mercoledì, dicembre 31, 2008

buon fine anno

... stamani ho letto questa frase di Martin Luther King e me la sono dedicata per questa festa di fine anno e la rendo nota agli avventori di questo sito, augurando loro uno straordinario e radioso futuro!

"Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano."

Buona fortuna a tutti!

mercoledì, dicembre 17, 2008

punto vapore



Ed ecco fatto. E dondoliamoci
...
da soli
...
come a ricordare quando qualcuno lo faceva per noi perchè si era troppo piccoli e non si riusciva a prender sonno per paura di non svegliarsi più.
...
ho le porte di casa da scartavetrare e rismaltare, fanno veramente pietà
...
ecchissènefrega
...
non si capisce più perchè si debbano fare delle cose e delle altre non più
...
vien voglia di non far niente, di dormire e magari sognare qualcosa di bello
...
troppe sirene, ci sono troppe sirene che fan chiasso tutto il giorno
...
uh, il filo si è annodato!
...
è come se non esistesse più nulla
...
come se il passato, anche quello pesante, ostruente, doloroso, fosse svanito nel nulla
...
non ci si può più lamentare
...
il banano ha le foglie larghe, belle, verdi verdi
...
alle volte mi sento nociva per tutti e sento tutti nocivi
...
'ccidenti devo sbrogliare
...
e allora ammutolisco e sorrido, anche se la sensazione non è piacevole
...
chissènefrega
...
seguo le linee del banano
...
seguo i giochini quotidiani che non sento miei
...
queste porte cadranno a pezzi
...
ecchissène!
...
posso dire di ricordare un banano?
...
e non ricordo chi sono
...
tutto è solo presente
...
e comunque 'ste porte cadranno a pezzi.

sabato, dicembre 06, 2008

comizio 4




Sì, sono proprio qui. E voglio dire che è per me un onore, oltre che un onère dovuto dalla antologia che è propria di chi offre il suo lavoro al servizio del prossimo. Nonostante molti degli avversari si stanno coagulando contro di me e le difficoltà spesso mi piegano e non so a che santo riavvolgermi, sono qui. A difendere indefessamente e ripeto INDEFESSAMENTE ciò che è più caro al mio cuore: l'Italia. Come se fosse mia. Non possiamo permetterci di perdere ancora il treno dello sviluppo o peggio ancora essere multati per non aver blaterato il biglietto. E' per questo che è ora che tutti, e io alla fine in prima persona, offrano di occuparsi di una politica che ha come base un questionario morale forte che può togliere di mezzo tutto ciò che onesto non è, e che non porta con sè nè fandezze nè schifezze. Certo , nessuno può dirsi uno sterco di santo, ma questo non toglie che si possa lavorare insieme fino a rendere la nostra patria più ricca degli evirati arabi! Non possiamo esumarci dal lavoro e anche quando questo manca, è inutile piangere sul latte macchiato! Bisogna indefessamente e ripeto INDEFESSAMENTE portare avanti la bandiera del progresso, ad ogni costo! Certo, anche l'occhio va dalla sua parte ... e rendere bello il nostro impegno sarà compito delle donne che sono le colombe dell'umanità!
Per questo mi rivolgo a te ... no, non a te ... a te ... none ... dietro ... a te ... togliti tu!... a te a te ... maronna ... accanto ... no, a te! ... ancora dietro ... sì, no ... umff ... da vicino vedo bene, ma da lontano sono un po' lesbica ... no, a te! ... quello senza baffi ... dico a te ... con il maglioncino ... mi rivolgo a te ... a destra ... più a destra ... no, ancora ... dietro ... fanculo! Beh, ho da fare! Qui finisco e buone cose! ... Che popolo gnorante!

domenica, novembre 30, 2008

i testimoni




Era da quando le era morto il marito che si era scoperta niente. Come se l’odore di un uomo intorno a sé avesse negli anni coperto, sino a divorarla, la sua essenza. Si era aggrappata al dolore della perdita per darsi dei confini con cui avrebbe sperato finire i suoi giorni, senza troppo pensarci. Tutti gli anni passati a vivere il silenzio indecifrabile di un uomo, avevano assunto in lei una filosofia piena di significato. Tutto il non detto che nel tempo era divenuto la propria infelicità era adesso un aver detto troppo, tanto, tutto. E il pensiero la soddisfaceva. Come se fosse l’unica detentrice di un non comunicabile da comunicare attraverso ammiccamenti segreti a chi ancora sapeva guardarla. Improvvisamente, però, la solitudine colorò di vecchiaia la sua età. Di botto e repentinamente si ritrovò ferma e senza più futuro. Come se per lei era riservata una piccola postazione di sosta e basta. Spesso pensava che l’unica cosa che poteva ancora assaporare era il sacro che si celava nella campagna, negli alberi e nelle piante, nei bambini. E questo era un percorso inconsapevole e naturale. Come se l’istinto ancora vivo la portasse, contro ogni ragionevole intendimento, ad apprezzare il molesto e prepotente vizio del mondo a continuare a vivere nonostante la caducità delle proprie stagioni storiche. Ma sotto questo andante passeggiare tra attimi di pomeriggi al tramonto, vi era qualcosa che urlava di rabbia. Una rabbia inusitata e razionalmente inspiegabile che, come l’acqua che riesce ad arrivare al mare scorrendo pur incontrando resistenze ed ostacoli, così essa arrivava a destinazione quasi a sua sorpresa. Colpiva i testimoni vicini e attorno alla sua vicenda, feriva “quelli” che avevano seguito il racconto loro malgrado e che, con la loro presenza, potevano mettere in dubbio l’attuale regia. Testimoni inconsapevoli di una minaccia sotteranea ed insieme di un senso di colpa. A loro era riservata una gelosia di vita, che rappresentava l’unica traccia di ancora una possibilità d’amore. Ancòra un’emozione ribelle, àncora mal direzionata di un lutto.

domenica, novembre 23, 2008

l'ovatta



Lei parlava di nulla ad ogni incontro reale con altri esseri umani. E questo la rendeva al mondo una persona gentile. L'effetto incideva in lei il sapore amaro di essere una in fuori gioco. Qualsiasi ipotetico goal sarebbe stato invalidato dallo sventolare in alto di una apparente innocua bandierina gialla. Scrivere del suono delle sue parole e riportare i suoi dialoghi ha sempre mostrato una certa difficoltà. In fondo non era che una figura muta che a tratti sembrava attraversare una qualunque cazzo di cosa. Sicuramente in passato aveva vissuto questi attraversamenti con passione ed entusiasmo, con risate e lacrime, con rabbia e dolore. Adesso invece si limitava ad attraversare la strada facendo attenzione a non cadere e al minaccioso esistere automobilistico esterno. Aveva difficoltà a riconoscersi nella vita anche nel suo aspetto fisico. Irriconoscibile. L'assoluta assenza di contatto sia in senso astratto che concreto le faceva sentire l'ovatta nella testa. Si immaginava tutti e due gli emisferi imballati nell'ovatta, come a voler rallentare l'attività neuronale e mantenerla al minimo. Questo produceva l'effetto positivo di far assorbire tutto quello che eccedeva in vitalità. Le permetteva di stare quieta. Il negativo dell'ovatta nella testa consisteva nella continua dimenticanza di oggetti: chiavi, telefonino, spazzola, pen drive, soldi, documenti, bollette ... e anche di qualcosa ... di qualcosa che non ricordava. C'era una storia tra l'ovatta, una storia in dimenticanza che non riusciva a ricordare pur cercando dappertutto un indizio, una minima traccia. Nei libri, in internet, pettinandosi i capelli, calzando gli stivali sulla sponda del letto, aprendo il cassonetto per buttare il sacchetto dell'immondizia ... Poteva c'entrare in questa storia dimenticata l'ambizione di divenire immortale per poi morire a sorpresa? No, non possedeva l'ambizione di pippobàudo, nè tantomeno la sua forza.

