martedì, giugno 23, 2009

l'ultimo comizio dal padiglione n.6



Ed eccoci arrivati. Dico a te. Finalmente ti senti chiuso nell'angolo. E fai finta di niente. E io con questa folle corsa a compensare la tua mancata natura, il tuo grande bluff. E questo non ti perdonerò perchè la fatica inutile di questo spendersi a colmare il tuo vuoto fatto d'assenza non è neanche considerato, né visto, inesistente, vano. Ti do il merito di giudicarlo incompetente. Non mi è propria la tua natura e in verità tu hai espropriato la mia, con un gioco d'anticipo. Il grande bluff sono io.

E adesso guardami. Lo vedi il bluff? Guardalo come io guardo te. E prendi fiato che non ho finito.

Deve essere difficile il passagio, no? Quel momento là ... No, non puoi ancora scappare. E dove vorresti ancora andare? Quel preciso momento ... Che dici? Si conterà uno due e tre? Tu riesci a immaginare la tua fine?

E' spaventoso. Vien da fuggire. Ne sento la paura. La vedo la tua e la guardo. E guardami mentre ti parlo. E non correre a far cazzate e a giocare. Guarda la mia paura, hai paura? Ti chiedi come tu possa rendere anche quel momento un momento felice. Ma adesso prendi pure tempo e calmati, che non ho ancora finito.

Adesso non appartieni a nulla e ti disperdi. Non riesci più a muoverti senza i limiti che ti sei confezionato con cura. Tutto è svanito e ripercorri il tuo passato come a trovare quella traccia che ti ha portato qui, all'angolo. Non puoi trovar risposta perchè per tutto questo tempo non hai fatto altro che non risponderti, evitando con festosità e tristezza ogni angolo del mondo. Sei solo come un cane e condannato a finire. E' da questo che sei sempre fuggito, no? Ti capisco. La condanna è la stessa. Guardami. Da sempre lei. E ora non puoi più divagarti, distrarti, impegnarti al disimpegno camuffato da grande lavorio. Eh già, c'è da deprimersi. E inizi a sentire il dolore del mondo. Ti piacerebbe tornare ancora al grande bluff a gonfiare il tuo potere basato sul nulla che con temeraria spavalderia vuoi rendere immortale. Oramai non potrai più permettertelo. Quella strada è chiusa. Mai più nulla sarà come prima. Nè lo potrai più vivere evitando la nausea che porti verso te stesso. Il disgusto. Lo senti il disgusto? Abbandonati ora, pure al pianto, io non ho finito.

E' un miracolo ascoltare le rondini danzare e vincere con così poco il sapore della tua desolazione. E che la luce di questo sole che attraversa a lampi il verde di poche foglie possa raggiungere te e il tuo gelo. Ne avverti il tenue calore?

Come se fosse amore senza prezzo a cui non credi più. Che non sai se ti è ancora riservato. Questo il dubbio. L'incertezza ti invade, guardala come ti agita il cuore senza più vie di fuga. La voglia di sparire piuttosto che non meritare la vita. Guardami e datti pace. Respira e allontana la tua ansia. Conquistala rinunciando alla seduzione. Respira, respira.
Una resa, senza paura.

Adesso vado via, mi allontano e continua a guardarmi, sapendo che per te Nulla sarà Sempre.

No,non è vero non ho finito.
Vuoi ricominciare adesso e non hai capito. Ancora vuoi ricominciare a battere in automatico il tuo copione. E non ti basta e con sguardo apparentemente nuovo vuoi far del bene magari. Come a rinverdire la nostalgia di una placenta piena d'acqua. E se questo ti risulterà appena un po' impossibile, tenterai ancora di succhiare la vita come una sanguisuga nel tentativo di ringiovanire nella tua età. E ricomincierai a fare in modo che il mondo diventi il tuo palcoscenico privato dove fermare il tempo e interpretare il tuo ruolo preferito assecondando i tuoi inconsapevoli piani di fuga. E la paura tornerà, e il disgusto, e la condanna e il suono del garrire delle rondini sarà colonna sonora della tua folle reiterata scelta. Guardami e guarda la tua follia. Per sempre e per tutti riconoscibile. Guarda. Adesso lo vedi dove sei veramente finito?

Hai perso, perdiamoci.