sabato, giugno 30, 2007

bene

lezione 1

giovedì, giugno 28, 2007

il gioco di Coon: la paura


caro Coon,

gioco qui. Oltre alla paura dei pipistrelli incastrati tra i capelli, di cascare dall'alto e non morire ma rimanere per sempre handicappata, la paura di volare a causa di quel pensiero terribile di precipitare e vivere quel tempo prima di schiantarsi, la paura del fuoco e delle armi da fuoco, della violenza, della sofferenza delle persone che ami e relativa impotenza, degli incidenti etc. etc.
io credo di avere in me una paura quotidiana, leggera ma costante che sembra debole in potenza, che non si fa vedere, ma che è sempre presente, e che, nel mio bel periodo che mi ritrovo a vivere di grande precariato (neanche più giovanile) si è fatta consapevole. E razionalmente la controllo, ma emotivamente mi coglie di sorpresa la notte, o nel momento in cui, stanca, mi dedico al riposo. Questa paura qua è da riconoscere. E' la paura di non farcela, di non farcela da sola.

Il famoso detto "mi son fatto da solo" è stata la più grande minchiata della storia della nostra cultura occidentale, che ha preso largo spazio facendo leva sul dover essere indipendenti, in contrapposizione alla "dipendenza" che è seria patologia sociale e/o individuale ... ma la verità è che siamo INTERDIPENDENTI che è altro; confondere questo con la dipendenza, "patologica", è disonesto o semplicemente incosciente. E io invece sono cresciuta così, con questa fandonia del "farsi da soli" ...

E allora, anche se così è espressa in maniera "superficiale", alla fine la mia paura è: trovarmi ammalata per scarso "nutrimento vitale", o per nutrimenti non consoni o sbagliati, paura di trovarmi in una corsia d'ospedale, senza soldi per le migliori cure e senza nessuno vicino escluso le persone che per molti versi mi sono state (anche incosapevolmente) nemiche: mia madre, che per pensare al futuro dei figli, non ne ha curato minimamente il presente e ne è sempre fuggita, e il mio datore di lavoro, che mi fa la carità, avendo non riconosciuto strategicamente le mie capacità e il mio talento, pur avendone da queste ricevuto profitto.
Anche la paura di non poter avere un riscatto nella vita, la paura che non c'è altra scelta che vivere invecchiando miseramente; che i giochi son già tutti fatti, con quella sensazione di spreco di salute, gioventù, creatività e forza, con quel buttare all'aria tutto perchè alla fine la tua vita non vale proprio nulla per niente e nessuno ... la paura di essere già morta ma non ancora salma!
Questo è il mostro vero, la paura vera che io combatto per trasformarla in coraggio, per trasformarla in rivoluzione. Faccio in modo, ci provo, che sia un motore. E non è una passeggiata crederci, ma questa trasformazione, questa trasmutazione della paura a me sembra l'unica e ultima chance che ho.

mercoledì, giugno 27, 2007

Omaggio a Uòlter


Anni '70: Uòlter Adornato e P.P Pasolini a Roma.

martedì, giugno 26, 2007

la questione "femmina"


