martedì, ottobre 30, 2007

comoda comoda


Ho vita. Ho vita degli altri. Vita nell’universo. E mi scopro in ritardo … imperdonabile!
Sono imperdonabile da quel giorno in cui ero in un giardinetto di un paesello che giocavo con fratelli e cugini e avevo 5 anni e mia sorella 4 e mio fratello 3. E i miei cugini erano 3, una di 5 una di 4 e uno di 3. Io la più grande di 6 e da quel giorno anche in ritardo. Imperdonabile. Ho perso il conto in questo paesello senza patria.

a volte le cose non sono quello che sembrano e neanche quello che appaiono... mi viene in mente or ora - comodo, comodo -

Che bello quando si sta comodi comodi … mi piace molto.
E mi vien subito da mettermi comoda comoda … a pensare che a volte le cose non sono quello che sembrano e neanche quello che appaiono e a pensare anche “va bè niente”.
Comoda comoda a vedere la casa che si scurisce per il tramonto, che bisogna accendere la luce, che il gatto ha bellissimi baffi e che il tempo fugge ma “ndòcazzovà” …
Che sono qui a Roma, perché ho perso la poltrona nei pressi di Piazza Esedra. Che ho il gatto, una figlia e degli occhiali dalla montatura rossa come il ministro Maroni in televisioni, e il ministro Marrone in televisione.

Mi sono iconizzata in una cartella, e a bozzolo in un piumone celeste, or ora, comoda comoda mi viene in mente che le cose non sono quello che sembrano e neanche quello che … … …

giovedì, ottobre 25, 2007

...

cade? non cade? ... io spero di ... io no ... io non ...


un bianco e nero del 2001... l'uomo che non c'era - fratelli Cohen

mercoledì, ottobre 24, 2007

confusionpò/st!



Una persona vede l’evento; essa vede se stessa che osserva l’evento; vede se stessa mentre guarda altri che stanno osservando l’evento e che, forse, vedono se stessi che osservano l’evento. Così gli spettatori e lo spettatore di spettatori; e il se che guarda se stesso, che può essere o spettatore, o spettatore di spettatori … il performer non esiste!

Ho ricevuto un’avvisaglia dalla mia prole … come un lontano richiamo di probabile chiamata dal suo dirigente manager dell’azienda scolastica che frequenta … e questo mi ha allarmato, più che allarmato mi ha urlato dentro… mi ha detto la prole che ha fatto tante assenze in appena un mese, un giorno frequentava e due no … ma tu sai che c’è l’articolo 30 della repubblica democratica italiana? che dice:
È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
E quindi io risulterò incapace e tu chissà dove andrai a finire? E gridavo gridavo … che dei "ciccipucci" che arrivano da lontano me ne sbatto e non ce ne facciamo nulla! Che da lontano i "ciccipucci" non ci servono a vivere … che insomma … dove andremo a finire? … come facciamo? Tu sai già che io …il lavoro … il mondo … le cose…
La prole mi ha detto: ho problemi molto più gravi in questo momento … quali? Quali? Non voglio dirtelo, non ha te … calma sangue freddo, dimmi un po’ … che succede?
Mamma, ogni vita non vale nulla … un individuo per questo mondo, per questa vita, non vale nulla per niente e nessuno, in sé non è niente … la mia vita non vale nulla, ma voglio vivere lo stesso … perché?


///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))///#)))

Art. 29.
La Repubblica Presocratica Italiana riconosce i diritti della comunità come società naturale fondata sul matriarcato.
Il matriarcato è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei componenti, con i limiti stabiliti dallo spazio e dalla ubicazione degli stessi a garanzia dell'unità della comunità.


la Lou Salomè disse:
"Solo chi rimane completamente se stesso si presta alla lunga a venire amato, perchè solo così, nella sua pienezza vitale, può simbolizzare per l'altro la vita, essere avvertito come una potenza di essa.
Un eterno rimanere estranei nell'eterna vicinanza è dunque il segno più pertinente e inalienabile di ogni amore in quanto tale: ... non solo nel disprezzo o nell'amore non ricambiato, inftti, ma dappertutto, ovunque ci si ama, l'uno sfiora l'altro lasciandolo poi a se stesso. Ogni amore è sempre una segreta tragedia, ma proprio per il fatto di esserlo riesce ad avere effetti così potentemente produttivi".

nell'ipotesi di un casuale incontro tra un rainer maria un friedrich e una lou sparsi nel mondo ... io sono Maria Rainer, la bidella polacca dell'azienda scolastica di cui sopra.

martedì, ottobre 23, 2007

discorso

"la prassi chi è? sua moglie?"

Totò in Ninì Cantachiaro

domenica, ottobre 21, 2007

emanazione di disciplina


Per quanto riguarda il Disegno di Legge: “Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale (3 agosto 2007)” rimando all'esemplare post di "Femminismo a sud" dove i dettagli del DDL sono presi in esame in maniera esaustiva:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2007/10/20/sodomie-legislative

sabato, ottobre 20, 2007

a gentile richiesta, volentieri pubblico


A seguito di un mio post del 2006 : http://ciechielefante.blogspot.com/2006/12/farabuttismo-dialettico-inconscio.html dove riportavo uno stralcio dello studio del Dott. Nicola Glielmi sul F.D.A.I. che consiglio vivamente di leggere: http://www.glielmi.it/news/index09.html , ho ricevuto una lettera dallo stesso che m'invita a pubblicare la prefazione del suo ultimo libro dal titolo: BRUCIARE LA BIBBIA. Volentieri pubblico:
E’ uscito il saggio “BRUCIARE LA BIBBIA” del dr. Nicola Glielmi, di pag. 160 con 49 partecipanti al dibattito. E’ scritto in lingua italiana.
Si anticipano la Copertina, la Presentazione e la Prefazione.
Chi voglia acquistare l’opera, può richiederla direttamente all’autore al seguente indirizzo:
nicola@glielmi.it, indicando il proprio nome, cognome, via, numero civico, città e cap.
Sarà spedita in contrassegno.