martedì, novembre 18, 2008

il numero




Si era svegliata, infilata una maglietta e caricato la macchinetta del caffè in cucina. Ora era sotto il piumone a cercare di riscaldare i piedi che si erano congelati al contatto con le mattonelle fredde, e le gambe con tutta la peluria in allerta. Il peso del fianco nel materasso le fece passare l’attenzione a tutto il suo corpo, nella sua interezza come raramente succedeva durante la giornata. Ed era anche pronta ad ascoltare il rumore della caffettiera che la avvisava con il suo gorgoglio e il suo vapore profumato che si doveva nuovamente alzare e infreddolirsi. Si ricordò di aver sognato suo padre come se fosse vivo. Le aveva detto con insofferenza che era ora di finirla: voleva rinascere. E le ripeteva la data, il giorno , il numero. Il padre non era mai stato insofferente in vita. Non era mai stato in preda di una qualsiasi emozione. Almeno lei lo ricordava così. Il numero anche ricordava ancora, da sveglia. Un numero solo, quel numero che non le diceva niente. L’avrebbe atteso. L’avrebbe giocato.

sabato, novembre 15, 2008

alla voce Formazione



- figlia di comunisti degli anni '60
- laurea: vecchio ordinamento

venerdì, novembre 14, 2008

voce piano

un pianoforte e una voce che danzano

sabato, novembre 08, 2008

punto catenella



E così, nell'impossibilità di fare altro, mi dondolo.
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è stato dopo il terzo giorno di seguito in cui l'ennesimo barbone per strada mi ha augurato di morire presto
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volevano soldi e non li avevo, volevano una sigaretta e non l'avevo.
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ho le robe colorate lavate e chiuse in lavatrice da un giorno sano
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c'è stato un tempo in cui lavoravo con un regista che era fissato con i clocharde
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l'immaginario su una sorta di anarchico poeta
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stronzi!
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adesso dovrei rilavarle e stenderle ...
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quando ero giovane pensavo che la cattiveria non fosse cosa molto intelligente
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e pensavo pure che tutti fossero intelligenti
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compresa me, ovvio.
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faccio il risciacquo più tardi
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una convinzione che nascondeva altro
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era per non far sentire da meno nessuno
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i miei fratelli, mia madre ...
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sì oggi me ne strafotto.
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giocare al ribasso per poter vivere in pace
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una vigliaccheria che non serve
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poi io in realtà sono stupida
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... mi hanno dato la morte comunque
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stronzi tutti ...
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spero che mi riesca questo albero di ciliegine
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poi ci faccio tutti i puntini rossi sul verde
_
le ciliegine
_
e delle colorate ad ammuffire me ne strafotto.

domenica, novembre 02, 2008

Comizio 3



sà sà prova sà …
Compagni e compagne, Compari e compare, Campari e campare,
si sta passando un periodo ricco di avvenimenti decisivi. Il sistema dell’economia mondiale nasconde in sé gli elementi di una crisi generale per tutti finalmente che non può che procedere attraverso disastri militanti e militari. Noi sappiamo … noi chi? … sà sà prova prova sà … che si procede a una nuova ripartizione di sfere d’influenza che a loro volta si scindono in parti avverse, ripartizione che ha come risultato la guerra tra loro … loro chi? … sà sà prova prova sà … Guerra che può essere evitata se venissero previste periodiche ripartizioni delle risorse. PERIODICHE E APPARENTI. Non c’è motivo che siano diversamente. Loro … di nuovo? ma loro chi? … sà sà prova sà … instaurano un crudele regime di terrore che colpisce direttamente i cosiddetti oggi adolescenti, che in altri luoghi e tempi avrebbero già prole e una vita abbreviata dalla durezza del mondo reale oltre l’onda pubblicitaria progressista CONTRO IL RAZZISMO! Lo fanno per calpestare al nascere il principio della libera evoluzione umana. Voi sapete … voi chi? … sà sà prova prova … che dichiarano con tutti i little toni del pianeta che mirano al dominio internet più potente per la diffusione fascista in tutto il mondo che non si è fermato mai un momento, la notte viene dopo il giorno, E IL GIORNO VERRA’!
Io … io chi? … sà sà prova prova sà … Io dicevo … chi? Io? No … sì sì sà sà prova sà … so so che non sì è nati per essere colossi d’argilla al massacrante lavoro su castelli di carta … o di sabbia? di carta NO! E tu … tu? tu chi? Sà prova … che fai? Eh? Che fai? fai quello che non sa far nulla e che quindi è proteso a saper far qualcosa e questo qualcosa non c’è da fare né da saper fare perciò protendi e basta perché LORO SANNO CHE … loro chi? ma chi? chi? Sà sà … Eppur nella stanchezza non dobbiamo noi … noi? sà … lasciarci andare al non c’è più niente da fare è stato bello sognare solo la vita eterna che ci può salvare. NO NO! Io … io? sà … come voi … prova … abbiamo bisogno di un senso buono e io …sà … non ho detto buonsenso, no! NON HO DETTO BUONSENSO! Loro … sà prova … come noi … sà prova prova sà … abbiamo bisogno di un senso buono ... di un senso buono ... di un senso buono …

martedì, ottobre 28, 2008

punto lanciato



E insomma siamo qui
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in compagnia di suon di sirene spiegate per far capir qualcosa ai passanti, ormai passati nel passato.
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non uso più camicie.
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son tutte da stirare, ho una montagna sulla sedia di roba tutta raggrinzita su se stessa.
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quasi quasi butto tutto e chi se ne frega.
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mia madre mi ha sempre raccontato che in tempo di subitodopoguerra mia nonna aveva imparato a far tutto, il sapone, i bicchieri con i fondi di bottiglia ...
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ci metteva l’acqua fredda e poi un dito d’olio bollente e ... crac un taglio perfetto ... poi si limavano ...
_
della guerra mia madre ha sempre raccontato due tre cose, sempre le stesse.
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aveva tre anni, si trovava sulla linea gotica e mi ha sempre raccontato delle risate che si fece quando, poco distante da una fontana dove la gente come poteva si lavava, una grossa signora accovacciata a fare i suoi bisogni si buttò stesa a terra, come tutti i presenti del resto al passaggio dei bombardieri raso terra, e lei bambina rideva come una pazza a guardare il grosso culone della signora...
_
mia madre quando lo racconta ride ancora.
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la nonna, dice, cercava di tenerle la testa a terra per farla riparare dalle bombe che scendevano, ma lei, niente, l’alzava per ridere di quel gran culo bianco così esposto
_
tanto che quando la racconta ho sempre riso anche io.
_
poi racconta sempre di quando lei i suoi fratelli e la madre, mia nonna, rientrarono in città come profughi e in quella occasione lei sentì addosso la vergogna, la vergogna di aver subìto una guerra, aveva tre anni e si vergognava moltissimo
_
la città era piena di luci, di auto, di gente vestita, e loro scalzi morti di fame e freddo sporchi e pieni di pidocchi …
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tornarono nel loro appartamento ma lo trovarono occupato.
_
mi piacerebbe riuscire a ricamare una giraffa, devono essere proprio belle da vedere le giraffe...
_
anche i giraffini devo essere carucci da vedere
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e insomma niente
_
niente camicie, me ne frego.

giovedì, ottobre 23, 2008

Comizio 2



Itagliani e itagliane in patria e nel mondo ! Ascoltate ! Gregari di tutte le Forze Inanimate dello Stato Katodico! Camicie non stirate della rivoluzione!
Fra pochi istanti conoscerete le decisioni che furono acclamate dal Gran Presidenziale Consiglio del fachirismo.
Un grande evento si compie: viene suggellato il destino del mondo tutto, oggi, 23 ottobre, cinquantunesimo anno dell'era fachirista.
Tutti i nodi furono disciolti dal nostro pettine lucente e la vittoria lesta ormai resta nella storia della patria, come i ragionieri caduti e superstiti la sognavano e la volevano. Integra e pure pura!
Finalmente abbiamo l’Imparimpero!
Imparimpero fachirista, che porta i segni indistruttibili della bontà e della indolenza assoluta. Questa è la meta verso la quale durante tutti questi anni furono solleticate le energie dirompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde fighe itagliane.
Un Imparimpero di pace, perché l'Itaglia vuole la pace un po’ per tutti e così sia e si decide alla guerra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Imperimpero di civiltà e di umanità per tutti a sbafo!
Ufficianti! Sottufficianti! Gregari di tutte le forze Inanimate dello Stato Katodico! Camicie nere stinte ma lavate! Itagliani e itagliane! Abbiamo creato col sangue blu anemico l'imparimpero fecondato dal vostro lavoro che lo difenderà contro chiunque con le sue armi.
In questa certezza suprema, levate in alto il ferro da stiro e i cuori, a dare il benvenuto alla riapparizione dell'imparimpero sui colli letali.
Ne sarete voi degni?
Questo è il giuramento che vi impegna dinanzi a Chi e dinanzi a Chessia, per la vita e per la morte!Camicie ancora non stirate della rivoluzione! Ragionieri! Saluto!

lunedì, ottobre 20, 2008

notiziole


Gent.mi tutti,
colgo l'occasione per segnalarVi questo:
http://www.archive.org/details/LepistolarioDeiCapitani dove si può leggere a mò di libercolo l'epistolario dei capitani, tanto per vedere l'effetto che fa. Inoltre segnalo questo: http://www.archive.org/details/Emodia , la pubblicazione dei nuovi dialoghi di Re Emoacre completo di nuovi disegni e ... udite udite ... anche di una specie di mia recensione.

