martedì, settembre 30, 2008

Bush "Senza la legge conseguenze gravi"

APPELLO AL CONGRESSO (da La Repubblica on line di poco fa)


continua qui http://it.youtube.com/watch?v=c8Te2DAomuE

per arrivare alla famiglia Bush: http://it.youtube.com/watch?v=7bDK4zhZmaM

mercoledì, settembre 24, 2008

Capitàn Skizofrenìcsu Ponente




Magnifiscissim … manifichissi …magnì … oh al diavolo!
son qui a godermi il tramonto, con i suoi colori arancio, rosso sino al viola e violetto, indaco e azzurrino, che si staglia in quell’orizzonte possibile per i miei limpidi occhi, così tante volte indotti al sacrificio. E riesco, nonostante il sottofondo mesto di un passato ancora alla coscienza misterioso, a coglierne la bellezza suprema. Il cuore si riscalda grato di esser vivo e per questo benpensante. Il viaggio è sì lungo da far dimenticare la meta, e l’armonia di questo continuo andare, mi porta a sentire il candore dell’esistenza che gioca a nascondino nel continuo perigliare. Son qui, ancora a sorprendermi della lietezza che lo scroscio dell’onda sul parabordo reca, con il suo tranquillo suono, all’emozionante amore che riveste ogni mia singola cellula. Certo, non sono sempre comprensibile ai molti sprovveduti, imbarcati nella mia follia investita da avventura infantile. E questo mi muove a compassione con il pacato ascolto verso i loro lamenti insoddisfatti, che son lì a rivendicare le gite in bicicletta di una triste infanzia, passata tra le piogge di inverni trascorsi al calor delle caldarroste. Ma spesso niente riesce a colmare il vuoto dei loro antri coronarici, induriti malamente dal sale poco iodato e ipertiroideo. Ah! auguro loro un embolo salvifico! Purtuttavia la mia costante attenzione al loro girandolare di lamenti, li commuove e li placa e verso me, in sincera e innocente gratitudine, s’affollano gai. Nonostante tutto, molti sono quelli che si ribellano a questa forma di dipendenza che lor stessi si son creati come grattacielo che ritaglia il cielo troppo azzurro di una specchiata metropoli. Non comprendono la buona fede che accompagna i miei gesti. Anche quei gesti che più si mostran duri celano, contro ogni aspettativa, la poesia che m’investe ad ogni ora, come fosse aria pura da respirare a pieni polmoni. Stoltamente non capiscono le mie certe ricette per la felicità, ma non mi rattristo e sorrido. Peggio per loro, ignari pezzenti di piccola fattura che chissà Iddio cosa pensò quando li creò e mi chiedo quando pianificò di riprenderseli seco attraverso la morte!
Eppure perdonare i loro sbagli reca la carezza al di là dell’ego, spesso troppo espanso come polistirolo per poter coglierne la giusta dimensione. Quante volte infatti Noi non sappiamo distinguerne la misura e quanto spesso non si fa consapevole il Nostro continuo straripare?! Non è da tutti divenirne coscienti ed è per pochi assaporarne l’illuminazione intrinseca. Tutto questo provoca anche dei contrasti nei semplici rapporti umani, di cui spesso siamo bisognosi nonostante dimentichi del nostro essere carne e sangue nè più né meno degli esseri animali. Ma gli scontri inevitabili sono nel vivere come le lacrime, in conto, come in conto io tengo chi, per non accondiscendenza, mi rifiutò l’encomio. Li braccherò sino a vederli marcire nell’inferno rosso dell’eterno dolore di lamenti soffocati dalla loro maledetta dissociata ironia!
Adesso il vento accarezza i miei liberi capelli e il sentire la piccolezza della mia persona di fronte all’immenso universo pulsante di odori colmi di salsedine e alghe, mi rende forte come roccia lavica affacciata sul maestoso oceano. Cosa, infatti, è più grande se non quel che è nel piccìn? Cosa è più colmo se non quello che siede nel vacuo? Gioisco sorseggiando il mio caffè al pensiero del tempo che si è spento ad enumerar i più emotivi segreti e quanto spesso, per questo motivo, i più molestano il prossimo con grossolana violenza. Il loro stato vitale è così basso da non riuscir ad eguagliare l’altezza del divino disegno, mostrando astio verso chi, invece, ne riesce a cogliere, sorridendo, la squisitezza. Malnati che non sono altro, viscidi popolani frequentatori di insane lavanderie e sporchi ipermercati ove sprècan la vil moneta!
La mia benestante sensazione non si fa fuorviare dal molesto furore di volgari appetiti di discutibile giustizia. E l’ottimismo dato dall’amore infuso nel mio respiro embrionale non permette a ciò che non ha ragion d’essere, di toccare il bello che mi circonda . E sempre sorridendo lascio il pessimo umore a chi non può competere con la mia audacia nel vedere veramente. Poveri rabbiosi miserabili e pietosi melagrami, affogheranno nel fango della loro energia negativa! Ah che razza di sud del mondo!

