mercoledì, luglio 25, 2007

piccole cose




... e quindi finalmente prendo un treno e vado, vedrò famiglia, amici e altro e non so proprio cosa sarà. E' stata una stagione passata ben dura per me direi, ma ... ma ... ma... senza se e senza ma? no no! senza se, sì!
MA
MA
MA
nonostante la percezione della realtà sia stata oppressiva in alcuni momenti e tutto, lavoro, figlia, soldi, fatica, età, salute, amore, genere maschile, genere femminile, corpo, voce, mondo, natura, cielo, acqua, fuoco, idee, mente, anima, musica ... facevano a gara per aver spazio come se tutti gli elementi volessero attenzione, spazio e libertà senza rispettare tempi, senza tempo, senza pazienza, senza dedizione, senza serenità ... come se tutto dovesse solo esplodere e bisognasse solo rintanarsi più lontano possibile, rendendosi irraggiungibili, intoccabili, inesistenti, nascondendosi, rassegnandosi, con la sensazione di panico del "cosa sarà di me, di mia figlia", "cosa sarà di noi"che mi coglieva improvvisamente in momenti di assoluta mancanza di senso, c'è stato il MA.
MA piccole cose, timide, quasi piccoli appoggi, piccoli respiri, piccoli sogni, piccole poesie, piccoli colori ... si sono lentamente fatte costanti e salutari e rassicuranti, amorevoli ... a voler dire che la vita quando vuole continuare a vivere trova inaspettatamente le vie, piccole vie, piccoli interstizi, piccoli spazi per farsi largo nel marasma individuale e collettivo, nella storia, nelle stagioni, nella "guerra" ... nutrire nutrire nutrire le piccole cose per avere uno sguardo a lunga gittata. Retorica? Romantica?
... quasi mi infastidisco, a causa di quella parte cinica che caratterizza molto la mia autoironia, ma che farci, stesse un po' zittina adesso ... si riposasse un po' anche lei!
... e con voi amici di mente, bloggheschi che non siamo altro e non solo ... c'è stata condivisione di piccole cose, piccoli respiri, presumendo la vita di ognuno, il marasma, la fatica di ognuno, la leggerezza, la vaghezza, la fantasia di pensieri.
Adesso vacanze un po', pochine forse, poi? Non credo per me sarà una passeggiata piacevole poi, ma potrò spero almeno renderla interessante. Non lo so. Un po' lo so già ma forse no. Opzetek contro?
Piccole cose. Piccole cose, piccoli respiri per grandi ... amori? ma sì son proprio loro, amori ...
buone vacanze a tutti!
adesso in ordine sparso per il mondo!
... appuntamento a settembre al Bar sotto il portico alle 20 per il brindisi e il gelato!
Sbiciuks!

domenica, luglio 22, 2007

il comunismo è fantasia

... del resto era stato annunciato che il panettone non si sarebbe mangiato!

sabato, luglio 21, 2007

favola


C'era una volta, tanto tanto tempo fa,
un tempo, tanto tanto tempo,
che una volta, tanto tanto tempo fa,
c'era.

mercoledì, luglio 18, 2007

io sono una forza del passato

dal film di P.P. Pasolini "La ricotta"

martedì, luglio 17, 2007

domenica, luglio 15, 2007

baubo



BAUBO, LA DEA PANCIUTA

Demetra, la dea madre della terra, aveva una bellissima figlia di nome Persefone, che un giorno giocava all'aperto. Persefone vide ad un tratto un fiore particolarmente bello e allungò le mani per coglierlo. D'improvviso la terra si mise a tremare e si aprì una profonda voragine. Dalle profondità della terra emerse Ade, il dio degli Inferi. Alto e possente, stava ritto su un carro nero tirato da quattro cavalli del colore dei fantasmi.Ade rapì Persefone sul suo carro e lanciò i cavalli nelle profondità della terra. Le urla di Persefone si fecero sempre più flebili a mano a mano che si richiudeva la voragine della terra, come se nulla fosse mai accaduto. Sulla terra regnò il silenzio e si diffuse il profumo dei fiori calpestati. E la voce della fanciulla risuonò attraverso le pietre delle montagne, gorgogliò tra le onde del mare. Demetra udì le pietre urlare. Udì le acque urlare. Strappandosi il serto dalla chioma immortale, spogliandosi degli scuri veli, prese a volare sulla terra come un grande uccello, alla ricerca di sua figlia, chiamandola a gran voce.