NICOLA GLIELMI
BRUCIARE LA BIBBIA

IN MEMORIA DI TUTTI I CADUTI DI GUERRA
NEL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI W. REICH
(penitenziario di Lewisburg 03/11/1957)

NON POSSIAMO AFFERMARE CHE L’ABOLIZIONE DELL’INSEGNAMENTO RELIGIOSO DALLE SCUOLE PROMUOVERA’ LA PACE E FORMERA’ UOMINI MIGLIORI.

MA SAPPIAMO CON CERTEZZA CHE IL MISTICISMO E’ LA CAUSA PRINCIPALE DELLE GUERRE CHE PORTERANNO ALLA DISTRUZIONE DEL PIANETA SECONDO L’APOCALISSE DI GIOVANNI. ( Nicola Glielmi)

PRESENTAZIONE
Giovanni Rovito
Dott. Glielmi, Lei mi chiede che io faccia la prefazione a questo testo. Mi sento onorato, ma perché lo chiede a me, che non so niente di Reich, di Freud o di Jung? Perché non ad una persona competente?
Nicola Glielmi
Se lo chiedesi ad un analista junghiano, per esempio, egli farebbe una magnifica prefazione, come già mi è capitato, ma userebbe il suo linguaggio, profondendo nella presentazione del mio scritto, in tutta buona fede, il suo sapere e potrebbe non cogliere i fatti essenziali che possono colpire una persona che “non sa” e che non ha prevenzioni di sorta.
Perfino Federico Navarro nella prefazione di un mio scritto anziché criticare il testo, si mise a parlare di me, tanto elogiativamente, che dovetti rinunciare alla sua prefazione. Non avevo mica bisogno della sua difesa per le controversie del mio lavoro. Si trattava di “Caratteri Passioni Mafia”.
La critica, che chiedo a Lei di farmi in un colloquio con me, sotto forma di domande, nascerà dalle Sue autentiche impressioni e sensazioni, positive o negative che siano, non sarà mediata da una cultura psicoanalitica.
Giovanni Rovito
Ma perché sotto forma di colloquio?
Nicola Glielmi
Intanto per rispondere subito alle Sue obiezioni e poi, per rendere la prefazione viva ed interessante, in linea con il testo. Un po’ come i dialoghi di Platone. Non sappiamo se in questi gli interlocutori di Socrate, per il quale fare filosofia significava dialogare, fossero persone reali o piuttosto personaggi inventati. Ad ogni modo, anche se fossero esistiti realmente e fossero stati, come lui presenti alle conversazioni con Socrate, non possiamo escludere che Platone mettesse sulle bocche degli altri discepoli, considerazioni e riflessioni personali per meglio sviscerare un argomento.
Mi ponga, pertanto, delle domande e mi dica le Sue impressioni sul testo che ha letto ed io Le risponderò. Mi rendo conto che in questo modo io possa essere guidato dal desiderio di blindare, in un certo senso, il testo e di non lasciare pertugi per una critica malevola…. ma proviamo…se alla fine a Lei non piacerà l’intervista, che viene presentata come prefazione, la stralceremo.