Con fraterno amore

Capitàn Skizofrenìcsu Ponente

domenica, settembre 21, 2008

martedì, settembre 16, 2008

Capitàn Abèl Maestràl Magister


Degnissimo,
ho tra le mani una sagola da lancio e tocco il pugno di scimmia. Non riesco a decidermi sull’uso che ne posso fare. Alle volte son portato a credere che anche il penzolo possa fare al caso mio. Come già preannunciatoti, arrivò il nuovo aiuto, inviato qui per accostarmi nella difficile operazione affidatami. Un giovane capitano scaltro ma ahimè, intellettualmente disonesto. Questo mi tesa a ferro oltre le mie possibilità. Da quando siamo insieme a filare, incappellaggiare, drizzare e intugliare è un continuo parlare senza senso. Ho cercato in vari modi di imbandire tutto ciò che era possibile, per rendere migliore il nostro comune lavoro, ma senza evidente successo. Il suo annuire perpetuo alle mie parole cozza sul parabordo della mia anima, anche perché le manovre che lui opera non risultano coerenti. L’altro giorno, mentre pianificavo con lui la rotta mi ha, non direi proprio involontariamente, infilato un dito nell’occhio sinistro. Subito dopo affettatamente mi ha chiesto scusa. Devo confessarti che la mia sorpresa ha fatto tardare di non poco la mia reazione. E il suo scusarsi divenuto in seguito un po’ arrogante, ha ulteriormente indebolito la mia posizione. La mia unica possibilità è adesso quella di tacere e di allontanarmi, perché l' indefinibile sensazione che provo mi porta semplicemente via da tutto, anche dalla vita stessa che considero, ora come ora, invivibile. E’ sorprendente come la propria incredulità e l’abiezione di un atto possa mettere in ginocchio l’autorità morale di chicchessia! L’evento ha di conseguenza creato “il problema” che su tutto il mio operare aleggia come uno spettro funereo: rimanere prigioniero qui o sparire in mare? E la complicazione della mia situazione si perpetua anche nell’ascoltare adesso i discorsi da lui assuccati, sull’importanza del dialogo tra colleghi che, secondo la sua ormai giustificata visione, io avrei interrotto mostrandomi silenzioso e contrariato. Inoltre ha rizzato parole come giustizia sicurezza e meritocrazia nei messaggi alla ciurma, provocando nella stessa una certa divisione tra quelli che desiderano liberarsi dalla frustrazione di una navigazione insensata e troppo lunga, e quelli che scettici e un po’ demotivati non ne hanno accolto la nauseante demagogia. L’aspetto stesso dell’imbarcazione ha subito da tutto questo una subdola trasformazione. Quelli a prua si considerano socialmente più utili di quelli situati nelle manovre a poppa. E spesso “i pruanti” invadono la poppa con patatine e gazzosa, tutti attrezzati con asciugamani, abbronzanti e radioloni altosonanti, per fare una sorta di villeggiatura . “I poppanti” si trovano costretti a rendere il soggiorno gradevole ai nuovi coloni senza capirne veramente il motivo e in cambio di merendine piene di velenosi coloranti.
Immagino tu possa capire, voglio crederlo, come la situazione è palesemente sbagliata. Il peggio è che qualsiasi rovesciamento o tonneggiamento io possa mettere in atto, è maliziosamente manipolato per avvalere le tesi del mio Aiuto che, in queste occasioni, ribadisce il suo ruolo di sostegno nel mio operare. Tutto questo mi avvilisce portandomi alla confusione, all’indistinzione delle percezioni, all’incapacità di giudizio, alla compressione delle azioni e delle reazioni, all’immobilità apparente di un mare calmo che nasconde forti correnti, correnti in tal modo sotteraneamente indotte all’omicidio. Mi chiedo spesso cosa abbia fatto per meritare tutto questo, io che non ho fatto altro che mantenermi il più possibile ligio, onesto e gentile, soprattutto gentile, in un mondo inflazionato da piragna! Puoi capire, lo voglio sperare, perché sono a richiederti consiglio. La tua risposta sarà per me oltremodo preziosa. Come d’accordo ti invierò il dovuto a seguito tua fattura, per il tempo impiegato all’esame di questa mia e relativo tuo parere professionale.

Con gratitudine
Capitàn Abèl Maestràl Magister

domenica, settembre 14, 2008

quando si lavorava ancora ...

...satira

uno straccio di marcia, la vogliamo fare?

giovedì, settembre 11, 2008

Il trasloco?

Vi ricordate le sette puntatine de "Il trasloco"? Bene si può rileggere in maniera comoda su archive.org e invito le menti "letterate" a lasciare il proprio commento o la propria spietata critica.
Si era nell'ultimo anno del governo prodiano e tutto parlava dello sfratto di Adamo dal Paradiso e della caduta ...
un particolare ringraziamento a chi ha reso possibile questa operazione.
Grata sono!

lunedì, settembre 08, 2008

per questo 8 settembre

Rachmaninoff Etude Op. 39 No. 6

e Lei: una grande!