Quella notte una vecchia seduta al limitare di una caverna disse di aver udito tre grida quel giorno: una era una giovane voce che urlava di terrore, l'altra chiamava lamentosamente e la terza era di una madre in lacrime.Persefone non si ritrovava e iniziò così la lunga folle ricerca di Demetra della figlia tanto amata. Demetra s'infuriò, pianse, urlò, cercò indizi e frugò dentro, sotto, sopra ogni rialzo della terra, implorò compassione, implorò la morte, ma non riuscì a trovare l'amata figlia. Allora, lei che aveva fatto crescere ogni cosa per l'eternità, maledisse tutti i campi fertili del mondo. Per via della maledizione di Demetra, nessun bambino poteva nascere, non poteva crescere il grano per il nutrimento, né potevano sbocciare fiori per le feste o crescere rami d'albero per i morti. Tutto era appassito e inaridito sulla terra riarsa.Demetra non si era più bagnata, e le sue vesti erano tutte infangate e i capelli arruffati. Nel suo cuore la pena vacillava, ma non si sarebbe arresa. Dopo tante domande, preghiere, avventure che non avevano portato a nulla, cadde infine accanto ad un pozzo in un villaggio in cui nessuno la conosceva. E appoggiò il corpo dolente contro la pietra fredda del pozzo, e in quel mentre sopraggiunse una donna, o piuttosto una specie di donna. E questa donna si mise a danzare di fronte a Demetra dimenando i fianchi in un modo che ricordava il rapporto sessuale, e scuotendo i seni nella danza. E vedendola Demetra non poté trattenere un lieve sorriso. La femmina ballerina era davvero magica, perché non aveva testa, e i capezzoli erano i suoi occhi e la vagina la sua bocca. Con questa amabile bocca prese a intrattenere Demetra con storielle piccanti. Demetra cominciò a sorridere, poi ridacchiò, poi esplose in una fragorosa risata. E insieme risero le due donne, la piccola Baubo e la potente Demetra.E fu proprio questo riso che trasse Demetra dalla depressione e le diede l'energia necessaria per continuare la ricerca della figlia; con l'aiuto di Baubo, della vecchia Ecate e di Elio, il Sole, la ricerca ebbe buon esito Persefone fu restituita alla madre. Il mondo, la terra e il ventre delle donne ripresero a fiorire.


C'è un aspetto femminile che è una sorta di fuoco sotterraneo che a volte divampa, talaltra lentamente brucia, ciclicamente. Uno stato di intensa consapevolezza sensoriale che include la sessualità, ma non si limita ad essa. Nelle antiche culture matriarcali esistevano delle dee dell'oscenità. L'osceno non è affatto volgare, ma assomiglia piuttosto ad una creatura fantastica che vorreste avere tra le vostre migliori amiche. Nel riso la donna può cominciare a respirare davvero, a sentire sensazioni di apertura alle lacrime trattenute o a memorie dimenticate, o l'apertura delle catene messe alla personalità sessuale. Queste dee allentano ciò che è troppo stretto, bandiscono la malinconia, mantengono liberi i passaggi. Una di queste dee è Baubo. Discende dalle dee panciute neolitiche, misteriose figure senza testa. Sono i talismani del potere femminile. E il riso che scuote il ventre è una delle migliori medicine che una donna possa ricevere.L'energia maschile è bella, addirittura sontuosa, grandiosa, ma a volte è come mangiare troppi cioccolatini. Di tanto in tanto è bello mangiare solo riso bianco e bere brodo leggero. Di tanto in tanto è bello vivere un'atmosfera squisitamente femminile, in solitudine o in compagnia.Un po' di oscenità aiuta a vincere la depressione. Certe risate, provocate da vecchie storie che le donne si raccontano, rimescolano la libido, riattizzano il fuoco dell'interesse alla vita.Gli scherzi e il riso delle donne sono un'ottima medicina per i tempi duri, un corroborante nella convalescenza. Quando il riso rende le persone contente di essere al mondo, più consapevoli dell'amore e dell'eros, quando allevia la tristezza e vince la collera, allora è sacro.