Tutto questo per cercare di non "suonarmela e cantarmela" da sola, che non sta bene!

Che sia santa la pazienza!

martedì, ottobre 14, 2008

Punto erba



E vabè …
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del resto non si può volere tutto dalla vita, volere dalla vita la vita!
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la vita è tutto ...
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certo che ‘sti vetri son belli che opachi, non si riesce a vedere quasi nulla attraverso, solo sagome, ombre, macchie di colori…
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dovrei lavarli, da anni che dovrei lavarli.
_
... è così l’altra sera non so cosa mi è preso, pensavo di dire a tutti qualcosa, a tutto il mondo … ai bambini: niente, agli adolescenti :sti cazzi, ai giovani: ricercate i maestri anche a pezzi e/o a bassa percentuale, ai maturi: imparate a toccare in generale e a suonare un qualsiasi strumento, agli anziani: non fidatevi di nulla di tutto quello che vien nominato come "credere", ai vecchi: è finalmente arrivato il momento di divertirsi e gioire per ben morire...
_
e rido come una scema ... e rido...
_
è incredibile come io mi sorprenda sempre della stupidità insita e congenita del mio essere femmina
_
e manco si può dire, è un tabù. E mi vien da ridere ...
_
ahia mi sono punta! … ccidenti!
_
e se ti dicessi ti amo, non mi crederesti, se ti dicessi mi sei indifferente, non lo crederesti possibile, se ti dicessi voglio parlarti, non crederesti che fosse solo quello, se ti dicessi non ho nulla da dirti non lo crederesti neanche, se ti dicessi vorrei solo abbracciarti, non ci crederesti, se ti dicessi vorrei picchiarti, ascoltarti, stropicciarti, farti ciao con la manina, guardare insieme … insomma
_
del resto sarà che ...
_
io non sono credibile e tu non credi in nulla
_
e a questo crediamo.
_
e allora pensiamo alle cose serie!
_
masssssì! ai giocatori, ai giochi, agli schiavi del gioco che mietono schiavi!
_
ma no, ma no! ... chissà cosa pensava mia nonna quando si accorse di ...
_
e continuo a fottermene dei vetri sporchi!

sabato, ottobre 11, 2008

Comizio 1



Donne e Uomini qui riuniti,
sono qui a rimbambire ... RIBADIRE con voi il diritto di noi tutti di vivere da uomini capaci di ignorare. Un diritto che certa stampa e mezzi di locomozion... COMUNICAZIONE, in maniera subdola vogliono a tutti i costi negarci. E ora di dire basta alla conoscenza forzata del presunto scibile umano. L'umanità non esiste e quel che crediamo esista in realtà è solo un sogno di un sogno che si sta sognando. E alle nostre condizioni non c'è di che ... NON C'E' CHE una preferibile opzione.
Una opzione che traballa tra due scelte: combattere o friggere ... FUGGIRE. E quando si presenta una simile opzione, carissimi, sappiamo tutti da dove essa possa nascere. Dalla paura. E cosa c'è di più rasserenante se non il pensiero che noi ancora, come esseri tuttora affetti da impulsi primordiali, proviamo la cosidetta emozione delle emozioni? Essa ci preserva nelle situazioni rischiose e ci tutela di fronte alle invadenze che son segno immancabile di sopruso.
Tutti noi siamo sollecitati da essa a fornirci l'azione tempestiva, sotto un cielo denso di momenti della verità. Nella nostra personale cabina di regia essa opera, elabora e analizza ogni strategia ed è lì prona ... PRONTA ad agire contro le singole insidie, anche le più lontane. Quale migliore espressione di funzionamento di un fighissim ... SOFISTICATISSIMO sistema d'allarme può paragonarsi alla paura? Pertanto, amici cari qui uniti nella lotta contro la temerarietà che vuol colorarsi di pregi ben confezionati e ci spaventa con una sfacciata sicumera, sappiate che ...
sappiate che ...
... che non bisogna temere la paura. Essa parteggia per noi e ci accudisce. Signori e signore, concludendo, nessun allarme e nessun provvedimento contro di essa. Niente panico!
... tanto siamo già morti.

martedì, ottobre 07, 2008

Capitàn Ostro Gotaròss



Carissimi compagni di ventura,
ancora imbarcati nel mare reso folle dalle mille correnti del “machegolpeabbiamonoi”,
son qui a rispondere alle vostre richieste. No, non sono morto. Sono semplicemente approdato e il mio silenzio dorato e durato così lungamente ha permesso queste modeste e leste righe. Sì, scrivo dal Terreno, da questa patria che mi ha accolto come se fossi stato da sempre il suo prediletto abitante abituale. Non so descrivere i miei sentimenti di incredulità quando, giunto qui a mia sorpresa, ho visto ciò che mi circondava come nuovo. Nel contempo voglio assicurarvi che questo nuovo non coincideva con l’estraneità e neanche con la consueta volontà di appartenenza. Sembrerà banale, anche canale, per non dire fanale, ma l’angoscia per lungo tempo mi ha voluto assalire lì dove poteva, e ancor di più all’inizio quando, in segno di saluto, il tocco autoctono femminile e rassicurante di una mano sulla mia clavicola, mi ha sciolto in lacrime. E tocco su tocco, stìc stìc stìc stìc e stìc ... alfin sciolsimi. Mi chiedete insistentemente notizie su come ci si possa sentire sul Terreno. Bene, ma la descrizione del mio stato non può che essere parziale, e tantomeno marziale . Vi chiedo di essere comprensivi. Qui, miei cari capitani, si vive di gentilezza che si esprime in maniera creativa, allegra e affettuosa. Alè! La sorpresa più incredibile è che le capacità e i talenti non alienano l'amicizia, la passione e l’intimità a nessuno! E men che meno l’allegria il gioco e lo zumpappà! Posso capire la vostra meraviglia e riesco a cogliere i vostri dubbi sulla mia sanità mentale e fisica ma vorrei rassicurarvi. Io adesso comprendo ciò che mi circonda e l’andamento dei tempi. E uno strano senso di libertà si espande mio malgrado e malgrado tutto. E ogni respiro, ogni passo, ogni cenno della mano è stranamente circondato da una sorta di estasi, ancor per me difficile da codificare poiché assolutamente inedita. Come fosse un flusso che si snoda per attorniare ciò che è passato e futuro. E l’istante diviene eterno anche se in sé è racchiusa una pesantezza che condensa la maggior forza possibile. Credo che il mio stato mi permetta spesso di non rendermi conto del passaggio del tempo fisico, nonostante mi ammali, invecchi e si avvicini anche per me la morte. E l’integrità che percepisco non mi rende arrogante richiudendomi, ma leggero e leggiadro, anche di fronte ad una scomoda realtà che spesso credo, probabilmente errando, l'unica possibile. Forse perchè il ricordo delle esperienze è ancor troppo appoggiato come corvo in attesa di debolezza. Sto con l’occhio aperto. Anche l'altro all'occorrenza. L’interezza non mi aliena dalla gioia né dalle carie ai denti. Ho un’inusuale spinta che va al di là dell’amore e dell’odio, della ragione e del desiderio, al di là anche della voglia di vivere. C’è qualcosa nell’aria del Terreno che mi porta ad una specie di risonanza. Sdooòng! Mi faccio cassa di risonanza di tutti i possibili stati di vita e in essi mi fondo perdendomi senza alcuna paura. Semmai prudenza. E ho finalmente abbastanza chiaro ciò che voglio e non solo ciò che non voglio. E vi assicuro che non è stato facile scoprirlo, ma semplice sì! Come incubo ogni tanto ritorna alla mia mente quando il vento mi ha ridondato e costretto a sbordare! E filare le scotte non è per me mai stato un grande divertimento. E anche quando il vento mi ha rifiutato costringendomi a bordare, ad abbattere tirandole, le scotte! So che quello che vado esprimendo può sembrare bislacco. Per questo non vi suggerisco le rotte per raggiungermi e sbarcare qui, sul Terreno. Per quanto riguarda la mia passata navigazione, posso dirvi che molto spesso ho dovuto virare a prua prendendo, con la barca, le mure opposte a quelle in cui stavo navigando, andando all'orza fino nel letto del vento, con la prua controvento, e poi puggiando finchè la barca non ha preso le nuove mure. Ma rischio di tediarvi e oltre nelle descrizioni non vado, così che possiate voi liberamente navigare, seguendo ciò che l’esistenza vostra suggerisce, senza sapere né come né quando né se mai succederà che voi mi raggiungiate.