PREFAZIONE
Giovanni Rovito
Non ritiene che questo testo dia troppo spazio alle considerazioni formulate dalle persone che vi partecipano e poco spazio alla sua espressività?
Nicola Glielmi
Si, è vero, ma è stata una mia scelta: raccogliere le opinioni degli altri ed intervenire soltanto ove mi è sembrato necessario per rispondere a un dubbio, a una domanda. Forse la richiesta a Lei di intervistarmi, nasce dal desiderio di bilanciare lo spazio riservato agli altri. O forse questo è un mio vizio professionale, o forse un mio limite.
Giovanni Rovito
Vizio professionale in che senso?
Nicola Glielmi
Quello di ascoltare, come faccio in terapia.
Giovanni Rovito
Suo limite….. perché?
Nicola Glielmi
Non ho la competenza per parlare di religione e di testi sacri. Posso parlare soltanto degli effetti devastanti che la religione ha prodotto in tutti i miei pazienti. E questo vorrei che sia molto chiaro.
Giovanni Rovito
Ritiene poter affermare che tutte le religioni ed i credi possano determinare condizionamenti?
Nicola Glielmi
Ne sono sicuro al cento per cento.
Giovanni Rovito
In Africa abbiamo assistito nella regione del Dufur al massacro di inermi masse di popolazione di credo cristiano in nome di un'altra fede. Non ritiene pertanto che l’argomento trattato individui una sola religione, quale colpevole di tutti i mali, rischiando di fare passare un messaggio altrettanto fuorviante, ossia quello che le altre religioni o fedi non abbiano causato o non causino guerre?
Nicola Glielmi
Assolutamente no. Viene messa in discussione la religione cattolica per il semplice fatto che tutti i miei pazienti sono cattolici ed anche molto praticanti. Purtroppo non ho avuto pazienti mussulmani o buddisti che mi avrebbero potuto illustrare i guasti in loro prodotti dall’insegnamento religioso, probabilmente più nefasto di quello cattolico, a leggere sui giornali il fanatismo dei kamikaze e fatti come quello da Lei ricordato.
Il riferimento a certi comportamenti di religiosi e a determinati fatti storici vogliono essere soltanto gli esempi concreti di una devastazione che io ho visto ripercuotersi nella psiche dei miei pazienti.
Ecco perché mi sembra assurdo che uno psichiatra o uno psicoanalista possano essere credenti e propagandino un credo religioso, come vediamo fare in televisione.
Bisognerebbe fare l’analisi terapeutica a questi psichiatri diaconi.
Ritengo che questi medici non potranno mai aiutare veramente un ammalato psichico. Il medico non può ordinare ad una persona, la cui vita è stata rovinata dall’educazione religiosa, di andare in pellegrinaggio a Lourdes per risolvere i suoi problemi psichici. Questo non lo consiglierebbe neppure il mio portiere. Così come non può consigliare di non andare in chiesa ad una coppia di conviventi alla quale dal vescovo sia stata proibita ogni attività sessuale ed ordinato di vivere come fratello e sorella. Se il paziente lo richiede si metterà in discussione questo stravagante ordine vescovile o si aspetterà che il paziente scopra da solo che l’ordine del vescovo non solo è stravagante, ma dannoso alla sua salute.
Giovanni Rovito
Ritiene che andrebbe rivista la possibilità di impartire nelle scuole lezioni sulla “fede”, allargando questo concetto all’universalità della fede sul presupposto di un unico Dio? O invece, ritiene che andrebbe eliminata dalle materie di insegnamento la “fede”?
Nicola Glielmi
Ritengo che vada eliminato l’insegnamento religioso, soprattutto quando si propone di infondere una fede nel discente.
Giovanni Rovito
Secondo Lei un’umanità che non conosce la “fede”, non è un’umanità che rischia l’abbrutimento ed è un’umanità incompleta nella sua formazione?
Nicola Glielmi
Assolutamente no. Lei non immagina neppure l’abbrutimento al quale sono stati sottoposti i miei pazienti da parte di genitori che vanno in Chiesa mattino e sera. Un comportamento distruttivo verso i figli tanto più grave quanto maggiore è il grado d’istruzione nei genitori. Altro che stare insieme perché il matrimonio è indissolubile! Certi genitori credenti ed osservanti andrebbero mandati uno a Milano ed uno a Londra, lontani dai loro figli.
Giovanni Rovito
Se le fosse data la possibilità, revisionerebbe la Bibbia o altri testi sacri come il Corano? O invece, ritiene tali testi totalmente inutili, forvianti e pericolosi per lo stesso genere umano? O ancora, ritiene che questi testi se utilizzati da “discutibili” personaggi, possano essere strumentalizzati rispetto al messaggio di pace ed amore in esso contenuto?
Nicola Glielmi
E’ come se Lei mi chiedesse di riscrivere e modificare la vicenda di Romolo e Remo. Se tale vicenda è falsa o vera, ha poca importanza. E’ necessario però capire per quale motivo siano stati divinizzati e se lo furono. E’ necessario comprendere perché Virgilio fa discendere il popolo romano da Enea, figlio di Anchise e della dea Afrodite. Ma queste sono cose ben diverse dal piazzare nelle strade di una città altarini con le icone di Afrodite, Enea e Romolo, erigere per loro santuari e pregarli con processioni, canti e suoni per scongiurare la guerra o un terremoto.
La Bibbia, non conosco il Corano, è stata più volte revisionata per scopi personali da discutibili personaggi. Del resto gli stessi episodi sono raccontati e ripetuti in maniera diversa nelle sue diverse parti dai vari rabbini che l’hanno scritta e aggiornata per rispondere alle esigenze dei diversi periodi storici.
Anche per la nascita di Afrodite, v’è più di una versione mitologica.
L’unico aggiornamento che porterei sarebbe un avvertimento a caratteri cubitali: si tratta della storia del popolo ebraico con molta mitologia, che ipotizza l’esistenza di un dio inesistente per soggiogare un popolo incivile e ribelle come solo poteva essere un popolo di pastori.
A me non interessa cambiare la Bibbia, anche se potessi. Per me sta bene così com’è. Mi interessa, invece, cambiare la testa di chi legge questo libro e non la Bibbia che viene letta da un santo uomo o dal più incallito assassino trovandovi entrambi un progetto di vita e nel contempo, una giustificazione al proprio operato.
Giovanni Rovito
Ritiene che anche Gesù sia stato un martire della Bibbia (vecchio testamento)?
Nicola Glielmi
Non v’è alcun dubbio.
Giovanni Rovito
Ritiene eccessiva la sua posizione rispetto alla Bibbia, stante che potrebbe non considerare il periodo storico in cui è stata scritta e che, pertanto, giustificherebbe anche inutili asserzioni attribuite a Dio, ma formulate da furbi uomini del tempo che, consapevoli del potere della fede sugli ignari ed ignoranti uomini del tempo, hanno utilizzato il testo per scopi utilitaristici della chiesa?
Nicola Glielmi
La Bibbia a me interessa per quel che di devastante ha prodotto nei miei pazienti e nella vita degli uomini, da tremila anni a questa parte. Per il resto potrei giudicarlo un bello o brutto testo, non avrebbe alcuna importanza. Non è obbligatorio per uno psichiatra conoscere tutte le commedie di Aristofane. Ma se le opere del commediografo influenzano l’animo degli spettatori a tal punto da indurli a un suicidio di massa e ad una malattia psicosociale di massa, ecco che l’interesse per Aristofane diventa preminente, anche se può apparire “eccessivo”.