tratto da "donne che corrono coi lupi" di Pinkola Estes etc.


un tempo ne stavo facendo uno spettacolo, ero giovane. Io ora mi sento spacciata perchè ... non c'è più nulla di tutto questo, tutto questo è MORTO. E non me ne sono accorta. Non potrò mai perdonarmelo.

piccolo intervallo

trasmissione del 2001, prima dell'elezioni.

venerdì, luglio 13, 2007

ho comprato i salamini e me ne vanto




Ho incontrato una zia vedova, zia Wiki (in Pedia) che mi ha detto che oramai si sa tutto della specie dei macachi. Il macaco Bù, per esempio, si dice accompagnato da una stirpe mista tra l’anaconda e l’ominide che fa un verso "pnaaac pnaaac pnaaaac!".
La zia mi dice che il verso "pnac" ha grande importanza di questi tempi e lei è sempre disposta ad essere ancora esaustiva, per quanto possibile su ciò che sa di fonetica. Eh già … la fonetica!
Zia Wiki dice:
La fonetica è quella branca della linguistica che si rivolge allo studio dei suoni linguistici nei loro aspetti concreti, secondo svariati punti di vista.
I suoi principali temi di studio riguardano la produzione e la percezione dei suoni linguistici da parte dell’uomo, e le loro caratteristiche acustiche, viste sia dal lato dell’emittente, il parlante (che parla, alle volte parla senza dire nulla, alle volte bene, alle volte male, alle volte tradendosi, alle volte mistificando, alle volte mentendo, alle volte omettendo) che da quello del ricevente, l’ascoltatore, (che ascolta e che pure pensa o si incanta, o ha gli occhi come buchi neri e da lì è evidente che il cervello, nel retro, sta lavorando per i fatti suoi…).

"pnaaaac pnaaaac pnaaaac!"

Ho comprato i salamini e me ne vanto.Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, E' inutile ridir, Sono un bel giovanottin, Sono un augellin...

Ho incontrato un cugino commerciante, cittadino di buona parte del mondo, che aveva appena lavato i capelli e con il suo asciugamano in testa a uso di turbante che turba, diceva di essere stato un tempo un esperto di matematica e astronomia in occidente, ma questo non l’aiutava più a capire come potesse risultare che "mille + una notte" ha come risultato adesso "duemila + un anno". E’ questa confusione non gli giovava, tanto che ora per sicurezza, quando compra e vende, usa gli "sghEU" invece dei "moneyPiETRO".

"pnaaaac pnaaaac pnaaaac!"

Ho comprato i salamini e me ne vanto.Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, E' inutile ridir, Sono un bel giovanottin, Sono un augellin...

Le anaconde e i macachi sono andati al Foro Romano a vedere e a studiare la "pax" dei latini che impero dappetutto crearono.
"Come mai" si chiesero le anaconde con i macachi "da noi impero non arrivò?".
Questo per loro è un gran dispiacere tanto che allor si dicono, l’impero lo facciamo noi e cercano intorno delle piste d’atteraggio per imperare poi.
C’è una terra stretta e lunga che è proprio una buona pista, sembra un ponte tra qua e là, giusta "gnè gnè alìbbabbà". Ma il pensier è ostacolato. Presto detto allor si chiamano i parenti e i padrini. Che solerte affezione! Veloci rispondono al richiamo! Son lì che regalano a tutti i Dòdo della striscia, tante piste belle e bianche che si radicano pian piano. Sono candide ed esotiche, ricordano spiagge lontane, con grandi sassi e lindi massoni, e quindi tutti lì ad annusare la salsedine salutare. Sono cure ricostituenti, sono riforme costituzionali, da distribuire per l’occasione alla nuovissima generazione.

"pnaaac pnaaaac pnaaac!"


Ho comprato i salamini e me ne vanto.Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, E' inutile ridir, Sono un bel giovanottin, Sono un augellin...