Buona Fortuna!

Capitàn Ostro Gotaròss

mercoledì, ottobre 01, 2008

punto piatto




Che poi …
che me ne frega? Sì d’accordo, tutto quello che si vuole … però! Che farci? Si può vivere per poter vivere?
_
va bene va bene ho capito … ma che dobbiamo fare eh? Dobbiamo iniziare a lottare per il diritto di lottare? Ma non ci penso proprio! Insomma si vedrà …
_
stringono stringono si addossano ...
_
e va bene! comincerò a vedere "chi l'ha visto"!
_
chi vivrà vedrà.
_
Non sto capendo più quando ho fame e quando no, sarà grave?
_
E' solo che alcuni giorni è più difficile rassegnarsi alla rassegnazione.
_
Sì ho in mente tante idee, tutte in testa, più che idee, sono idee su delle idee …
_
e quindi ho deciso di fare un ricamino su questo pezzettino di stoffa!
_
No, è stato perché cercavo un pezzo di stoffa per spolverare … no, non uso quelle cose di carta, come si chiamano? I mangiapolvere. No … l’ho trovato vicino agli aghi e i fili colorati e ...
_
mi son ritrovata così, a dondolarmi sulla sedia … No no, non lo so fare, non so ricamare, … sì sì sto bene ... vorrà dire che imparerò.
_
va bene, va bene, cercherò di farlo con amore.
_
... e comunque ...
_
me ne sbatto della polvere!

martedì, settembre 30, 2008

Bush "Senza la legge conseguenze gravi"

APPELLO AL CONGRESSO (da La Repubblica on line di poco fa)


continua qui http://it.youtube.com/watch?v=c8Te2DAomuE

per arrivare alla famiglia Bush: http://it.youtube.com/watch?v=7bDK4zhZmaM

mercoledì, settembre 24, 2008

Capitàn Skizofrenìcsu Ponente




Magnifiscissim … manifichissi …magnì … oh al diavolo!
son qui a godermi il tramonto, con i suoi colori arancio, rosso sino al viola e violetto, indaco e azzurrino, che si staglia in quell’orizzonte possibile per i miei limpidi occhi, così tante volte indotti al sacrificio. E riesco, nonostante il sottofondo mesto di un passato ancora alla coscienza misterioso, a coglierne la bellezza suprema. Il cuore si riscalda grato di esser vivo e per questo benpensante. Il viaggio è sì lungo da far dimenticare la meta, e l’armonia di questo continuo andare, mi porta a sentire il candore dell’esistenza che gioca a nascondino nel continuo perigliare. Son qui, ancora a sorprendermi della lietezza che lo scroscio dell’onda sul parabordo reca, con il suo tranquillo suono, all’emozionante amore che riveste ogni mia singola cellula. Certo, non sono sempre comprensibile ai molti sprovveduti, imbarcati nella mia follia investita da avventura infantile. E questo mi muove a compassione con il pacato ascolto verso i loro lamenti insoddisfatti, che son lì a rivendicare le gite in bicicletta di una triste infanzia, passata tra le piogge di inverni trascorsi al calor delle caldarroste. Ma spesso niente riesce a colmare il vuoto dei loro antri coronarici, induriti malamente dal sale poco iodato e ipertiroideo. Ah! auguro loro un embolo salvifico! Purtuttavia la mia costante attenzione al loro girandolare di lamenti, li commuove e li placa e verso me, in sincera e innocente gratitudine, s’affollano gai. Nonostante tutto, molti sono quelli che si ribellano a questa forma di dipendenza che lor stessi si son creati come grattacielo che ritaglia il cielo troppo azzurro di una specchiata metropoli. Non comprendono la buona fede che accompagna i miei gesti. Anche quei gesti che più si mostran duri celano, contro ogni aspettativa, la poesia che m’investe ad ogni ora, come fosse aria pura da respirare a pieni polmoni. Stoltamente non capiscono le mie certe ricette per la felicità, ma non mi rattristo e sorrido. Peggio per loro, ignari pezzenti di piccola fattura che chissà Iddio cosa pensò quando li creò e mi chiedo quando pianificò di riprenderseli seco attraverso la morte!
Eppure perdonare i loro sbagli reca la carezza al di là dell’ego, spesso troppo espanso come polistirolo per poter coglierne la giusta dimensione. Quante volte infatti Noi non sappiamo distinguerne la misura e quanto spesso non si fa consapevole il Nostro continuo straripare?! Non è da tutti divenirne coscienti ed è per pochi assaporarne l’illuminazione intrinseca. Tutto questo provoca anche dei contrasti nei semplici rapporti umani, di cui spesso siamo bisognosi nonostante dimentichi del nostro essere carne e sangue nè più né meno degli esseri animali. Ma gli scontri inevitabili sono nel vivere come le lacrime, in conto, come in conto io tengo chi, per non accondiscendenza, mi rifiutò l’encomio. Li braccherò sino a vederli marcire nell’inferno rosso dell’eterno dolore di lamenti soffocati dalla loro maledetta dissociata ironia!
Adesso il vento accarezza i miei liberi capelli e il sentire la piccolezza della mia persona di fronte all’immenso universo pulsante di odori colmi di salsedine e alghe, mi rende forte come roccia lavica affacciata sul maestoso oceano. Cosa, infatti, è più grande se non quel che è nel piccìn? Cosa è più colmo se non quello che siede nel vacuo? Gioisco sorseggiando il mio caffè al pensiero del tempo che si è spento ad enumerar i più emotivi segreti e quanto spesso, per questo motivo, i più molestano il prossimo con grossolana violenza. Il loro stato vitale è così basso da non riuscir ad eguagliare l’altezza del divino disegno, mostrando astio verso chi, invece, ne riesce a cogliere, sorridendo, la squisitezza. Malnati che non sono altro, viscidi popolani frequentatori di insane lavanderie e sporchi ipermercati ove sprècan la vil moneta!
La mia benestante sensazione non si fa fuorviare dal molesto furore di volgari appetiti di discutibile giustizia. E l’ottimismo dato dall’amore infuso nel mio respiro embrionale non permette a ciò che non ha ragion d’essere, di toccare il bello che mi circonda . E sempre sorridendo lascio il pessimo umore a chi non può competere con la mia audacia nel vedere veramente. Poveri rabbiosi miserabili e pietosi melagrami, affogheranno nel fango della loro energia negativa! Ah che razza di sud del mondo!