Vado al supermercato. Il frigo col suo mezzo limone depresso mi diventa apatico e non va bene. Per l’impresa scelgo un orario comodo… le 14.30. Il locale è vuoto di clienti. Il sudore mi si ghiaccia repentinamente, è come entrare in una cella frigorifera. Riempio il carrello controllando la “qualità-prezzo” e arrivo alla cassa. So che a quest’ora un cliente rompe la calma e il rilassamento dei dipendenti e quindi devo rispettare i loro tempi rallentati, per me anche dovuti.
Con lentezza estrema la cassiera inizia a prendere i miei prodotti e a passarli dalla macchinetta “bip” .
“fa caldo fuori eh?”
“si muore” Bip
“se penso che devo uscire e affrontare due ore di traffico per tornare a casa, mi viene da piangere”
“non lo dica a me”
Bip “poi torni a casa e trovi il casino dappertutto”
“eh sì, non lo dica a me” Bip
“i figli, gli amici dei figli spalmati sui divani …”
“già … non ne parliamo”
“non fai in tempo manco a respirare un attimo che già devi incazzarti per una quantità di cose …”
“non lo dica a me” Bip
“uno lavora tutto il giorno … per 4 euro e poi? … mah…”
“stendiamo un velo pietoso”
“e mai qualcuno che ti dica brava … che ti dica grazie, grazie di che?”
Bip “ eh sì … mi da due buste?”
“ e mio marito? Ne vogliamo parlare?”
“non lo dica a me”
Bi … tri… b … tic tic tic tic tic ….
“sta lì … fermo, perchè dice che è stanco … e io no?”
“eh non ne parliamo”
“sono 67 e 52 … la verità è che una donna adesso deve lavorare, crescere i figli, accudire la casa, e fare tutte le cose che facevano un tempo gli uomini … doppia fatica, io so fare l’idraulico, aggiusto le tapparelle, faccio tutto … c’ha 2 euro e 52?”
“vedo … 1 euro e due centesimi …”
“fa niente … vogliamo parlare di amore? di sesso? con mio marito? … morto, un morto! Ma lo so che alla fine guarda altrove, guarda di meglio … sta in chat a fare il fesso”
Inizia ad aiutarmi a inserire i prodotti nelle buste.
“pure le ferie sono un lavoro per noi … noi donne dico”
“ non ne parliamo”
“ per non dire che anche mio marito fa … faceva il cassiere come me, nel frattempo è stato promosso e io no … ma da sempre il suo stipendio è stato maggiore del mio …”
“eh già non lo dica a me”
“parità di diritti e poi? … ‘na fregatura”
“ma credo che l’errore sia stato ottenere certi diritti all’interno di in un sistema malato, e sinceramente io, questi diritti in un sistema malato, non avrei mai auspicato ad averli!”
“…”
“avere diritti in questo sistema qua … che ha fottuto alla grande molti uomini … ha significato ingabbiarci anche noi, un sistema basato sul denaro e sul lavoro come il nostro è veramente mortifero … bisognerebbe sopprimerlo questo sistema, dove la vita è al servizio dell’economia e non il contrario … dovremmo riappropriarci dei nostri progetti … ”
“ signora? … mi scusi eh, ho fatto un po’ la femminista, scusi”
“eh? … si … non lo dica a me”
“buona serata”
“sì non lo dic … sera!”.

domenica, giugno 24, 2007

AAAAAAAliceeeeeee


"Ali, per favore mi fai scrivere un po'?"
"n'attimo mà ..."
"uff.. gnè.. uff"

Alice quando nacque la riconobbi subito, tanto che pensai "ecco perchè si usa dire riconoscere i figli ..." perchè è proprio una specie di riconoscimento. Quando spuntò da me, non piangeva e me la posarono sulla pancia e lei mi guardò, mi guardò proprio! e io pure ... ci guardammo e io la riconobbi e feci "iiihh", come a dire... ma sei tu?, "ih" ...

"dai Alì eccheppaalle sempre appiccicata a questo affare stai, quando sei a casa..."
"amà ... il pc è mio"
"ah sì? ... allora paga tu l'abbonamento per l'adsl ... chi è questo? questo che ti scrive chi è? stai attenta Alì, co' sto massanger ... che ci sono i brutti brutti in giro"
"mà, lo so ... ti allontani per favore, posso stare in pace?"
"e io posso stare in pace?"
"uffa mà ... cheduepalle!!!"

Quando era piccolina ci giocavo facendo la mamma "cannibale", così le dicevo... sono la "mamma cannibale" e ti faccio a polpettine, cìcchete cìcchete ... e la solleticavo, e lei rideva ... e queste polpettine le metterò in frigo e ogni giorno ne prenderò una, la scartoccerò come una caramella e gnàmmete gnàmmete ... me le mangerò tutte ... e me la spupazzavo, pernacchiette sulla pancia morbidina, bacetti, massaggini ... lei rideva e io parlavo con i denti stretti dalla troppa tenerezza!

"màaa ... c'hai spiccioli?"
"cioè?"
"chessò 10 euro ..."
" se per te dieci euro sono spiccioli, credo che tu non abbia il senso della realtà ... e mi preoccupi"
"oh madonna ..."
"oh madonna lo dico io ... ieri ti ho dato dei soldi"
"ho pagato i debiti che avevo con Piripì e poi con Piripè ...."
"QUANTE VOLTE TI HO DETTO CHE NON SI CHIEDONO I SOLDI; NON SI FANNO I DEBITI ... tanto li pago io no? ... e io invece non ti dò niente ... bella figura che fai! "
" vabè ... 2 euro?"
"passami la borsa ... ma dove vai?"
"faccio un giro?"
"dove? con chi?"