Passeggio finalmente con delle scarpe comode… belle comode che mi fanno andar lontano e ritornar vicino, quando voglio e in base a ciò che sento. Mi dicono che non son più di moda. Che mi dovrei vergognare. Che meglio sarebbe camminar scalza sull’asfalto nero e zozzo piuttosto che andar in giro con le scarpe che ho. Mi ci trovo così bene a camminare però! E allora peggio per te, mi dicono, sola per sempre, isolata col tempo che ti mangia e ti divora. Ed è inutile che tu dica che il tempo non mangia e non divora, perché sarà un tentativo vano … abbiamo per te le prove cancerogene, le cisti e i noduli che controllerai ogni mese, ogni giorno per seguire il tempo della degenerazione … e la paura ti divorerà. E se non bastassero queste prove te ne daremo altre, perché tu possa gettare le tue scarpe e comprartene altre, alte belle griffate e scomode, che non ti faranno mai muovere. E se non potrai permettertele perché son care, allora scalza sull’asfalto rovente e sulle mine disseminate a camminare.

"pnaaac pnaaaac pnaaaaaaac!"


Ho comprato i salamini e me ne vanto. Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, E' inutile ridir, Sono un bel giovanottin, Sono un augellin...

I Don Chisciotte sono pochi e sterminati. Troppo clamore c’è nel finirli. Colpiremo allora gli Anacoluti e gli Ossimori in ordine sparso nel mondo, perché la nuova Grammatica esige nuove e poche regole. Lo spazio sarà poco, riservato solo per frasi transitive e intransitive, la poesia al bando. E per il bene di tutti che la pulizia si farà. E se questo ti convincerà ci aiuterai a fare faccende in casa, a metter in ordine, a riordinare in maniera nuova i cassetti, i ricordi, la tua storia. Ci dirai grazie, grazie per avermi salvato, come quelle donne che partoriscono nel dolore per una flebo che accellera tutto, perché il tempo è poco per il ginecologo che ha da fare una gita in barca. E quando il parto, alla fine cesareo, sarà avvenuto, le donne ringrazieranno ignare e si sentiranno salvate dal medico agognante il mare.


"pnaaac pnaaac pnaaaac!"

Ho comprato i salamini e me ne vanto.Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, E' inutile ridir, Sono un bel giovanottin, Sono un augellin...

Caro amore mio, tu che ami rimani serenamente con me e quando tutto ruoterà ancor più vorticosamente mantieniti al centro del movimento, al centro del cerchio. Questa melma non fu mai del tuo mondo. Né del mio.

Ho comprato i salamini e me ne vanto. Se qualcuno ci patisce che io canto, E' inutile sparlar, è inutile ridir, sono un bel giovanottìn, sono un augellìn ...

d'espressione libertà

... e il carrozzone va!

mercoledì, luglio 11, 2007

e allora ...

... Don Chisciotte!
oggi 12 luglio you tube mi dice: This video has been removed due to terms of use violation.

martedì, luglio 10, 2007

pubblicità

Il Carosello nacque nel 1957 e fu chiuso nel 1977. Raccontava di un mondo che non esisteva. Enzo Biagi definisce il protagonista tipo:"Un italiano fantastico e straordinario: alcolizzato, sempre alla ricerca di aperitivi; puzzone, perennemente bisognoso di deodoranti e detersivi; divoratore di formaggini e scatolette e chissà con quali dolori se alla sera non ci fossero stati certi confetti ..."

domenica, luglio 08, 2007

il surrealismo di Fred

dal film "Royal Wedding" del 1951 diretto da Stanley Donen.