Certamente la Bibbia è stata usata da uomini di potere per scopi utilitaristici, a danno di un popolo ignaro e ignorante.
Giovanni Rovito
Ritiene che un mondo senza bibbie e senza credo sia un mondo di pace e d’amore o invece nulla cambierebbe, continuando l’uomo a combattersi per altri scopi?
Nicola Glielmi
L’uomo certamente continuerebbe a fare le guerre, ma le ragioni di natura economica apparirebbero chiare a tutti, non coperte da un’ideologia religiosa. Non so, un soldato potrebbe anche andare in guerra, come mercenario, l’abbiamo visto nella guerra all’Iraq, ma potrebbe anche dire: fattela tu la guerra.
Giovanni Rovito
Questo secolo vede riaccendere le guerre di religione. Cristianesimo e Islam sono oggi temporalmente differenti. L’occidente sta subendo ciò che ha fatto durante i tempi delle crociate. Ieri con eserciti organizzati si combattevano guerre che vedevano schierati su fronti opposti, credi diversi. L’Islam ha un ritardo evolutivo rispetto al Cristianesimo. Oggi gruppi anonimi, mischiandosi tra le genti, colpiscono in modo cruento e senza pietà bambini, donne, vecchi, in nome di una religione che non ha una formale gerarchia (come quella cattolica), ma che vede singoli credenti assurgere al ruolo di guida spirituale di altri credenti, che sotto un incalzante condizionamento religioso, si caricano di odio senza neanche domandarsi perché uccidere, se la religione professa amore e pace. Dobbiamo impegnarci ad aprire le menti, a non lasciare che pochi uomini condizionino altri uomini in nome di una religione, di un credo seminando odio, intolleranza e distruzione. Solo una complessiva evoluzione libererà l’uomo dai condizionamenti, permettendogli di vivere libero la propria vita, le proprie scelte, il proprio essere.
Nicola Glielmi
Quello che lei dice è verissimo. Ma non sono tanto preoccupato dai fanatici, che sono per l’appunto l’iceberg della lotta tra il cristianesimo e l’islam, quanto della lotta in sé.
Il dialogo tra le religioni è soltanto una farsa e completamente inutile.
Le migrazioni ci sono sempre state, anche degli Italiani verso le Americhe. Ma qui si tratta, o si tratterà di migrazioni epocali di massa. Comunque la moltiplicazione dei mussulmani residenti in Occidente ha uno sviluppo esponenziale rispetto ai cristiani che non fanno in media più di uno, due figli. Vale la pena dunque di prepararci a ricevere bene i mussulmani al fine di evitare la nostra distruzione. Riceverli bene significa eliminare dalle scuole l’insegnamento religioso e realizzare istituzioni che rispettino giorno dopo giorno e per tutti, i diritti umani, secondo i principi della rivoluzione francese di liberté, egalité, fraternité. Soltanto così possiamo sperare di incidere sui loro comportamenti, non certamente proibendo alle loro ragazze di portare il velo a scuola. Non intendo aprire una discussione sul Crocifisso nelle scuole, ma voglio sottoporre alla Sua attenzione di messinese un quadro al quale nessuno fa caso e che andrebbe considerato per gli aspetti che si profilano nei rapporti tra cristianesimo e islamismo. Nell’edificio che ospita il corpo dei Vigili Urbani può recarsi un mussulmano per banali motivi amministrativi. E’ accolto ed invaso da tutte le parti, con stemmi, bandiere e materiale cartaceo che portano uno scudo con una croce gialla in campo rosso che si fa risalire al V secolo d. C.
La leggenda vuole che l’Imperatore d'Oriente Arcadio, figlio di Teodosio, dopo essere stato scacciato da Costantinopoli, capitale dell'Impero, si trovò assediato dai Bulgari nella città greca di Tessalonica. Messina inviò in suo aiuto quindici navi cariche di armati che non solo liberarono Arcadio, ma riuscirono persino a riconquistare Costantinopoli, restituendola all'Imperatore. Arcadio, grato di ciò ai messinesi, avrebbe donato loro lo stesso vessillo recante lo stemma imperiale che aveva una croce d'oro in campo rosso e avrebbe decretato che sulle mura della torre della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli venisse incisa la frase "Gran mirci a Messina" ("Molte grazie a Messina"), oggi presente, a lettere dorate, sui cancelli del Municipio di Messina.
Queste sono le radici cristiane di cui si vorrebbe che si andasse orgogliosi. Giustissimo, ma è necessario chiedersi, facendo propria la grande lezione che viene dalla Bibbia, cui prodet, quanto può essere utile alla propria salvezza mantenere il “punto” delle radici cristiane senza adeguarsi al presente, e senza pensare al futuro dello sviluppo della società umana affinché “l’occidente non subisca ciò che ha fatto durante i tempi delle crociate”.
Lei cosa pensa che pensi il mussulmano, davanti a questi simboli che richiamano anche negli analfabeti le guerre dei crociati che portavano sui loro scudi la croce del Cristo? Quanto odio crescerà nel suo cuore, che quando esploderà, come esploderà, distruggerà tutto ciò che è cristiano?
Queste cose dovrebbero cominciare a chiedersi e a comprendere i cristiani, se vorranno salvarsi. Facciano i cristiani nel segreto dei loro cuori e adorino il loro dio nei luoghi dovuti, nessuno lo impedisce, ma non pretendano di imporre una fede, che come tale può legittimamente essere respinta, allo stesso modo di come essi respingono l’Islam.
Ma purtroppo la Chiesa, a costo di perire, non intende fare un passo indietro e così il monaco benedettino Michel Benoit dipinge la dittatura e l’assolutismo dei suoi capi che porteranno all’armageddon finale:
“Austriaco, Riedinger era stato scelto dal papa, che era stato stuzzicato dalla sua reputazione di teologo illuminato. Ma egli si rivelò presto un temibile conservatore e poiché quella era la natura profonda del nuovo successore di Pietro, la luna di miele tra i due si trasformò presto in un sodalizio duraturo. Le relazioni del cardinale con il suo passato erano conflittuali. Il padre era stato ufficiale della Wehrmacht austriaca, divisione Anschluss. Aveva preso le distanze dal nazismo, ma ne aveva tuttavia conservato un riflesso: la convinzione di essere l’unico detentore di una sola verità capace di unificare il mondo, attorno a una fede cattolica che non poteva essere discussa”.
Qualora venisse superata questa prepotente e sciocca pretesa delle “radici cristiane” e si avesse il coraggio di scrivere sui cancelli del Municipio di Messina: Libertà - Uguaglianza - Fraternità, il messaggio sarebbe veramente d’amore del tipo: ti accolgo perché sei libero, perché sei uguale a me, perché sei mio fratello. Ti tratterrò come tale.
Non si può combattere la mezza luna con la croce!
Giovanni Rovito
Ma lei parla dell’Armageddon. Si direbbe che Ella creda nell’Apocalisse e quindi in un pilastro della fede cristiana che riguarda la resurrezione della carne.
Nicola Glielmi
Sì, credo che possa verificarsi, ma non perché io creda nell’Apocalisse, tutt’altro.
L'Armageddon o Har-Mageddon indica la battaglia finale tra i re della terra (incitati da Satana) e il Dio dei cristiani, tra il bene e il male.