Con fraterno amore

Capitàn Skizofrenìcsu Ponente

domenica, settembre 21, 2008

martedì, settembre 16, 2008

Capitàn Abèl Maestràl Magister


Degnissimo,
ho tra le mani una sagola da lancio e tocco il pugno di scimmia. Non riesco a decidermi sull’uso che ne posso fare. Alle volte son portato a credere che anche il penzolo possa fare al caso mio. Come già preannunciatoti, arrivò il nuovo aiuto, inviato qui per accostarmi nella difficile operazione affidatami. Un giovane capitano scaltro ma ahimè, intellettualmente disonesto. Questo mi tesa a ferro oltre le mie possibilità. Da quando siamo insieme a filare, incappellaggiare, drizzare e intugliare è un continuo parlare senza senso. Ho cercato in vari modi di imbandire tutto ciò che era possibile, per rendere migliore il nostro comune lavoro, ma senza evidente successo. Il suo annuire perpetuo alle mie parole cozza sul parabordo della mia anima, anche perché le manovre che lui opera non risultano coerenti. L’altro giorno, mentre pianificavo con lui la rotta mi ha, non direi proprio involontariamente, infilato un dito nell’occhio sinistro. Subito dopo affettatamente mi ha chiesto scusa. Devo confessarti che la mia sorpresa ha fatto tardare di non poco la mia reazione. E il suo scusarsi divenuto in seguito un po’ arrogante, ha ulteriormente indebolito la mia posizione. La mia unica possibilità è adesso quella di tacere e di allontanarmi, perché l' indefinibile sensazione che provo mi porta semplicemente via da tutto, anche dalla vita stessa che considero, ora come ora, invivibile. E’ sorprendente come la propria incredulità e l’abiezione di un atto possa mettere in ginocchio l’autorità morale di chicchessia! L’evento ha di conseguenza creato “il problema” che su tutto il mio operare aleggia come uno spettro funereo: rimanere prigioniero qui o sparire in mare? E la complicazione della mia situazione si perpetua anche nell’ascoltare adesso i discorsi da lui assuccati, sull’importanza del dialogo tra colleghi che, secondo la sua ormai giustificata visione, io avrei interrotto mostrandomi silenzioso e contrariato. Inoltre ha rizzato parole come giustizia sicurezza e meritocrazia nei messaggi alla ciurma, provocando nella stessa una certa divisione tra quelli che desiderano liberarsi dalla frustrazione di una navigazione insensata e troppo lunga, e quelli che scettici e un po’ demotivati non ne hanno accolto la nauseante demagogia. L’aspetto stesso dell’imbarcazione ha subito da tutto questo una subdola trasformazione. Quelli a prua si considerano socialmente più utili di quelli situati nelle manovre a poppa. E spesso “i pruanti” invadono la poppa con patatine e gazzosa, tutti attrezzati con asciugamani, abbronzanti e radioloni altosonanti, per fare una sorta di villeggiatura . “I poppanti” si trovano costretti a rendere il soggiorno gradevole ai nuovi coloni senza capirne veramente il motivo e in cambio di merendine piene di velenosi coloranti.
Immagino tu possa capire, voglio crederlo, come la situazione è palesemente sbagliata. Il peggio è che qualsiasi rovesciamento o tonneggiamento io possa mettere in atto, è maliziosamente manipolato per avvalere le tesi del mio Aiuto che, in queste occasioni, ribadisce il suo ruolo di sostegno nel mio operare. Tutto questo mi avvilisce portandomi alla confusione, all’indistinzione delle percezioni, all’incapacità di giudizio, alla compressione delle azioni e delle reazioni, all’immobilità apparente di un mare calmo che nasconde forti correnti, correnti in tal modo sotteraneamente indotte all’omicidio. Mi chiedo spesso cosa abbia fatto per meritare tutto questo, io che non ho fatto altro che mantenermi il più possibile ligio, onesto e gentile, soprattutto gentile, in un mondo inflazionato da piragna! Puoi capire, lo voglio sperare, perché sono a richiederti consiglio. La tua risposta sarà per me oltremodo preziosa. Come d’accordo ti invierò il dovuto a seguito tua fattura, per il tempo impiegato all’esame di questa mia e relativo tuo parere professionale.

Con gratitudine
Capitàn Abèl Maestràl Magister

domenica, settembre 14, 2008

quando si lavorava ancora ...

...satira

uno straccio di marcia, la vogliamo fare?

giovedì, settembre 11, 2008

Il trasloco?

Vi ricordate le sette puntatine de "Il trasloco"? Bene si può rileggere in maniera comoda su archive.org e invito le menti "letterate" a lasciare il proprio commento o la propria spietata critica.
Si era nell'ultimo anno del governo prodiano e tutto parlava dello sfratto di Adamo dal Paradiso e della caduta ...
un particolare ringraziamento a chi ha reso possibile questa operazione.
Grata sono!

lunedì, settembre 08, 2008

per questo 8 settembre

Rachmaninoff Etude Op. 39 No. 6

e Lei: una grande!

venerdì, agosto 29, 2008

Capitàn Grattakèk Grekale



Egregio,
ti scrivo perché conosci bene quale sarà la mia destinazione e dove in questo momento mi trovo.
E sai bene anche quanto abbia tentato di agguantare con ancor più forza, ma senza alare, qualcosa che potesse farmi cambiare totalmente rotta. Ho anche allascato a più non posso con tutti gli alabbassi a me disponibili, per liberarmi in maniera risoluta di ormai inutili zavorre. Inoltre ho tonneggiato per farmi largo nella tempesta di parole che sviavano da quello che mi accadeva realmente e intugliato tutto ciò che poteva essere più capace di darmi movimento. E ora son qui, rassegnato sulla battagliola ad aspettare il fatidico momento. Uno dei motti della nave è “Non chi comincia ma quel che persevera”, e questo mi issa a pensare che ricominciare nuovamente non è neanche una cosa così elogiabile. Ho davanti a me ormai da tempo immemorabile tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. E vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana. Tra tutto questo la mia alienazione vaga in cerca di patria. E passeggio scrutando il nero mar sui tre ponti principali, continui da prora a poppa. Da quello di coperta a quello di batteria. Poi passo al corridoio e ai copertini sino ad arrivare al castello a prora, in attesa che qualcosa succeda per porre fine al vacuo movimento di pensieri assetati di verità. Il secondo motto della nave, utilizzato a fine stagione, è “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” che è lì segnato come a voler rafforzare quei sentimenti in esaurimento di volontà. Non posso pensare che io mi trovi qui per controllare e scongiurare la mia grande guerra! Ed è come se in me affiorasse nella coscienza il pensiero di aver raggiunto finalmente il luogo dell'agognato epilogo. Avverto il vento di una studiata collisione che porterà grande rianimazione per gli apparenti in terra ferma. Sarà l’unica via d’uscita per la mia uscita?

Per questo ti scrivo, per dirti che so, adesso. Adesso conosco il vero motivo della mia presenza qui e ti ringrazio per avermi tenuto all’oscuro la nuotata a me destinata. Mi è più facile ora accettare la sorte da me scelta, senza più pensare ai giochi mancati con il mio amore, ormai lontano e che più non so di amare. Qui i gabbiani volano ormai con i corvi, come le illusioni di un’intera vita persa in un linguaggio parallelo.
Rimango sul cassero di poppa, in attesa di tue ormai poco credibili buone nuove, guardando senza scrutare, tra i fiocchi e il bompresso, il trinchetto e la randa, la mezzana e…

martedì, agosto 26, 2008

Nicola Glielmi e il suo libro "La peste istituzionale"

Pubblico, dopo una breve ma per me incoraggiante corrispondenza con il Dott. Nicola Glielmi, la prefazione di un suo testo di ormai parecchi anni fa che è stato ripubblicato su www.ilmiolibro.it:

NICOLA GLIELMI
LA PESTE ISTITUZIONALE
SEX-GATE E CARATTERI MAFIOSI:


PREFAZIONE
Nello scorrere veloce degli accadimenti tre fatti,
coincidenti e tra loro strettamente legati, mi
inducono a pubblicare, con “www. ilmiolibro.it”, un
lavoro già edito, “La peste istituzionale”, (1)
mandato all’epoca, in omaggio, al Presidente Bill
Clinton. Oggi mi pare di un’attualità sorprendente.
Per sua gentile concessione, i disegni sono di Ranieri
Wanderlingh che ringrazio. Essi sono stati disposti
secondo la mia personale interpretazione idonea ad
illustrare il testo.
Queste le tre notizie di cronaca:
A- la satira di Sabina Guzzanti sull’on. Mara
Carfagna, ministro della Repubblica Italiana e quella
sul papa Ratzinger;
B - la sorte di Eluana Englaro;
C- la discarica intitolata a George W. Bush.
Cominciamo dall’ultima notizia.