Quando era piccolina aveva una proprietà di linguaggio notevole ... una mia zia, verso sera, le disse "guarda Ali, guarda che bello questo tramonto ... " e lei : "è il crepùccolo ... cre-pù-cco-lo".
Io la chiamavo Gigi, mia madre: Dudù, mia sorella: Pupa, mia nonna: Cuchi, mia zia: Cipolla ... e lei, forse per sottesa vendetta, a me chiamava "mamma Gigi", a mia madre "nonna Dudù", a mia sorella "zia Pupa", alla bisnonna "nonna Cuchi" e a mia zia "zia Cipolla". I parenti maschi ne inventavano trecento al secondo di nomignoli ... ed erano indistintamente tutti "zii" ...

"Ali, non tornare tardi ... stasera arriva tuo padre ... "
"uff ... sì ... possibile che se c'è lui io non posso fare più nulla?"
"no tu fai le tue cose e torni a casa ad un orario che sia quello e basta... e stai con tuo padre o con me o con tutti e due ... insomma ... o preferisci non uscire proprio?"
"vabè ... torno alle 23!
"alle 21.30"
"22.30"
"alle 22"
"ok"
"cellulare acceso, orecchio teso ... non mi fare agitare...!
"tranqui ..."
"puoi buttare l'immondizia?"
"domani ..."

Quando esce ho un attimo di sollievo ... ma quando il tempo inizia a passare e mi accorgo del classico ritardo di prassi ... ho degli attimi di... non so spiegare bene cosa sento ... una sorta di nervosismo, oltre la preoccupazione paranoica classica, è come se montasse una specie di rabbia ... quindi la chiamo e ho la voce baritonale ... poi mi tranquillizzo nuovamente ... e poi di nuovo ... e poi chiamo ... e poi di nuovo ... finchè non è a casa ... e si mette a letto.
E mentre legge mi dice:
"mà, mi metti una musichina serale giusta a basso volume?"

venerdì, giugno 22, 2007

@sto caricando





nel cortile di un appartamento condominiale, zona prati Roma, mentre caricano l'immondizia facendo un casino incredibile, mentre suona la fisarmonica per i clienti della trattoria, mentre le musiche da varie parti s'incrociano nonostante tutto, appaiono nonostante tutto tre lucciole (vere, insetti con le lucine) ... e allora mi vien da dire: massì ... sì sì... va bene così! e accenno qualche balletto ... e chiudo!

giovedì, giugno 21, 2007

cost

vorrei vederlo tutto ... vorrei anche sapere da quali brani è composta la colonna sonora.

mercoledì, giugno 20, 2007

l'agente molto speciale


Avevo appena riagganciato. Ero depresso. Avevo sbagliato tutto.

Prima di diventare Agente Molto Speciale, ero scrittore. Non il buon scrittore che vi porta dentro la storia, vi accompagna e vi sconsiglia gli eccessi, che vuole risolvere i drammi della solitudine o quelli generici con la scrittura. No. Ero uno che passava la maggior parte del tempo ad aspettare, a far lievitare, a far sgorgare con il divieto di uscire,interno, tutto mio … e con questa voglia … questa smania … come quando hai quella voglia assillante di pisciare … .

Poi mi sono dimesso, ho dato le mie dimissioni. E tanti “colleghi” hanno ricevuto tanto nel frattempo. Hanno avuto che hanno avuto! chissà come…
Credo di aver cambiato mestiere per fare del Bene, come mi suggerirono al catechismo, un tempo. E alla fine dove mi sono ritrovato?
Aiuto poveri imbecilli a trovare una ragione di vita. Li accompagno e trovo ciò che a loro necessita per il loro sviluppo creativo. E non credo più al mio, di bisogno … di necessità. E il bello è che … faccio credere a tutti di aver trovato per loro soluzione … soluzione di che? Io per loro? Sono un’impostore. Stupido.

Ricordo che l’attore e doppiatore Mario Dardi aveva fissato con me un appuntamento; era uno che mi avrebbe pagato abbastanza e con puntualità. L’avevo capito dal tono della voce al telefono. Era stato abbastanza sbrigativo. Aveva una voce giovanile ma fredda, distaccata, quasi antipatica. Era sicuramente un uomo alto, molto posato. Determinato.

Ecco, ho una attività lavorativa già avviata, sono sposato e tutto procede tranquillamente. Ecco, il mio problema però è la ripetitività e la noia che mi impediscono qualunque slancio creativo. Mi segue?

Ho cacciato fuori un grugnito che non voleva significare nulla … ma sembrava annuissi e questo è bastato …

Ecco, sento che lentamente mi subentra una pericolosa mancanza di comunicazione, gli entusiasmi mi si spengono come le fantasie …
Ecco … allora in me si è fatta strada un’idea che sempre più ha trovato legittimità … giustezza e priorità …ecco

Ho preso un mazzo di carte che era lì sulla mia scrivania e ho cominciato a mischiarle …

Lei è un agente molto speciale? Mi vuole leggere le carte?