Purtroppo una vita grama e povera, fatta di sacrifici e privazioni, per autoscelta o non, determina nel parafrenico o nell’epilettico visioni di ricchezza nelle quali Gerusalemme è costruita con oro, argento e pietre preziose, con al centro della città un grande albero che produce tutti i frutti della terra. Oppure produce visioni di distruzione finale e totale per i peccati dell’uomo.
Queste allucinazioni schizofreniche prese per vere come sante e pie visioni ed interpretate come profezie, anziché come segni di malattia psichica, hanno a tal punto condizionato i cervelli degli uomini, anche di quelli più dotati, ch’essi inconsciamente o coscientemente, lavorano perché si avveri l’Armageddon. Il virus dell’apocalisse è stato iniettato nell’umanità duemila anni fa. Si fa ogni sforzo perché essa abbia a verificarsi.
Questo è molto pericoloso e purtroppo la psichiatria non ha lanciato alcun allarme in proposito. Qualche spiritualista ha scritto che si fosse giunti all’Armageddon con la liberazione di mostri e di demoni fin dal 1850, altri datandola con la breccia di porta Pia.
Se chiediamo ad una donna cristiana analfabeta: “cosa ne pensa della fine del mondo?”, essa risponderà rassegnata: “Sia fatta la volontà di Dio”.
Se poniamo la stessa domanda al cardinale Riedinger, costui con perspicacia e coerenza dovrebbe rispondere: “Mi auguro che avvenga immediatamente dopo la mia morte, perché non abbia a soffrire per i castighi inflitti all’umanità e perché, poi, non rimanga a marcire per uno o più millenni in una tomba in attesa della resurrezione della carne”.
Luigi XV aveva avuta l’impudenza di proclamare: “après moi le deluge” e non doveva riferirsi soltanto al dissesto finanziario delle casse del regno, ma anche ad una visione apocalittica della fine del mondo. Hitler stava progettando di affogare nelle gallerie della strada ferrata tutti i berlinesi sopravvissuti ai bombardamenti. L’apocalisse sollecita lo scienziato credente, consciamente o inconsciamente, a fabbricare armi di distruzione di massa, in un certo senso crede di fare cosa gradita a Dio e se gli si chiede cosa ne pensa della fine del mondo, risponde come la femminetta: “Sia fatta la volontà di Dio”.
Giovanni Rovito
Perché lei parla di allucinazioni parafreniche o epilettiche dell’autore dell’Apocalisse? In questi giorni ho letto “Il tredicesimo apostolo”, che Lei mi ha consigliato. Il Benoit sostiene che Giovanni era incolto e analfabeta e che, essendo morto insieme al fratello Giacomo di Zebedeo , durante la persecuzione di Erode del 44 d.C., come sostenuto anche dal domenicano cattolico Marie-Emile Boismard, non poteva essere l’autore del Vangelo per i numerosi passaggi in greco né, tanto meno, dell’Apocalisse, scritta dopo il 110 d. C. Secondo Benoit, l’autore dell’Apocalisse era un uomo molto colto, che aveva conosciuto Gesù quando fu battezzato da Giovanni sulle rive del Giordano e lo aveva seguito fin sul Golgota, mentre gli altri discepoli si nascondevano. Questi era appunto il tredicesimo apostolo che Pietro e la Chiesa hanno perseguitato e ne hanno fatto perdere la memoria perché, come “discepolo beneamato”, sapeva molto di Gesù e poteva testimoniare che Gesù era uomo e non Dio. Ma, ammesso anche che Benoit abbia centrato la verità storica su Gesù, non vedo perché il tredicesimo apostolo, di cui Giovanni avrebbe usurpato l’identità, dovesse avere delle allucinazioni da parafrenico o da epilettico. Benoit scrive che l’Apocalisse “testimonia una conoscenza approfondita di miti e religioni orientali e contiene numerosi riferimenti culturali ancora difficili da decifrare per i nostri moderni specialisti”.
Nicola Glielmi
Ottima investigazione storica, quella di Boismard e di Benoit ed eccellenti le loro analisi sui documenti, da quelli scritti a quelli archeologici. Ma nel loro studio, come in quelli di altri famosi studiosi che applicano ai testi il metodo rigoroso dell’esegesi storico-critica, manca un’analisi medica, un’analisi delle malattie dei personaggi e di come esse malattie abbiano potuto influenzare i loro pensieri e i loro comportamenti. Per dirla in breve, non vedrei mai Cassio uccidere Cesare, se fosse stato obeso, o diabetico. Non vedrei mai Cesare punire severamente un suo soldato fino ad ordinarne la morte, se non fosse stato affetto da epilessia. Ho letto molti libri su Gesù, a cominciare dalla “Vita di Gesù” di Ernest Renan, alla “Vita di Cristo” di Giovanni Papini, a “Gesù di Nazareth” di Ida Magli, ecc., tutti finalizzati a dimostrare che Gesù era soltanto un Uomo o al contrario che era Dio. Ma nessuno degli studiosi si è posta la domanda più semplice: di quale malattia soffriva Gesù? Ora, se ipotizziamo che Gesù, come molti altri e perfino la madre Maria, soffrisse di epilessia, tutto tornerebbe chiaro e scientificamente più comprensibile. Si comprenderebbero le allucinazioni di Gesù, il fascino esercitato sui seguaci e sui discepoli, come Alessandro Magno, Cesare, Cesare Augusto, Carlo Magno, Napoleone sui loro soldati. Si comprenderebbe quell’aria, ora di superiorità, ora di umiltà e al contempo di distacco che fa apparire l’epilettico trasognato ed in contatto con un’Entità superiore, di cui egli stesso crede d’essere figlio o con la quale si identifica. Se Gesù fosse stato un epilettico, si spiegherebbe anche la sua divinizzazione da parte dei suoi discepoli e seguaci, dal momento che l’epilessia era considerato morbo sacro, cioè una condizione umana nella quale l’uomo è invaso e pervaso dal Dio. Il termine medico “allucinazione” è recente, ma per gli antichi, contemporanei di Gesù “le visioni” erano considerate sacre, divinatorie e profetiche e non segno di grave malattia del cervello.
Giovanni Rovito
Ma lei nega radicalmente le radici cristiane.
Nicola Glielmi
Se ci vogliamo salvare, si.
Anche i templi di Agrigento ci parlano di un glorioso passato.
L’abolizione della religione dalla vita pubblica è una necessità, almeno per noi. Quel che faranno i mussulmani lo faranno dopo di noi ed in conseguenza di ciò che faremo noi occidentali.
Giovanni Rovito
Cosa pensa di Romano Prodi che in questi giorni apre ad Hamas?
Nicola Glielmi
E la posizione più avanzata possibile verso la pace.
Giovanni Rovito
E di Pier Ferdinando Casini che accusa Prodi di rompere il fronte antiterrorismo.
Glielmi
Fomenta la guerra, che auspicherebbe condotta da legionari crociati, senza rendersi conto che noi abbiamo carri armati di latta, mentre gli arabi tra breve avranno la bomba nucleare.
Giovanni Rovito
Un’ultima domanda. I suoi interlocutori sono tutte persone reali e viventi?
Nicola Glielmi
Tranne Reich, don Lorenzo Milani e don Peppino Diana che ho inteso far rivivere nel mio lavoro - credo che sia il più bel modo di ricordarli facendoli partecipare al dibattito - sono tutte persone vere e viventi. Ho inserito come interlocutori Mary Higgins, Michel Benoit, Eugenio Scalfari, James DeMeo, Eva Reich (figlia di Wilhelm), perché nelle loro parole ho trovato la forza della verità. Spero che non se ne dispiacciano.
Qualcuno mi ha scritto pregandomi di usare uno pseudonimo.