DISCARICA INTITOLATA A BUSH
RAPPRESENTA IL SUO LAVORO
In una minuscola e breve notizia apparsa su “la
Repubblica” di mercoledì 19 luglio 2008, insieme
all’esposizione degli altri due fatti, e mentre a
Tokyo si decretava la fine della terra chiedendo una
maggiore produzione di petrolio, senza nulla
proporre per le energie pulite, e senza nulla fare per
evitare l’annunciato disastro per il cambiamento del
clima e delle condizioni atmosferiche da parte di più
di duemila scienziati, si legge:
“San Francisco – Se le 12mila firme raccolte dal
Presidential Memorial Committee saranno
riconosciute valide, in novembre gli abitanti di San
Francisco voteranno, oltre che per la Casa Bianca,
per decidere se intitolare a Bush una discarica. “E’
un luogo che lo rappresenta “, dicono i promotori:
“Ci vorranno anni per rimediare ai danni che ha
fatto, proprio come per le discariche”
La notizia per la presa di coscienza del disastro
provocato da Bush con la guerra in Iraq, non merita
alcun commento e viene data come notiziola in
decima o quindicesima pagina, forse, perché
bisognerebbe ricordare che Bush vinse le elezioni
contro Al Gore, perché i moralisti protestanti,
anglicani e non, furono turbati dallo scandalo
Lewinsky. O bisognerebbe ricordare che alle
seconde elezioni Bush vinse contro il democratico
John Kerry perché fu ricevuto in Vaticano e
benedetto da papa Karol Wojtyla. Per le seconde
elezioni agli anglicani si aggiunsero in massa le
“fondamentaliste” armate cattoliche con tutti i suoi
soldati e legionari di Cristo. Papa Wojtyla per
scongiurare la guerra in Iraq spedì in America un
cardinale. Avrebbe potuto semplicemente, se voleva
la pace e non la guerra, minacciare la scomunica a
Bush. Quella scomunica attuata per chi fa l’amore e
non la guerra, come a monsignor Milingo che aveva
la colpa di aver sposato Maria Sung. Finché
praticava un celibato di facciata andavano bene tutte
le sciocchezze truffaldine degli esorcismi.
Passiamo alla seconda notizia.

SABINA GUZZANTI

L’artista Sabina Guzzanti ha fatto della satira sul
ministro delle Pari opportunità on. Mara Carfagna.
Non ho nulla da dire e non mi interessa quel che
faccia l’on. Mara Carfagna. Ma la Guzzanti mi è
piaciuta moltissimo per le sue elevate capacità
artistiche di tradurre in linguaggio popolare, e per
tutti comprensibile, una critica politica nella città di
Plauto, che sollazzava gli spectatores non solo con
un linguaggio scurrile, ma facendo esibire sul
palcoscenico gli attori guarniti di un grosso phallos,
come si può ammirare nelle pitture pompeiane.
Ben più vera la satira su Ratzinger che condanna
all’inferno, tra diavoli omosessuali, ed al quale fa
divieto assoluto di tenere lezioni magistrali, per
l’inaugurazione dell’anno accademico, in una
Università Italiana, ove si fa Scienza: nessuno vuol
togliere la parola a papa Ratzinger, ma le sue lezioni
le tenga in una facoltà di Teologia, dove si parla di
Dio e non di Scienza. E’ una vergogna che nessuno
abbia preso la difesa di Sabina Guzzanti, tranne
Dario Fo, molto debolmente.
Ed ecco la terza notizia

ELUANA ENGLARO

Riporto da “la Repubblica” di venerdì 1 agosto,
l’articolo di Miriam Mafai, perché riassume bene la
vicenda, e perché tocca quei punti che sono oggetto
di studio in questo libro, in quanto la peste psichica
domina nelle istituzioni, nelle menti dei nostri
rappresentanti al Parlamento Nazionale e al Senato,
e nella mente di un’intera popolazione che questi
rappresentanti sceglie.

La fuga del Pd

Dunque la Camera ha votato. E ha deciso di
sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte
Costituzionale contro la decisione della Corte di
Cassazione che aveva finalmente consentito alla
richiesta del padre di Eluana Englaro di sospendere
l’alimentazione e l’idratazione forzata della figlia in
stato vegetativo permanente ormai da sedici anni.
La camera ha votato e il pg di Milano ha fatto
ricorso contro la sentenza, dunque, la povera Eluana
dovrà ancora restare attaccata a quel sondino,
invecchiare così nel buio profondo di una morte non
ancora ufficialmente certificata …. Quel sondino e
quelle macchine che possono tenerti immobilizzato,
per anni, in quello spazio di morte che non è più la
morte naturale di una volta, ma l’orrore di una zona
intermedia in cui è una macchina che ti pompa il
sangue, ti alimenta artificialmente per un tempo che
può durare per anni. Per Eluana sono passati già
sedici anni. L’orrore di questa condizione inumana
non conta nulla di fronte al voto dei nostri
parlamentari.

sabato, agosto 09, 2008

ma che ... bip ... sappiamo veramente?



un film a 11 puntate
per indicare dove mi aggiro in questo momento
sorridendo

giovedì, luglio 24, 2008

tiè!


Sai che ti dico Scarmigliata? Che per me è ora di finirla di stare a guardarti mentre guardi il mondo. Draghi in guerra e cose deprimenti, poco interessanti. E allora me ne vado, tiè! Tanto sai che dopo la concessione delle vacanze dovrò dirti di mantenere la calma. Niente panico dedotto indotto edotto, ma prudenza aderenza pazienza senza inadempienza. Mi preparo a continuare a far festa e danzare perchè nulla si ha da perdere, se non le catene! (cit.) E hai detto niente ...
Evviva!

giovedì, luglio 17, 2008

capitan Imperitur Libech



Illustrissimo,
siamo in bonaccia da non so quante ore e stiamo procedendo lentamente a motore, aspettando l'arrivo del vento.
Sopra di noi e' passata una piccola depressione che avrebbe dovuto darci una 15ina di nodi da nord/est, ma per ora non si e' visto niente. Sono un po' depresso e fa anche molto caldo. I viveri stanno per esaurirsi e la nafta anche. C’è stato anche ieri un tentativo di ammunitamento della ciurma, sedata non sai con quale fatica. Il tutto è iniziato dagli ordini che avevo dato ai fedelissimi di non far rientrare i marinai nelle loro cabine. Come tu sai tutti i marinai hanno con se pacchi di viveri amorosamente confezionati dalle mamme o dalle mogli, che loro custodiscono per fare qualche merenda in ricordo dei loro cari. E posso ben capirli, pur essendo orfano e in qualche modo scapolo. Ebbene, il mio ordine verteva a dissipare il più possibile l’evento di una dieta forzata per l’intero personale della nostra nave, considerando il bene comune rispetto a quello individuale. L’intento era quello di inventariare i possessi alimentari dei marinai per renderli beni di sussistenza comuni. Ma come puoi immaginare, l’ordine non è stato accolto di buon grado. L’egoismo umano alle volte è sorprendente. Molti della ciurma hanno mostrato un comportamento violento verso me come autorità indiscussa della nave e contro i miei fedelissimi soldati che avevo messo a guardia delle cabine in tenuta armata. Alle volte è necessaria la forza per far comprendere quali sono i motivi di tanta autorità atta soprattutto a riportare i nostri miserabili corpi a destinazione. Quale sia questa destinazione, in tempi di assoluto fermo, non sempre è chiaro. Ma quando si è vicini a Dio, le domande sono superflue. Certamente io e i miei uomini abbiamo potuto inventariare il cibo, dividendo quello più generico per la ciurma e quello più ricercato per noi al comando, che in qualche maniera dobbiamo essere ripagati da tutto questo lavoro. Certo, in queste condizioni non è semplice mantenere i nervi saldi e mostrarsi risoluti davanti agli occhi del mondo. Ma è meglio mostrarsi addirittura cinici e bari piuttosto che stanchi e stressati. Qualcuno dei miei ha anche esagerato nell'impressionare con le scarpate il segno della loro momentanea autorità. Li ho subito promossi a maggiori responsabilità in modo da farli calmare nella serena diplomazia di un ruolo con maggiori poteri. Ovviamente ho dovuto punire qualcuno della ciurma esemplarmente, con un digiuno terapeutico dai 3 ai 5 giorni. Sento che se questa situazione dovesse continuare ancora, dovrò senza ombra di dubbio richiedere il tuo aiuto. E’ chiaro che in tal caso il mio buon rendere sarà assicurato. Ma puoi anche immaginare come io preferisca che arrivi il vento, un vento umilmente a me favorevole, senza lasciar tracce di nessuno ostacolo e traversia, che mi faccia filare liscio verso la … verso la … rinascita. La mia rinascita, per il mio riscatto con la vita che tanto mi punì facendomi ... vivere! Come è difficile ammettere che sulla natura noi non sempre possiamo nulla! Come è difficile credere che io, un capitano, non possa ordinare al vento di fare presto e bene qualcosa! Ma le prove che vivo servono anche a rendere sacri i miei momenti di martirio.
Si dice che gli stregoni finnici vendono il vento ai marinai in bonaccia. Il vento lo rinchiudono in tre nodi: se sciolgono il primo, si generava un venticello, sciogliendo il secondo soffia un vento, col terzo un uragano. L’arte di legare il vento in tre nodi, così che più nodi si sciolgono e più forte soffierà il vento, è stata attribuita agli stregoni e alle streghe dei paesi più a nord del globo. I marinai dello Shetland comprano ancora oggi i venti sotto forma di fazzoletti e spaghi, annodati dalle vecchie che pretendono di saper governare le tempeste. Incredibile! Si dice che ci siano delle vecchie megere che vivono vendendo i venti.
Ma io non sono esperto in vecchie. Anzi, le ho sempre rifuggite. Come sai bene, a me piacciono le giovani e belle, fedeli e servizievoli, che con grazia e ignoranza travestita da stupido candore, sanno regalarmi momenti di onanismo puro, come mai da solo potrei concepire. Ah, quanto mi mancano le nostre serate di goliardico divertimento!