Sta scherzando? … e poso le carte accanto al telefono … l’idea legittima in che consiste?

Ecco, è un’ipotesi, l'ipotesi di un rapporto parallelo ed alternativo con …

E viene da me per questo? Si faccia un’amante …

Aspetti, mi ascolti prima. Ho bisogno di uno scossone "creativo" che può rivelarsi produttivo anche nella vita lavorativa …

Ecco, lei sa bene, immagino, che la soluzione di trovare un’amante è pur sempre una situazione corrosiva; può generare sensi di colpa, ansie e inquietudine, ingarbugliare la mia situazione con la mia compagna che io reputo l’unica possibile per me, quella che mi accompagnerà sino alla vecchiaia …

e alla morte …

e alla morte …
Ecco è anche vero che un rapporto nuovo e inaspettato di qualsiasi natura, intellettuale, affettiva etc. , apre le porte alla fantasia,alle emozioni lancinanti, ad un rivivere vecchi sentimenti e nuovi desideri, a sentirsi ringiovanire, a lanciarsi fuori dai legacci di rapporti consuetudinari … e a far ringiovanire questi stessi rapporti … mi segue?

Sì, ma non capisco cosa vuole che io faccia …

Ecco … tra l’altro si dice che, chi si trova a vivere questa nuova dimensione tende a ripotenziare il suo sistema immunitario e di conseguenza a sconfiggere ansie, apatie e depressioni … anche una pericolosa tendenza verso la malattia… lo dicono esperti scienziati …

Come dargli torto?!
… avevo fame e il signor Dardi mi dava noia con quel precisare, preambolare, incipitare perenne e con calma riprendo …
Mi dica subito chiaro cosa vuole che io faccia o cerchi per lei?

Ecco … cerco una donna capace di darmi tutto questo senza compromissioni, senza complicazioni, senza …

… si faccia un blog … entri in una chat … partecipi nei forum …

Ecco, vedo che non comprende … ma capisco che sia difficile … non posso spiegarle tutta la mia vita per farle capire la mia posizione in questo momento né tanto meno la mia posizione a riguardo … sarebbe troppo lungo e fuori luogo … le bastano 25.000 euro?

Eh? … il telefono ha squillato in quel momento … era Elisa, dio mio, penso, Elisa non è il momento!!!
ti richiamo appena ho finito…
ho la voce di uno speaker automatico della metropolitana,
e chiudo …
Diceva?

Facciamo 30.000 con un anticipo di 15000, adesso … entro un mese lei mi trova questa donna … ci risentiamo in corso d’opera per i dettagli … siamo d’accordo? Ecco …

Prende il libretto degli assegni e ne compila e firma uno e me lo porge con sicumera … io lo prendo e lo rigiro, e con lentezza,con un sorriso leggero e continuo, guardando il mio cliente, apro un cassetto dove si trovano le armi, il mio dizionario e la mia scacchiera, infilo l’assegno richiudo e dico: intesi!

Una volta uscito il Dardi, vengo colto da un forte senso di nausea, assolutamente ingiustificato. Forse la fame. Vuoi vedere che sono diventato ricco?
Il telefono squilla. Elisa, penso … e invece no, una cliente: Lola.

martedì, giugno 19, 2007

pre-ufficio

questi signori bravissimi sono l'incontro migliore, in metropolitana, prima di arrivare in ufficio; lei ha una voce fantastica!