sabato, luglio 07, 2007

se parigi avèss ù màer sarebbe na piccola bàer


Quando ero piccola io e la mia famiglia vivevamo al quartiere "Libertà" ... il quartiere popolare di Bari vicino al tribunale. Il nostro palazzo era ed è ancora di quelli con il portone di legno molto grande, l'atrio spazioso col soffitto a volta, senza ascensore e con i gradini della scale molto alti. Il portone è sempre stato fresco e con quell'odore di umidità molto forte, che a me tutt'ora in qualsiasi posto io me lo ritrovi ad avvertire, mi rimanda al concetto di "casa", di appartenenza. Mi ricordo di una sera in cui io, i miei fratelli e mia madre ci trovammo un grosso animale sul passamano delle scale, tipo un castoro lungo con gli occhi rossi, i baffi lunghi, che mostrava i denti e ci soffiava contro come un gatto. Ricordo le urla di mia madre che nello stesso tempo ammassava noi dietro le sue spalle. Poi ricordo l'arrivo dei Vigili del Fuoco. A me quando succedevano cose del genere, mi veniva di ripensarci la sera, a letto, e mi sembravano avventure, delle specie di feste. Anche quando avvenivano le sparatorie. Si era fermi a casa, con le persiene verdi chiuse, e si ascoltavano gli spari e le grida. Poi si riapriva tutto quando scemava la confusione, e dal balcone, in alto, si vedeva l'auto dei carabinieri, l'ambulanza che partiva, le donne che parlavano animosamente, il palazzo di fronte bucato nel muro dai colpi d'arma e le rondini in aria che tra un tetto e l'altro ricominciavano i loro giri di valzer cantando. E di cosa era successo veramente io non capivo. Erano un insieme di vocaboli: arresti domiciliari, Peppìn u gnùr (Peppino il nero), 'a migghièr (la moglie) 'a vecchia, avarrivàt 'u di cchiù (è arrivato "il di più", che in genere si riferisce a una persona) ... non capivo mai cosa realmente succedeva! Ma la sera a letto ci ripensavo, un'altra festa, un'altra avventura. Mia madre a noi e ai nostri cugini ci diceva di non avvicinarci al vecchio in carrozzella, quello che stava sempre vicino al negozio che vendeva tutte le cose di plastica Moplen e i giochini sempre di plastica, perchè era un "porco maledetto", così diceva ...

Mia madre faceva la maestra elementare e veniva da Taranto, e si ritrovò a Bari a insegnare nelle classi differenziali, cioè quelle classi fatte da bambini che frequetavano insieme, chi la prima, chi la seconda, chi la quinta ... tutti insieme nella stessa classe. Alcuni erano anche grandi... cioè di 14/15 anni. Mia madre non conosceva il dialetto barese, solo il tarantino;son dialetti che, anche se si somigliano, hanno per alcuni vocaboli delle differenze sostanziali. Un giorno mia madre ventisettenne affrontò la classe cercando con tutte le sue motivazioni di avere autorità, perchè sapeva che se non avesse prima di tutto stabilito quella, per lei era finita. Voleva soprattutto cercare di adempiere alla sua "missione" cioè l'alfabetizzazione, che era lo scopo primario negli anni sessanta, in un quartiere popolare del sud. E con tutta la sua lucidità e innocenza, mentre era lì, un bambino piccolino piccolino, con gli occhi spalancati dallo spavento le disse "Maè, vedi quello mi tocca con la ciòla!!!" Ora a Bari si chiama "ciòla" l'organo maschile, ed è solo a Bari che si dice così. Mia madre preso atto della paura del piccolo, pensò si trattasse di cosa veramente pericolosa, pensò ad un'arma, anche perchè l'accusato era bello grande, e con voce da nazista gli intimò "portamela immediatamente qui!" sbattendo con forza la mano sulla cattedra. La classe ammutolì di colpo. Il piccolo si era inebetito e il grande aveva tutto lo stupore del caso. Allora mia madre, di fronte al silenzio totale pensò di avere in pugno la situazione e con voce dura ma un po' più morbida, senza nulla togliere alla fermezza aggiunse" non farmi alzare, se vengo io da te è peggio, te la tolgo con la forza, portamela!" A quel punto su tutta la classe aleggiava la paura, soprattuto per il grandicello che aveva gli occhi spalancati dal terrore. Mia madre, di fronte allo sconcerto generale, pensò di aver esagerato. E allora con voce materna e dolce disse "Facciamo così, adesso me la porti, io la metto nel cassetto, e dopo la lezione te la ridò" . Il disorientamento fu palese, tanto che una bimbetta timidamente e con voce sottile bisbigliò "la maè nùn sàap ci è la ciòla!" (la maestra non sa cos'è la ciòla). A quel punto mia madre avvertì qualcosa di indistinto, e ordinò a tutti di stare fermi e buoni che doveva uscire fuori un attimino. Andò dalle colleghe ad informarsi. Quando rientrò la classe era stata ferma e buona, ubbidiente. E mia madre fece finta di nulla.