Con la speranza di rivederti presto, ti invio i miei migliori auguri per la tua prossima incontrovertibile vittoria.

Capitàn Libèch Impèritur

giovedì, luglio 10, 2008

il gioco





"Caro amore mio, baldanzoso frugolo oppiaceo".
Scarmigliata si chiedeva come potesse iniziare una lettera d'amore. Aveva perso l'abitudine, come per il resto degli essere senzienti, di considerare le parole d'amore come qualcosa di sensato e che avessero il potere di esprimere emozioni. Esse dormivano nell'infingardaggine culturale, sovrastate da un'imbottita alle volte volgare, a tratti maliziosa e per niente leggera. Quasi un senso di vergogna aleggiava al sol pensiero, poichè l'illusione della verità nelle parole era ormai spezzata.

"Dolce stupidotto tesoro dai mille sfronzoletti".

Certo un tempo era un bel sentire e un bel giocare, niente a che vedere con le odierne sdolcinatezze mielose e stucchevoli che suonano false per l'abuso che se ne fa. Piangere e gioire per amore, un ricordo lontano, un canale oscurato dal rifiuto di pagare un canone.

"Mio tenero e mai grasso moscardino fritto, oggi di baci vorrei strizzarti, stenderti, asciugarti e stirarti".

Mah ... che dire? Scarmigliata era convinta che si era perso, sfilato da sotto il naso un giorno indefinito, un gioco che sapeva nutrire. E manteneva, alla sua età, la speranza che in maniera differente dal tempo in cui si ha vent'anni, in qualche modo o per caso, quel gioco potesse ritornare, di nascosto dai riflettori onnipotenti e dalle telecamere disseminate agli angoli. E il solo crederlo la rasserenava. L'avverarsi non era poi così importante.

"Aitante giovane canuto moderno, mi piacerebbe dirti all'orecchio delle cose senza senso per farti venire i brividini".

"Mio prezioso moschino della frutta, ti amo da far saltelli e ti regalo fiorellini scemi".

"Poltronico gioiellino a tratti bianco e blù, ti tamburellerei volentieri sulle ossa della cassa".

Scarmigliata si divertiva sorridendo, caricando la lavatrice.

sabato, luglio 05, 2008

Capitan Rethorick Sciroppo




Stimatissimo,
è da appena 5 ore che ho terminato una manovra con mare mosso al giardinetto e puoi immaginare come ora la mia stabilità possa essere ridotta. I problemi che abbiamo avuto col mare al traverso e con il mare a poppa si sommano adesso nei miei pensieri con un rollio eccessivo che penso possa portarmi ad uno spostamento del carico tale da portare il mio stato emotivo al capovolgimento. Ti scrivo quindi per ridurre la velocità, nel tentativo di cambiare rotta e seguire le onde.
Davanti al mio orizzonte solo stratocumuli in distesa continua, oscuri, che si srotolano in una forma imprecisata attraverso la quale talvolta è possibile scorgere l’azzurro del cielo. Mi sembra di non avvistare nulla nonostante l’anno che stiamo percorrendo sia un anno di tanti anniversari che potrebbero, alle strette, darmi una ipotetica rotta. Nel 1948 nacque la Costituzione Italiana, la Carta dei Diritti Umani e Gandhi venne ucciso con tre colpi di pistola. Nacque anche lo stato di Israele. Son passati 50 anni da quando Modugno cantò a braccia spalancate “nel blu dipinto di blu”e lo stesso tempo della messa in opera del ponte girevole sul mar piccolo di Taranto. 150 anni dalla nascita di Puccini e 140 dalla morte di Rossini. Un secolo dalla nascita di Simone de Beauvoir e Cesare Pavese. Ottanta anni dalla nascita di Che Guevara e 30 anni dal rapimento e la morte di Aldo Moro. Trent’anni dalla Legge Basaglia, e 40 dal così detto maggio parigino, dalla morte di Bob Kennedy e Martin Luther King. E son passati 150 anni appena dall’apparizione della Madonna a Lourdes e 210 dalla morte di Giacomo Casanova. Tante rievocazioni su cui il domandarsi che senso hanno nella nostra vita non è più tanto lecito. Come cartoline ingiallite dal tempo trascorso in un cassetto, gli avvenimenti del passato sono per il presente e per il futuro un prodotto in offerta tre al prezzo di due. Mi ritrovo ad assuccare senza trovare poi un qualsiasi matafione. Il susseguirsi di ciò che succede nel quotidiano, tralascia la commettitura necessaria per dare un logico senso di continuità. Sarà per questo che nel mio smarrimento penso alle donne. Alla donna, la mia, che mi giocai un giorno al tavolo verde del casinò Paradisopertutti, con un gesto liberatorio e superficiale insieme. Perse loro per sempre, persa la continuità tra noi e il futuro. Generazioni al macero. Come ebbe a dire il mio amico poeta Seppiolino “ce lo meritiamo Licio Gelli, ce lo meritiamo Piero Pelù”!
Immagino sia la stanchezza che mi fa sfioccare nella malinconia e mi blocca come corda incattivata. In attesa che la pressione si alzi e che le oscillazioni siano periodiche e regolari, mi auguro di ricevere nuove tue.

Colgo l’occasione per rivolgerti un carissimo e affettuoso saluto.

Capitan Sciroppo Rethorìck

martedì, luglio 01, 2008

colleghi 6 - sarà il caldo





- ...


- ...


- ...


- che fai questa estate? vai da tua madre?


- oddio, un tuffo al cuore!


- sarà il caldo.


- ...


- ...


- tu dove vai?


- oddio anche io tachicardia.


- sarà il caldo.


- ...


- ...


- in questo momento vorrei dormire per sempre.


- ...


- ...


- ciao.


- ciao.

mercoledì, giugno 25, 2008

Capitan Tramontabile Avvolèrl




Gentilissimo,
in questo momento, nel pieno dell’abbrivio, mi faccio presente a me stesso e spesso è una presenza a cui non sono abituato. Mi sento come un paterazzo senza strallo. E di sartie manco a parlarne. Nella giornata mi son ritrovato a caramella per colpi di vento inaspettati. I tempi non sono più a puggiare. Si orza nostro malgrado.
Questo per scriverti dell’abbordaggio di una nave di pirati. Come puoi immaginare qui si è pronti nell’uso di programmi speciali, sia in formazione, sia in professionalità d’uso delle armi. Ma l’inaspettata visita di centinaia di uomini con gli occhi affossati dalla rabbia, ci ha reso pigri. Abbiamo adottato subito l’arma più potente senza mezzi termini. Molti di loro hanno cercato di raggiungerci a nuoto. Abbiamo bordeggiato tanto da farli desistere. Quando sulla nave c’era un numero ragionevole di pirati, ci siamo abbordati con le scialuppe identitarie e i canotti forniti di paratie, abbiamo accostato e li abbiamo accolti nella nostra nave, con tutte le armi della tradizione che contraddistinguono la nostra identità nazionale, che è anche un distintivo di personalità e carattere. Disorientati hanno accettato di buon grado di bere la nostra famosa “cuppa” di tè caldo e fumante. Del resto, o con vento o con bonaccia, col mare grosso o con la pioggia, verso il tardo pomeriggio viene sempre servito all’intero equipaggio, me compreso, per rafforzare i bisogni di comunione di spiriti desiderosi di terra. Questo gesto ha reso i pirati esausti, fradici, feriti e contusi. Quella tazza di tè per molti ha avuto un univoco significato: “Ora sei a casa, è tutto normale, tutto sotto controllo”. Se posso ricavare frutti dalla disillusione, quella che il silenzio della sensibilità possa agevolarci nel non soffrire per il nostro prossimo, è quella che più ha ragione d’essere.
Amico caro, mi chiedo perché tante guerre per la conquista di una confezione di fazzolettini di carta da poter comprare e rivendere! Avvisata la capitaneria di porto abbiamo accompagnato i pirati nelle galere regie, senza incidenti. L’accoglienza dei centri è stata appropriata alla situazione. Ma ora la fallace stanchezza lasca i miei pensieri sul senso del nostro continuo strambare.
Sperando che Iddio mi conceda sempre il pregio di sapermi spiegare, ti invio ancora i miei
Infiniti ringraziamenti

