppo pensarci. Tutti gli anni passati a vivere il silenzio indecifrabile di un uomo, avevano assunto in lei una filosofia piena di significato. Tutto il non detto che nel tempo era divenuto la propria infelicità era adesso un aver detto troppo, tanto, tutto. E il pensiero la soddisfaceva. Come se fosse l’unica detentrice di un non comunicabile da comunicare attraverso ammiccamenti segreti a chi ancora sapeva guardarla. Improvvisamente, però, la solitudine colorò di vecchiaia la sua età. Di botto e repentinamente si ritrovò ferma e senza più futuro. Come se per lei era riservata una piccola postazione di sosta e basta. Spesso pensava che l’unica cosa che poteva ancora assaporare era il sacro che si celava nella campagna, negli alberi e nelle piante, nei bambini. E questo era un percorso inconsapevole e naturale. Come se l’istinto ancora vivo la portasse, contro ogni ragionevole intendimento, ad apprezzare il molesto e prepotente vizio del mondo a continuare a vivere nonostante la caducità delle proprie stagioni storiche. Ma sotto questo andante passeggiare tra attimi di pomeriggi al tramonto, vi era qualcosa che urlava di rabbia. Una rabbia inusitata e razionalmente inspiegabile che, come l’acqua che riesce ad arrivare al mare scorrendo pur incontrando resistenze ed ostacoli, così essa arrivava a destinazione quasi a sua sorpresa. Colpiva i testimoni vicini e attorno alla sua vicenda, feriva “quelli” che avevano seguito il racconto loro malgrado e che, con la loro presenza, potevano mettere in dubbio l’attuale regia. Testimoni inconsapevoli di una minaccia sotteranea ed insieme di un senso di colpa. A loro era riservata una gelosia di vita, che rappresentava l’unica traccia di ancora una possibilità d’amore. Ancòra un’emozione ribelle, àncora mal direzionata di un lutto.
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20 commenti:
(:))
(;))
Non so perché, ma mi viene in mente questa: "si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale, per vedere se la gente poi piange davvero..."
libera associazione! niente male!
sì!
e poi quella cosa delle bestie feroci.
eh la natura ... com'è bella!
questi disegni, diciamo così, sembrano realizzati da un'artista appartenente a un noto movimento politico, 'spetta, non mi viene.
:) <---
----> :P
... mi verrebbero in mente delle cose da scrivere a mo' di commento
ma credo sia meglio ascoltare la musica... in silenziosilenziosamentesilenziosamentre... bela lugosi è poi morto davvero?
così dicono!
(senti Anonimo quasi veneziano, ma te la ricordi 'sta canzone? la sentivi tu?)
°__°
°__°
un doppio danilo!
(mica è semplice cercare di definire un personaggio femminile, eh ... dovrei cercare di informarmi meglio su tutti i clichet disponibili sulla piazza forse ... ma io scrivo per "rigurgiti di esressioni" e se non piace pazienza, mi spiace, ma pazienza)
:@)
... la sentivo e la balla vo e la mangiavo...
Più che di morte, mi sembra di vedere qualche scorcio di come diventa la vita dopo i 30 anni d'età.
Ma si tratta comunque di "una" (e soltanto una) delle due (o più) facce della medaglia...
volevo dire una cosa ...
ma la scrivo domani mattina, è meglio
però ce l'ho
(speriamo forse ehm... no è vero ce l'ho da dire scrivere)
graz!
Ci sono tante facce sì ... non so neanche io quante ...
Cerco di acchiappare qualcosa del femminile pensando un po' a tutte le età ... anche quella pensionabile, alle settantenni per dire ... è chiaro che oggi si dice, ci si sente già vecchi a 32 ... il che è incredibile, è da matti!
ma ... vorrei tanto riuscire a saper dire di qualcosa che mi sfugge della natura femminile. Io credo che la natura femminile sia quella più compromessa. Da sempre più influenzata manipolata repressa... per cui credo che come natura sia quella più persa, meno forte, direi in via d'estinzione. Io credo questo contro ogni apologia recente sulla natura delle donne. E allora in maniera maldestra cerco di catturarla nei giochi sottili e inconsapevoli che la natura femminile può mettere in atto. Che poi risulti triste è un fatto secondario per me.
Posso immaginare un indiano d'america felice di vivere in una riserva, perchè no! E perchè no, posso immaginarlo anche triste!
E' una ricerca molto interessante (e, io credo, estremamente importante).
Quando avrò un po' di tempo in più, mi piacerebbe approfondire la discussione.
E magari (se vuoi) ti farò leggere qualcosa di mio che risale a qualche anno fa e che (come intenti di base) non è molto lontano rispetto a quello che hai scritto nel tuo ultimo commento.
Ciao!
Che piacere! Sì sì!
grazie!
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