giovedì, ottobre 18, 2007

trasloco6

La radio trasmette la notizia della separazione consensuale di Cecilia e Sarkozy, un prete parla su "Il nemico del cattolicesimo non è l’Islam ma il paganesimo"e in studio c’è la Palombelli.
L’Uomo e la Donna sfogliano e inscatolano libri.


D: questo lo butto!
U: ma è mio!
D: ho capito … ma che facciamo? ti porti "il piccolo principe" appresso?
U: è poetico …
D: poetica la storia di uno affetto di demenza senile e un microcefalo?
U: dammelo! … è mio! … e questo "donne che corrono con i lupi?"
D: la mia bibbia!
U: aaahhh … non dovresti dichiararlo così spudoratamente … e questo? Cos’è?
D: bello … fonte d’ispirazione …
U: manifesto per l’eliminazione del maschio?
D: non ti preoccupare, non ti preoccupare … è bellissimo! … … questo invece lo buttiamo, dai …
U: stai scherzando … l’ultimo piccolo saggio di papà … santo … nostro, sei impazzita?
D: (inizia a leggere):Eros e agape sono due paradigmi antitetici. L’amore come eros è acquisitivo, è un prendere; l’amore-agape è invece un dare, un donare.
Da una parte l'amore erotico, dall'altra l'amore fraterno, da una parte "eros" e dall'altra "agape". Un'antica tradizione, ci ha abituato a pensare eros e agape come se fossero due realtà contrapposte, facendo torto sia all'una sia all'altra. Eros viene abbassato a impulso meramente sessuale e privato di quello slancio verso il bello che invece è la sua forza e il suo valore. A sua volta agape viene trasfigurata e sublimata secondo i dettami di un ascetismo che dimentica l'uomo e il suo esser fatto di carne e di sangue.
U: Intanto così papà santo nostro invita a non degradare eros. Lo degrada, chi lo riduce a semplice strumento di piacere o peggio a strumento di … abuso … di di di di prevaricazione ... di di di di dominio, possesso. Mi segui? E non vede che eros invece è un dono prezioso … che da a se stesso e agli altri. …
D: … (continuando a leggere) Eros è profondità umana, è conoscenza
U: hai visto?
D: e non certo banale oggetto di consumo. Perciò bisogna accostarsi ad esso con timore e tremore. … Tu ce l’hai timore e tremore vero?
U: gnè gnè gnè
D: Per viverlo in tutta la sua meravigliosa, fragile, delicata verità. Non certo per sminuirlo. Al contrario, lo sminuisce chi lo prende alla leggera, e ne perde di vista il rapporto con le cose alte e grandi della vita. Eros senza agape non è neppure più eros, perché è sostanzialmente una pulsione di morte. Eros con agape è più che eros, perché è amore. … quell'amore che gli uomini provano nella concretezza del loro esistere, e che, quando c'è, è tutt'uno con il tutto. Che cosa c'è di più umano dell'amore, e anzi dell'amore che è insieme eros e agape? … … … ma lo imballiamo veramente? …
U: ma come no? Certo … è straordinario il concetto, è un po’ pesante perché è scritto da … che ha un carattere un po' … ma per esempio ... tu … per esempio tu...
D: per esempio io?
U: tu sei … … guarda che non è mica semplice accedere al concetto di Eros?
D: accedere al … ma che dici?
U: è questione di chimica …
D: …
U: …
D: e per quanto riguarda l’agape, accedo o non accedo?
U: lì accedi di più … ma anche lì è questione di chimica … comunque o accedi o non accedi se tu … per esempio … dico … per esempio dico … per esempio tu ...
D: …
U: venissi qui … a farmi un pomp…
D: eh?
U: non sarà eros e agape ma …
D: …
U: una fella…
D: … … sai? …

U: sì?
D: l’organo maschile ha un certo … fascino …
U: sì …
D: ma non ne ha per niente una testa di caz…
U: capito
D: capisci?
U: capito capito …
D: giura?
U: giuro!
D: ... ... allora sto libretto lo imballiamo?

U: si ... no ... non lo so.

martedì, ottobre 16, 2007

repubblica presocratica italiana



Art. 19.
Quasi tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fiducia verso la morte in qualsiasi forma, individuale, associata, dissociata e schizofrenica, di farne propaganda in forma sia poetica che in prosa e di esercitarne in privato o in pubblico o mentre si scende solitari le scale del proprio condominio, il culto, purché sia culto della personalità che non produca rutti sonori contrari al buon costume.

domenica, ottobre 14, 2007

libertà degli antichi e libertà dei moderni


La distinzione fra la libertà degli antichi e la libertà dei moderni risale allo scrittore liberale francese Benjamin Constant, che la espose in una celebre conferenza parigina del 1819, La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni. Le tesi principali di questa conferenza, che ha luogo in epoca di Restaurazione, sono le seguenti:
1)la libertà degli antichi è autonomia politica collettiva; quella dei moderni libertà privata individuale;
2)l'errore fondamentale della Rivoluzione francese fu la pretesa di realizzare la libertà degli antichi in una situazione ove era attuabile solo quella dei moderni.