Ancora oggi i suoi ex alunni vanno a trovarla. Son belli grandi, anche cinquantenni. Chi ha la bancarella al mercato, chi fa il camionista, chi il programmatore, chi la maestra, chi l'estetista, il ragioniere, il pizzaiolo ... le dicono di come fanno studiare i loro figli e dei libri che si leggono ogni tanto con tempo a disposizione e la informano anche di altri alunni invece che non ce l'hanno fatta, si sono uccisi o sono stati uccisi ... e non c'è differenza ...


venerdì, luglio 06, 2007

baresi della georgia

... mang(ie) ù mlòon

giovedì, luglio 05, 2007

connessione

Stazione Antartica di McMurdo, 3.550 km a sud della Nuova Zelanda. Un'istallazione di 99 sfere blù di diversa grandezza che riproduce con esattezza la mappa stellare visibile sopra il cielo dell'Antartide. Ogni sfera fabbricata in scala con materiale biodegradabile, è allineata perfettamente con le stelle che brillano in cielo. Una proiezione del cielo. E nella luce le sfere stesse proiettano sul bianco le loro ombre. L'intenzione della scultrice Lita Albuquerque, che si è ispirata ai megaliti predisposti dai nostri antenati migliaia di secoli fa, è quella di stabilire una connessione profonda con l'universo.
Ora, io credo che quest'artista abbia pensato a un'azione che potesse rendere se stessa collegata alla vita. Cioè ha operato il suo RITO DI CONNESSIONE. E immagino anche che in qualche maniera, magari non così vistosamente, ognuno abbia il suo, di rito. Mi auguro che questa estate ne sia ricco per tutti. Intanto io, guardando le immagini, prima di conoscerne la storia, ne ho ricevuto un gran sollievo.
Scrivo tutto questo in ufficio dal pc di una collega, dato che il mio pc è privo oggi di connessione alla "rete".

mercoledì, luglio 04, 2007

martedì, luglio 03, 2007

PDN



un po' di refrigerio ... nel frattempo pubblicai qui ...

lunedì, luglio 02, 2007

contraddizione primaria



Io accetto un film o non lo accetto in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perchè ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un'invenzione dei cattivi giornalisti. Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me c'è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressiste di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario tra l'arte e la vita.
Gian Maria Volontè 1984

film: "Vent d'est " di Jean -Luc Godard 1968. Girato a Roma.E' un film che propone come attori, tra gli altri, il regista brasialiano Glauber Rocha e il leader studentesco tedesco Daniel Cohn-Bendit. Si dice che i capitali stanziati per il film, nelle intenzioni del produttore un western politico, furono distribuiti a esponenti di gruppi extraparlamentari romani, sotto la copertura delle comparsate. Dice Adriano Sofri:" Godard lo ricordo personalmente perchè abbiamo fatto un bagno nella fontana di piazza Navona, con Anna Karina. C'era anche Daniel Cohn-Benedit, mi pare. Però Anna Karina era bellissima, e noi eravamo giovani, ci tuffavamo bene..."

domenica, luglio 01, 2007

Lulù



Attenzione: vedere solo se atti a vederlo,... un po' bisogna saper ancora ballare, anche ballare dentro. Atti giusti per ... vabè

E' un abbinamento per me straordinario. Se sapessi che in qualche discoteca italiana questo video musicale fosse trasmesso ... io in quella discoteca ci andrei a ballare ... atta a ballare! (la consecuzio mi stava traballando qui)

Fa parte della lezione n.2 : il più grande attore ... l'attore più geniale ... da vedere se è possibile all'opera: Gian Maria Volontè

E' anche un po' lungo forse ... quindi attissimi ecc.