sabato, giugno 16, 2007

miss blue, mi chiami quando sta male



Come si potrebbe mai descrivere "rapidamente e sottolineo rapidamente" la propria vita? Ero in ufficio a non fare nulla e poteva essere una buona occasione per provarci. E invece niente. Qualcuno dice che quando ci si avvicina alla propria morte si ricorda tutto, anche le cose più lontane e anche i piccoli particolari. Ed è forse vero. Mia nonna materna mi raccontava, l'ultima estate passata insieme, di suo padre che faceva il pane, aveva un panificio e beveva molto e menava sua madre e quindi lei lo odiava. Poi riuscirono a cacciarlo. Mi raccontò anche di quando a cinema si ritrovò una "mano morta" sulla gamba e lei accarezzò quella mano, prese uno spillone dai capelli (all'epoca si usavano) e lo conficcò sadicamente nella mano dell'ebete malcapitato. Quando mia nonna morì a 86 anni, aveva pochissimi capelli bianchi, due infarti alle spalle, un solo polmone e un solo rene. Mia zia dice che proprio alla fine bisbigliava e le chiedeva di avvicinarsi per parlarle. Mia zia però non la capiva e dopo vari tentativi la nonna stanca e infastidita le disse chiaro "e t'ho fatto tutta scema!" e morì.
Anche il nonno paterno, negli ultimi periodi raccontava cose che mai mi aveva raccontato ... di quando fu catturato in Africa dopo la prima guerra mondiale; fu perchè puntò il fucile ad un indigeno al rovescio, con la canna rivolta a se stesso e quindi lo catturarono e lo misero in una gabbia fatta di canne e diceva però che ci stava bene lì dentro e con gli indigeni. Nonno mi leggeva le teorie di Lev Tolstoj sulla "non resistenza al male", che è praticamente una versione precedente della "non violenza" di Gandhi. Ed era un appassionato lettore di R. Tagore. Mi raccontò anche lui di suo padre che non aveva mai amato perchè abbandonò la madre e i figli per fare un'altra famiglia con la "serva". Il nonno morì a 96 perchè si era stancato, così diceva alla fine: "saluto la vita" facendo un gesto di saluto con le mani e sorrideva. Non è mai stato malato, mai nulla di grave, camminava a stento ma non rinunciava mai alla sua passeggiata con camicia bianca e papillon (odiava le cravatte e usava solo papillon). Mio padre un giorno gli portò un bastone, bellissimo ... niente non ne voleva sapere, e con lo stesso bastone lo colpì in testa minaccioso.

Sto divagando ... ecco ...
insomma mentre pensavo in ufficio, guardo l'orologio e dico "bene è ora che torni a casa".
"Pronto Carlotta? mi dai tu un passaggio? alle sei giù ... guarda che passo prima dal tabaccaio ... mi faccio trovare nei pressi della tua auto ... ok, grazie"
E continuo a pensare. Il mio primo uomo. A 17 anni.

Prendo l'ascensore.

Il primo fidanzato. Il primo bacio. La prima volta.

Saluto quelli del bar.

Un cinque anni con uno nato nel '59 del segno dei pesci, che come ebbe a dire una "che a me mi conosce" era un mezzo genio. Della musica.

Scanso gli zingari alla fermata dell'autobus.

Lo chiamavo Giusy e lui mi chiamava Josephine, non si sa perchè ... era anche acrobata... quando si passeggiava spesso lui lo faceva con le mani, a testa in giù, faceva ruote saltellava ... era di gomma credo. Giocavamo sempre ridevamo sempre e piangevamo un sacco, sia io che lui eravamo di lacrima facile. Mi tradiva con tutte le mia amiche e facevamo l'amore ogni giorno senza deroghe.

Cammino sul bordo del marciapiede cercando di mantenermi sulla linea.

Noi suonavamo, viaggiavamo e spesso lo aspettavo. Quando lo aspettavo leggevo o semplicemente inventavo storie nella testa. O disegnavo o fotografavo o suonavo anche io. Era molto geloso e quindi mi riaccompagnava sempre presto a casa e lui continuava la sua serata. Poi non potevo ridere con gli altri amici uomini anche se non c'era neanche un pensiero "malizioso" in me. Io non possego malizia. E forse è un problema. Vuoi vedere che è un problema! Non so, veramente non so. E mi faceva il "muso" ... il musone silenzioso e per me gratuito e sensa senso, che durava anche giorni. Che disperazione. Mio padre mi diceva che era stata una sfortuna incontrarlo.

"T" - Entro e chiedo "il solito".

"Ah ma sei tu miss blue! è da molto che non ti vedo!"
"Sono stata a casa per un po'"
"Miss Blue ... non si fa così ... quando stai male mi devi chiamare"
"Come?"
"Così - e si mette le mani a megafono davanti alla bocca - Tabaccaio della stazioneee ... sto a casaaaa ... sto maleeee ... per un po' non ci si vedeeeee ... così!"
Rido. Ridiamo. Ciao. Ciao. Raggiungo rapidamente Carlotta all'auto. E non penso più.

giovedì, giugno 14, 2007

per il PDN


Se hai capito chi siamo,
sai che il sistema della partitocrazia è vecchio
e va sostituito con qualcosa di nuovo,
ma non da altre piccole formazioni che si aggregano
e si disfano da una legislatura all'altra...
Perchè, se hai capito chi siamo,
sai che i partiti vanno riformati dall'interno,
sai distinguere tra demagogia e progetti,
che è giusto parlare di onestà,
ma non è onesto farne uno strumento elettorale.
Se hai capito chi siamo,
sai che non amiamo i nostri partiti,
ma ci restiamo dentro;
che se voti il nostro partito,
forse stai votando contro di noi,
e se voti un partito avversario,
forse stai votando per noi.
Se hai capito chi siamo,
conosci la gente che vuole unirsi nelle idee,
ma rimanere divise nelle ideologie ...
se hai capito chi siamo
SPIEGACELO!