L'autonomia politica collettiva degli antichi
Secondo Constant, una delle differenze più importanti fra la politica antica e la politica moderna, è il carattere rappresentativo dei nostri governi, che era del tutto assente nelle poleis greche, democratiche o aristocratiche che fossero, e negli altri regimi dell'antichità. Essendo il potere politico gestito senza mediazioni, la libertà degli antichi consisteva nell'esercitare collettivamente, ma direttamente, molte funzioni della sovranità. Questa libertà collettiva era compatibile con l'asservimento completo dell'individuo all'autorità dell'insieme, che si manifestava con istituti come l'ostracismo ateniese e il controllo censorio della vita privata spartana per opera degli efori. Gli antichi erano "macchine di cui la legge regolava le molle e faceva scattare i congegni".
La libertà privata individuale dei moderni
Di contro, oggi - dice Constant - per libertà s'intende il diritto di essere sottoposto soltanto alla legge, di non essere arrestato, né tenuto in carcere, né condannato a morte, né maltrattato per la volontà arbitraria di uno o più individui,.il diritto di esprimere la propria opinione, di scegliere il proprio lavoro e di esercitarlo, di disporre ed abusare della propria proprietà, di associarsi con chi preferisce, di esercitare la propria influenza sull'amministrazione del governo. In breve, la nostra libertà è il "pacifico godimento dell'indipendenza privata."Solo ad Atene, secondo Constant, ci sono tracce di questa libertà privata: Atene, infatti, era una città di commercianti. E interesse del commercio è la libertà dall'interferenza del potere pubblico, che ostacola i traffici con pastoie autoritarie, in nome di fini diversi dal guadagno e dalla soddisfazione dei desideri individuali. Lo scrittore francese arriva a dire, identificando evidentemente la libertà delle donne con la loro libera accessibilità sessuale, che gli Ateniesi erano tolleranti con le loro mogli in materia di adulterio - quando, a voler credere ad Aristotele, una simile tolleranza aveva luogo nell'aristocratica Sparta e non certo nella democratica Atene, ove la dipendenza delle donne era totale. Non necessariamente la libertà della sfera privata comporta anche la libertà di coloro che in questa sfera vivono, soprattutto se si tratta di donne e di bambini.
L'impraticabilità moderna della libertà antica
Secondo Constant, l'autodeterminazione politica continua ad avere un grande valore, perché è un mezzo essenziale per conoscere e migliorare noi stessi tramite la discussione pubblica; ma la libertà degli antichi non è più praticabile per quattro motivi fondamentali:
1)Maggiore è l'estensione dello stato, minore l'importanza politica del singolo cittadino, tanto da rendere poco proponibile il sacrificio della libertà privata alla partecipazione politica.
2)L'abolizione della schiavitù ha eliminato il tempo libero da dedicare alla politica: oggi tutti devono lavorare.
3)Il commercio, che pervade capillarmente la vita delle nazioni, non lascia, come la guerra, intervalli d'inattività: gli individui preferiscono dedicarsi alle speculazioni (economiche) piuttosto che alla discussione politica.
4)Il commercio ispira un amore intenso per la libertà individuale di soddisfare i propri desideri, che mal si concilia colla sophrosyne richiesta al cittadino antico.
La libertà dei moderni come libertà degli idioti?
Molto probabilmente, più di un Greco antico avrebbe visto questa libertà, nel suo tipo ideale, come una libertà degli idioti [idios= privato, scemo]. Le cose che hanno veramente un valore sono quelle compiute gratuitamente e liberamente: solo i poveri e gli schiavi sono legati dalla necessità al lavoro. E solo un idiota può vivere in questo modo per propria volontà, cioè senza esserne costretto. In particolare, la democrazia ateniese del V secolo attribuiva un grande valore all'attività politica, a giudicare da quanto Tucidide mette in bocca a Pericle, che commemora i caduti della guerra del Peloponneso:
Siamo i soli a considerare chi non partecipa [agli affari pubblici] non già inerte (apragmon) ma inetto (achreios). (II, 40,2)
Inoltre, un Greco avrebbe probabilmente messo in dubbio che le libertà civili siano davvero al sicuro in un regime con una partecipazione politica limitata, ritualizzata, elitistica: un potere nei confronti del quale sono passivo, definisce anche le mie libertà private a suo arbitrio.
La libertà dei contemporanei
Fino a circa tre decenni fa, le condizioni della libertà dei moderni di Constant erano anche le nostre: la libertà dei moderni era la libertà del mercato, a prezzo di una limitazione alla partecipazione politica e di una rinuncia all'autonomia del tempo libero. Ma oggi si devono mettere in dubbio almeno i punti (2) e (3) dell'argomentazione dello scrittore francese. Il lavoro, tranne che per un'élite di privilegiati e per la massa di sfruttati del mondo non "occidentale", sta diventando superfluo, grazie alla meccanizzazione e all'automazione. Ci troviamo con una enorme quantità di tempo libero, che è tempo vuoto, esposto alla colonizzazione commerciale dei divertimenti a pagamento e della pubblicità, se pensiamo la nostra vita come finalizzata esclusivamente al lavoro, al commercio e alla soddisfazione dei bisogni che altri si occupano di suscitare in noi.

Da: www.swif.uniba.it/

giovedì, ottobre 11, 2007

ho il mio da fare


Mentre giro in "tutta mia la città, un deserto che conosco" mi sorge ogni tanto in mente una frase: "vorrei parlarti dotto, ma brontolo, ma pisolo, ma che cazzo!" poi un suono, suono di scarpe di suola che si avvicinano alla porta, e questa , una volta spalancata mi rimanda un’immagine di un paio di bellissime scarpe nere con fibbia, pulitissime. E sorrido.

sabato, ottobre 06, 2007

oggi una "mazzata di tao"

mi stanno piacendo le illustrazioni pubblicitarie degli anni '50 ...