Capitan Avvolèrl Tramontabile

sabato, giugno 21, 2008

note ai margini della lista della spesa




2 kg di patate sincere
mezzo di pachino tuttiuguali tuttostessocolore natipuliti
4 cetrioli stanziali
Obama fratello. Perchè un nero è fratello? Più fratello di mio fratello o meno? "I have dream i have dream" ... solo quando dormo. Il nero fratello è povero. Io no. E Obama è il povero che se ce la farà sarà il povero che ce l'ha fatta. Io no.
Succo di frutta perchèiovàlgo
confezione di taccitùa anticalcare
20 pz. di iàmmbèll antinucleari
Anche la donna. La donna ce la fa sempre. "Oggi viene la donna a darmi una mano" diceva mia nonna con la gonna, un solo polmone, quasi completamente cieca.
E comunque io mi sarei pura rotta le palle ... di farcela. A proposito, a fare che?
1/2 Pane e perchè
1 lt. Latte con diossina
Candeggina con pollo
èticaestetìcacòmebùstadiplàstica
intòrnoàllatèsta
fratèllodelfìnosorèllabalèna
conf. cartaigenica lunga lunga in poco spazio
armi da fuoco per zanzare
bombe alla crema per capelli
Più non ce la faccio più non esisto. Più non ce la voglio fare più divento un ingombro. Strano, che strano... Difficile che mi si capisca. E poi l'ebetaggine travestita da purezza. Perchè la purezza tira, vale, è richiesta.
vino
tarallucci
aspirina
Non è semplice... prosit!
e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam.

giovedì, giugno 12, 2008

previsione del tempo




Si prevede il passaggio di diversi tornado che provocheranno alle popolazioni, salve dalla distruzione, pensieri frenetici su cosa fare per diventare visibili nel mondo dello spettacolo.
I fenomeni potrebbero risultare molto forti provocando un netto calo termico nella circolazione sanguigna dei fruitori di tale frenesia, tale da considerare l'ibernazione una forma di salvezza.

Gli stati dell'Europa orientale subiscono l'onta della rimonta calda subtropicale e, onta su onta, saranno costretti e far rientrare tutti i connazionali sparsi sul globo in cerca di fortuna.

L'ondata di calore, poi, andrà assumendo entità smisurata tanto da rendere il linguaggio, degli esseri che ne fanno uso, incomprensibile e con forti cadenze dialettali.

Le infiltrazioni di aria umida oceanica, riconducibili all'azione ciclonica, raggiungono le regioni nord orientali. Le conseguenze del tasso porteranno le popolazioni autoctone a pregare le divinità celtiche, divinità tuttora ignare di avere al loro servizio adepti così fedeli.

Influenzata dall'area depressionaria, l’idea della pace e dell’armonia subirà picchi di autoesaltazione delirante, tanto da considerare la formula “sim sala bìm” come parametro fisico matematico certo per la restaurazione della concordia umana globale ed ecumenica. I provvedimenti contro l'estinzione della condivisione dell'amore dell'amicizia e della solidarietà seguiranno un listino prezzi controllato dalle associazioni dei consumatori.

Una "striscia" bianca di nuvole basse percorrerà i corridoi dei palazzi del potere, ma nessuno degli abitanti se ne accorgerà, pur annusandola. Spesso ci si chiederà a cosa serve il denaro, soprattutto quando manca. Il movimento salvifico antidepressionario si manifesterà nell'occupare il Grande Centro, provocando risse, incidenti e atti di terrorismo.

La mappa delle precipitazioni prevista dal modello GFS, mostra piogge abbondanti. I quantitativi più forti sembrano tuttavia destinati a chi crede di potersi rifare nella prossima vita. Vedremo nei prossimi aggiornamenti modellistici se tali attese verranno confermate.

La tempesta di vento che seguirà avrà un picco massimo di velocità pari a 98 kmh. Questo porterà la nube di diossina dalle zone meridionali alle zone settentrionali, provocando una strana euforia negli abitanti, che proveranno un gran sollazzo a cogliere difetti e imperfezioni nelle cose dette e fatte dai loro simili. Nel contempo la fame di altri simili morenti, muoverà masse numerose e in salute verso l'acquisto di beni di sussistenza confezionate con dosi superflue di ogni genere di imballaggio.

L'ondata di caldo invece interesserà quelli che dovranno percorrere molti chilometri in auto per raggiungere eventi, manifestazioni e festival estivi di balli di gruppo di ogni tipo e grado, tanto da provocare al rientro molti casi di omicidio e suicidio e soprattutto misti. Il record di temperatura massima cadrà e nei giorni a seguire assisteremo all'assalto di altri record. Le morti saranno bianche verdi e rosse.

L'aria nel catino padano tenderà a riscaldarsi e soprattutto a caricarsi di umidità. Tutti si sentiranno insicuri. Si porterà a credere che la colpa di tanta insicura visione del futuro sia da addossare all’altro da sé, come si suole dire, quindi anche alla propria madre. Potrebbero aversi anche forti fenomeni convettivi e invettivi. Complessi edipici, messi a dura prova, tenteranno di scardinare la storia della psicologia borghese del secolo scorso.

Temperature minime in generale aumento, complice il respiro caldo umido subtropicale in essere negli animi emotivamente instabili portati a leggere gli oroscopi dell’Internazionale come depositari di secolare saggezza.

Il lungo braccio di ferro fra l'Alta Pressione e la Depressione mediterranea vivrà un momento culminante dove le grida d’aiuto si faranno tutt’uno con le grida di rabbia atavica delle amazzoni prigioniere nelle cliniche di Veronesi.

La penetrazione verso est del nocciolo ciclonico, porterà un inevitabile calo barico e l'accentuazione del richiamo umido e fortemente instabile di matrice sub-tropicale non sempre avrà ascolto. Questo innescherà un senso di frustrazione generalizzato, tanto da indurre molti a passare il tempo libero a guardare gli europei di calcio.

Scopriremo poi che il sole se ne frega delle previsioni fatte da noi uomini sull'inizio del nuovo ciclo undecennale. E quindi sia il numero delle macchie che il flusso solare rimarranno molto bassi. Il calo delle borse mondiali sarà inevitabile. Di conseguenza e a sfregio, il sole potrebbe assistere agli umani giochi chiusi nella prevaricazione oltranzista, ghignando al pensiero del proprio autospegnimento a sorpresa.

Intanto un vento fortissimo di scirocco ha già iniziato ad innescare una condizione atmosferica di notevole foehn che, in base a quanto si nutrirà di capacità di rendere possibili le sorprese che ha la vita quando vuole continuare, riuscirà a scongiurare, ancora una volta, il giudizio universale. Come una musica presa a caso.

sabato, giugno 07, 2008

Capitàn Bòria




Carissimo,
sono a 2279 miglia nautiche dall’arrivo.
Potrai ben capire che a velocità di crociera media di 7 nodi, questa distanza, se percorsa in linea retta e senza ostacoli o deviazioni potrebbe essere coperta in 326 ore. Purtroppo sono circondata da terrazzani, ma con questa grande crisi che ci circonda non si può pretendere di meglio. Potrai ben comprendere la mia fatica. Mi chiedo spesso come sarebbe stata diversa la mia vita se alcune sfavorevoli provvidenze non avessero intralciato il mio cammino o le mie bracciate.
Forse sarei stata costretta in minor misura alle comandate e la mia figura sarebbe stata valutata secondo il suo valore. Nonostante la buona volontà, navigare sottovento mi diviene sempre più difficile. Tutto questo per dirti che stamani ero ritta nella scassa a guardar l’orizzonte e ho pensato a come la deriva evita lo scarroccio per una precisa direzione. Ma quante volte lo scarroccio ha avuto più forza nella mia vita?

Con immutato riguardo

Capitan Bòria