Corrado Guzzanti da "il libro di Kipli" 1994

mercoledì, giugno 13, 2007

parola d'ordine

Dopo una settimana a casa per motivi di insonne salute son rientrata in ufficio. I corridoi desertici e molta gente se n'è andata. Ha trovato nuova e strategica sistemazione. Sono andata dritta dritta nella stanza del mega super capo che mi ha chiesto: "Oh, bentornata, hai qualcosa da dirmi?". "Sì - ho risposto - una parola, una parola d'ordine: RISCATTO." E' uscito sorridente e nel corridoio ha gridato :" la nostra parola d'ordine sarà RISCATTO!".

domenica, giugno 10, 2007

mattùguarda!


sembra la copertina della mia nuova play list ...

giovedì, giugno 07, 2007

compito di scienze








Le fonti
Tutti gli organismi hanno bisogno di energia per vivere. Gli esseri viventi trasformano in energia il cibo con cui si alimentano, ma ne hanno bisogno anche molti strumenti di cui l'uomo moderno si è dotato per mantenere vive le città , le reti delle lobby, per tenere calde le poltrone, per far funzionare gli apparecchi intercettanti, le industrie, le banche e il sistema..
Questo grande sistema funziona grazie ad una materia prima: le fonti autorevoli , ossia ciò che la natura ci ha messo a disposizione e che noi possiamo utilizzare direttamente, fonti d'intelligence primarie, o che dobbiamo trasformare affinché possano essere utilizzate, fonti d'intelligence secondarie.
Pro e contro di ogni fonte
Tra le fonti disponibili per generare energia non esiste una fonte perfetta, infatti non tutte sono disponibili nella stessa misura su tutto il pianeta e spesso la disponibilità di fonti d'intelligence primarie può privilegiare alcune zone.
Quanto durano le fonti
Abbiamo visto che alcune fonti autorevoli sono esauribili perché la loro disponibilità è limitata nel tempo.
Le fonti che viaggiano
Alcune fonti d'intelligence, disponibili solo in alcune parti del pianeta, possono essere trasportate e rese disponibili in altri paesi dove sono poi utilizzate.
Anche in Italia, per soddisfare i nostri fabbisogni, abbiamo bisogno di importare le fonti d'intelligence da altri paesi.

mercoledì, giugno 06, 2007

w Schioppa

Daje Padoa
daje a tutti!!!
dajeeeeee!!!

affetti da scajola

mi è esploso sto "bubbone" ... proveniente dall'inconscio collettivo italiano compromesso per sempre!

Scajola: Questo governo non è democratico
Un governo che assume decisioni "mai viste prima", che procede a colpi di "interventi abusivi" e che in fin dei conti "non è democratico". E' l'analisi che Claudio Scajola, attuale presidente del Copaco, il comitato parlamentare sui servizi di sicurezza, fa all'indomani della conclusione del caso Visco-Speciale. (tratto da la Stampa)

Genova 2001
"la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale"
(Amnesty International)