- II -NUTRIRE LA PERSONA capitolo secondo . tao te ching - Lao tzu

Sotto il cielo tutti sanno che il bello è bello,di qui il brutto,
sanno che il bene è bene,di qui il male.
È così che essere e non-essere si danno nascita fra loro,
facile e difficile si danno compimento fra loro,
lungo e corto si danno misura fra loro,
alto e basso si fanno dislivello fra loro,
tono e nota si danno armonia fra loro,
prima e dopo si fanno seguito fra loro.
Per questo il santo permane nel mestiere del non agire e attua l'insegnamento non detto.
Le diecimila creature sorgono ed egli non le rifiuta le fa vivere ma non le considera come sue,
opera ma nulla si aspetta.
Compiuta l'opera egli non rimane
e proprio perché non rimane non gli vien tolto.

venerdì, ottobre 05, 2007

totò pensiero: la notte


Preferisco la notte al giorno perchè è silenziosa. Quando tutti dormono io cammino per casa, svuoto portaceneri, osservo gli oggetti che mi sono cari, oppure ascolto il bollettino dei navigatori della radio. Quelle voci lontane mi fanno sognare, immaginare i viaggi che non farò mai. Ma la notte mi serve soprattutto per pensare. Infatti, checchè se ne dica, io sono un pensatore.
Io non capisco come fa certa gente a passare la notte nei night club, in mezzo a un chiasso infernale. Che noia, che tristezza! Quando raramente, sono entrato in uno di quei locali mi è venuto quasi da piangere. Tutti fingevano di essere allegri, agitandosi sulla pista da ballo, ma in realtà erano pieni di guai. Li radiografai col pensiero. L'industriale era afflitto dalle cambiali andate in protesto, la bella donna dal timore di invecchiare, la ragazza dalle pene d'amore, l'impiegato dalle ambizioni frustrate. Al più fortunato facevano male i piedi.

Antonio de Curtis, in arte Totò

mercoledì, ottobre 03, 2007

trasloco5

in radio si discute con psicoterapisti e giornaliste di "donna moderna" su come evitare liti serie in un rapporto di coppia: pregi e difetti dell'amore per sms. L'Uomo legge un giornale quotidiano raccolto da terra ... lei lo guarda attraverso un vetro colorato, reperto di una statuina di vetro di Murano.

D: sei sempre silenzioso …
U: sto leggendo il giornale…
D di che giorno è quel giornale?
U: del 12 settembre
D: … che dice?
U: niente …
D: … … sempre silenzioso!
U: non ho più niente da dire … leggo … giornali vecchi … e non penso a nulla …
D: … sì capito … hai un’altra?
U: ‘azzo dici? … non esiste un’altra
D: esiste esiste …
U: per favore … non iniziare con questa storia … sono già depresso per i fatti miei …
D: allora è depressione? … stai prendendo le gocce che ti ha prescritto?
U: sì …
D: hanno effetto?
U: sì … sono contro l’epilessia…
D: e cosa c’entra l’epilessia con te?
U: niente … provocano la depressione.

martedì, ottobre 02, 2007

renoir e il polverone

Autoritratto di Renoir. Impressionante atteggiamento. I piedi sono veramente sospesi? O è un errore? mah ... ecco qui l'ARTISTA. Che guarda. Come guarda ... un po' preoccupato, un po' scocciato, un po' vuoto, un po' "emmò che fare?", un po' "non mi va di fare nulla". Un po' "non esisto veramente". C'è anche un po' di tipica "spocchietta" ... quella che nessun antiforfora può debellare ... un artista dovrebbe spiegare cos'è la vita? Ma prima di tutto un artista sa vivere? Può vivere ancora? Ma sto solo "blaterando" a vuoto tra tante virgolette e puntini. Coff Coff Coff ... il polverone ... c'è il polverone... coff coff coff... si avvicina il polverone ... coff coff coff
"Siamo in grado di fare precise profezie, dipendenti soltanto dalla profezia di altre menti e di altre realtà organizzate; e la profezia è la stessa cosa dell'azione. Anzi, più semplicemente, dipende dalle nostre azioni quale delle alternative si avvererà. Il futuro non esiste ancora e la consapevolezza di ciò ci rende uomini pubblici e ci impone una sorta di impegno sociale. (coff coff coff) Perchè se le cose vanno male, siamo noi i colpevoli. Il pretesto dell'impotenza non regge, il potere che hanno gli altri è creato dall'immagine che noi abbiamo di esso e nient'altro. (coff!) Possiamo cambiare quest'immagine, sostituendovene un'altra più attraente. (coff coff coff!)Se saremo distrutti da una catastrofe nucleare o ecologica, la causa non sarà imputabile alla tecnologia a un istinto innato o a una cospirazione delle potenze economiche militari della storia. Sarà perchè l'abbiamo scelto, collettivamente (coff coff!) , e l'abbiamo scelto perchè ci sembrava più bello, più bello perchè lo abbiamo immaginato così. (...) L'olocausto nucleare attrae perchè sconvolge la storia. Senza grandi sforzi di immaginazione, rende di colpo la nostra generazione più importante di quella di Omero, di Cristo, o di Shakespeare. (coff coff coff) E' l'ultima distruzione edipica, l'ultimo concerto punk. Vuoi sapere cosa penso che accadrà se noi, gli artisti e i creatori di tutti i campi, non facciamo niente? Penso he saremo distrutti perchè ce lo siamo proprio voluto. E' una cosa così a buon mercato! (coff coff coff!)
E' così difficile costruire dei sentimenti, che pur di evitare questa fatica abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a cercare di estrarre i sentimenti accumulati nelle vecchie strutture socioculturali, come petrolieri che pompano vapore per fare uscire le ultime gocce (coff coff coff) ... Non ci rimane molto da perdere, temo. La nostra immagine dell'universo è stata quella di sistemi entropici che irradiano energia pura distruggendo se stessi e gli altri. L'olocausto nucleare è una perfetta raffigurazione della nostra autolegittimante versione dell'universo. (coff coff coff) Se l'universo sta precipitando, se c'è rimasta tanto così di energia e di valore da spendere, usiamola tutta in una volta, emettiamo un boato e non un sussurro. Meglio questo che dover inventare, pensare, amare, lavorare, rischiare. L'olocausto nucleare è sicuro come la morte. Sai esattamente a che punto sei. E' un futuro senza variabili: l'ideale marxista/capitalista.
Naturalmente l'universo non sta precipitando ..."
Lettera di Frederik Turner a Richard Schechner (1981) ... escluso la mia tosse "coff coff coff", oddio sono colta da nausea ... coff coff coff ... i conati i conati!
Ho Saturno contro ... meglio contro che dietro!