Articolo su "CARTA" di Lorenzo Guadagnucci
A ben vedere, se c'è una persona che può davvero festeggiare il quinto anniversario del G8 di Genova, questa è Claudio Scajola. Nel 2001 era ministro degli Interni e in questa veste finì inevitabilmente nel mirino, visto lo scandalo internazionale suscitato dalle violenze compiute dalle nostre forze dell'ordine, spesso a danno di cittadini stranieri (circa la metà dei maltrattati a Bolzaneto e i tre quarti dei malcapitati alla Diaz). All'epoca se la cavò in qualche modo, grazie alla protezione politica del premier Berlusconi, alla compattezza della maggioranza di centrodestra e a un patto di ferro con i vertici delle forze dell'ordine, anch'essi nei guai per lo scellerato comportamento in piazza e comunque alla ricerca di certezze dopo il cambio di maggioranza del maggio precedente.
Per Scajola la carica di ministro degli Interni era la prima grande prova politica d'alto livello. Le giornate genovesi, se non gli tolsero la poltrona appena guadagnata, stesero comunque un'ombra sinistra sulla sua figura. Qualche mese dopo il povero Scajola combinò oltretutto una frittata: si fece sfuggire un paio di frasi infelici durante conversazioni informali con alcuni giornalisti. La prima di queste affermazioni era gravissima, per il contenuto e per la leggerezza con cui ne riferiva: sostenne di avere dato l'ordine, nella serata di venerdì 20 luglio 2001, e quindi poche ore dopo l'uccisione di Carlo Giuliani, di sparare a chiunque avesse tentato di violare le protezioni che circondavano la "zona rossa" nel centro della città. Un ministro, negli ordinamenti democratici, non ha assolutamente la facoltà di stabilire quando e come sparare e perciò la sua "rivelazione", oltre che gravissima per il contenuto, era anche goffa e del tutto fuori luogo.
La gaffe gli fu però perdonata, probabilmente in nome di quel patto di ferro fra politica e apparati delle forze di sicurezza che ha fra l'altro garantito in questi cinque anni la totale protezione a tutti gli imputati. Scajola cadde poco dopo su un'altra gaffe, riferita a Marco Biagi, ucciso dalle Brigate rosse e definito dal ministro, nel pieno di una polemica sulla mancata concessione della scorta al professore, "un rompicoglioni". Scajola uscì così di scena, in modo del tutto inglorioso. La sua carriera ai vertici dello stato pareva finita. Ci pensò Silvio Berlusconi a dargli un'altra chance, riportandolo al governo verso la fine della legislatura. L'incarico non era di primo piano - le attività produttive - ma almeno il deputato di Imperia tornava nei giri che contano.
Ma il vero capolavoro Claudio Scajola lo ha compiuto dopo la sconfitta elettorale della coalizione di centrodestra alle elezioni del 9 e 10 aprile. E' riuscito a guadagnarsi il ruolo parlamentare più importante fra quelli spettanti per tradizione all'opposizione: la presidenza del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Una posizione oltretutto strategica in questi tempi di tempeste sul Sisde, di ventilate riforme, di lotta senza quartiere al terrorismo internazionale e di spericolati legami con intelligence di altri paesi. Scajola ha ottenuto la poltrona scavalcando il candidato naturale, ossia il ministro dell'Interno uscente, Beppe Pisanu. E come se non bastasse è stato eletto all'unanimità. Per carità, in questi casi è prassi stipulare un accordo bipartisan preventivo, visto che si tratta di una commissione di garanzia, ma questo non toglie nulla al capolavoro politico di Scajola e del suo partito: il centrosinistra non ha avuto nulla da obiettare sul ministro del G8 e tutti i parlamentari della commissione hanno votato con ferrea disciplina, senza nemmeno un commento, un distinguo, una riserva.
Scajola dunque può festeggiare il quinto anniversario del suo G8 con la ritrovata verginità politica. E deve avere accolto con legittima soddisfazione, forse anche con euforia, le dichiarazioni del suo passato rivale Luciano Violante: la commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti di Genova - ha detto il deputato Ds, presidente della commissione affari costituzionali della Camera - non serve, c'è già stato nel 2001 un comitato d'indagine. E' la stessa cosa sempre sostenuta dall'ex ministro Scajola, che sta trionfando su tutta la linea. Complimenti sinceri.

martedì, giugno 05, 2007

roma, luglio 2003


tratto dall'epistolario "Un trauma chiamato desiderio"

Caro Fantasma,
ti ringrazio dell'ultimo messaggio inviatomi.
E' stato veramente "illuminante" per me.
Uno dei messaggi che più mi hanno parlato di te.
Sinceramente te stesso. E' stato molto generoso da parte tua. Davvero. Un atto di fiducia.
Capisco perchè mi sento "brutta"...
C'è sempre uno scarto tra ciò che sento "fisicamente" e la sua interpretazione e in questo "intervallo" le cose si confondono.
Hai qualche senso di colpa?
Mi dispiace.
Perchè evidentemente, in qualche maniera, hai subìto la mia "influenza" come PRESSIONE.
Si è vero, è un po' arrogante fare l'analisi di ciò che succede ma per me è importante riconoscere alcune cose e dargli un nome. Del resto non hai fatto che analizzarmi (perchè hai pensato di riconoscere in me qualcosa che non è per te estraneo) e allora penso che adesso tocchi a me. Come tocca a me inviarti un messaggio come il tuo, che sia PALESE, UMANO e RIVELANTE ma nello stesso tempo LONTANO, CHIUSO E SENZA POSSIBILITA'.

C'è qualcosa sempre che in qualche maniera lotta per potersi esprimere, un'intensità di vita ... se solo la lasciassimo andare libera, anche nei momenti oscuri!
E invece ecco cosa succede; si arriva ad un punto di soppraffazione, dove quest'impulso vitale si trasforma in fatica e la gioia di vivere in apatia.
Ma l'impulso lavora lo stesso e farà trabbocare il vaso ... "qualcosa mi assale dall'esterno, qualcosa che non ha nulla a che fare con me e con cui non voglio avere nulla a che fare!".
L'impulso soffoca ... si inizia a cercare colpevoli: genitori, partner, Dio, se stessi e allora ... basta, cosa rimane per salvarsi? AUMENTARE LA TOLLERANZA ALLE FRUSTRAZIONI. Imparare a stringere i denti e andare avanti (nel proprio deserto) nonostante tutto.
Quando ho tempo mi chiedo tanti perchè!

Una volta ho letto in un saggio sui "modelli di comportamento critico" una cosa che mi riguardava. Parlava di un uomo che quando incontrava una donna che gli piaceva, stava al gioco finchè era poi in grado di dire "Funziona! La donna prova interesse per me, tanto mi basta e quindi lascio perdere." (io facevo così per gli esami universitari; capivo che cos'era la materia, sapevo tutto e quindi fare l'esame non aveva nessuna importanza). Così non ci si gode mai il piacere di un movimento compiuto fino alla sua naturale conclusione.
Chi è il segreto responsabile di questo meccanismo?
Il libro parlava dell'immagine della madre che diceva al figlio: "Anch'io non sono mai riuscita nella vita. Fà il bravo ragazzo, fa come ho fatto io".
Così ci si nega il piacere di agire davvero. La regola: evitare il possibile.
Questa cosa subìta dai genitori la rimproveriamo a chi ci sta vicino "mi metti sotto pressione perchè vuoi che mi adegui a te. Se non lo faccio, te ne vai!".
In realtà questo rischio dell'abbandono non esiste e soprattutto non siamo bambini di fronte a genitori. Nessuno poi richiede un adattamento fino a rendersi schiavo.
Oppure alle volte succede l'opposto, per paura di adattarsi si diventa tiranni e si confonde l'empatia con la subordinazione e la rinuncia alle proprie idee unilaterali in sottomissione.
Un giorno abbiamo parlato di mancanza. Ecco cosa manca: LA NATURALEZZA DI UN AMORE CAPACE DI SCIOGLIERE LE CATENE DELLE PASSATE ESPERIENZE.

Ci sono bambini diversi, che nascono con una, come dire, straordinaria vitalità. Tu eri tra questi?
In genere si prendono le distanze da questo bambino così diverso dagli altri, si ha paura di essere trascinati nel vortice di una vitalità che turberebbe l'apatico procedere di una vita regolata.
I genitori "normali" fanno il proprio dovere nei confronti di questo bambino, ma questo non è sufficiente: un bambino dotato di una maggiore capacità di amore ha bisogno di un amore più grande. Il tacito messaggio di questi genitori al bambino speciale è "non dovresti stare meglio più di quanto stiamo noi". In realtà il bambino sta molto peggio; l'impostazione esistenziale dei genitori è troppo rigida e angusta per la sua vita. Ha bisogno di più perchè è di più. Se riceve di meno, non ha abbastanza.
Come in tutti i rapporti umani, nel rapporto dei genitori con un bambino particolare c'è la tirannia del più debole sul più forte. Il più debole cerca inconsciamente di ridurre il più forte al proprio livello: se poi vi riesce, finisce per disprezzarlo in quanto immagine riflessa della propria debolezza. I genitori che sono riusciti a distruggere i propri figli li trattano poi come poveri pazienti.
La MANOVRA di adulti che da bambini non sono stati abbastanza amati è (ed è sorprendente) che fanno tutto il possibile per essere respinti!

Perchè ti scrivo tutto questo? Non so.
Va beh ... ecco a te un lungo giro di pensieri , un po' insostenibile, dove forse tu ci sei o forse no. Ci sono solo io.
E' qualcosa che renderà probabilmente impossibile un incontro in CAMPO NEUTRO!
Come il tuo ultimo messaggio e altro ... fine dei giochi.
E ti saluto con quel calore che scioglie e il riso liberatorio e le intense fantasie sulla bellezza e la forza delle cose.
Una vera carezza "fisica" capace di far saltare per qualche istante tutte le norme e di far sentire la leggerezza ... la leggerezza!
Senza nulla a pretendere.

Non volermi male e per favore stammi sempre bene.
Alba

domenica, giugno 03, 2007