venerdì, novembre 09, 2007

la pazienza del paziente


(il medico al paziente) ... l'uomo volgare aspetta il bene o il male dall'esterno, cioè dalla scarrozzata e dallo scrittoio, mentre l'uomo pensante non l'aspetta che da se stesso. (...) il freddo come ogni altra sensazione dolorosa, si può non avvertire. Marco Aurelio diceva "il dolore non è che una viva rappresentazione del dolore: compi uno sforzo di volontà, in modo da mutare codesta rappresentazione, rimuovila da te, cessa di lamentarti, e il dolore svanirà". E' una cosa giustissima. Il sapiente, o più semplicemente l'uomo pensante, che penetra a fondo nelle cose, si distingue appunto per il fatto che sublima la sofferenza: egli di nulla si stupisce. (...) se più spesso vi sollevaste alla meditazione, comprendereste, allora, quanto siano trascurabili tutte le esteriorità, che vi mettono tanto in agitazione. L'essenziale è di tendere alla comprensione della vita, raggiunta questa, si ottiene il vero bene.
(...)
(il paziente al medico) Comprensione della vita... esteriorità, interiorità ... scusatemi, son cose che non intendo. Io so soltanto che Iddio m'ha creato di sangue caldo e di nervi, già! Eppoi, un tessuto organico, se è vitale, deve reagire a tutte le irritazioni. E io reagisco! Al dolore rispondo con le grida e con le lacrime, alle bassezze con lo sdegno, alle turpitudini con la nausea. A parer mio, appunto in questo consiste la vita. Quanto più in basso sta un organismo, tanto meno è sensibile, e tanto più debole è la sua risposta che dà agli stimoli esterni: e quanto più in alto sta, tanto più ricettivo, e con tanta più energia reagisce alla realtà. Come ignorare cose simili? Siete un dottore, e non sapete certe piccolezze! (...) uno chiede consiglio, cosa fare, come vivere, prima di dargli una risposta, un altro ci penserebbe bene; qui invece la risposta è già pronta: tendi alla comprensione, overossia al bene verace. Ma che cos'è questo fantastico bene verace? la risposta qui manca, benintesi! Noialtri siamo tenuti in gabbia, ci fanno imputridire, ci torturano, ma anche queste cose son cose eccellenti e razionalmente giustificabili, conciossiacosachè tra questa corsia e un tiepido, accogliente scrittoio, non c'è differenza alcuna. Oh la comoda filosofia: da fare, non c'è nulla, la coscienza è netta, e hai la sensazione di essere sapiente ... Ah no illustre signore: non è filosofia questa, non è meditazione, nè larghezza di vedute; bensì è pigrizia, è fachirismo, è sonnolenta ebetaggine ... sì, le sofferenze voi le sublimate, ma fate che vi si schiacci un dito nella porta, e vedrete se non vi mettete ad urlare a squarciagola!
da "Corsia n.6" di Anton Cechov

17 commenti:

Anonimo ha detto...

si sente che a parte la tisi non s'è mai trovato in situazioni in cui è d' obbligo gridare dentro perchè se lo fai a squarciagola ti beccano:
non è sublimazione della sofferenza ma spirito di conservazione

ablar ha detto...

non è cechov che parla ... sono i suoi personaggi (credo che lui gridasse dentro!)

Unknown ha detto...

ho sempre pensato che con il dolore
si esagerasse, Cechov che dio lo
abbia in gloria, mi ha dato tante di
quelle cose, mi ricordo una sua
frase che si è rivelata purtroppo
vera, suppergiù questo era il senso
"col tempo non saranno gli operai ad assomigliare agli studenti, ma semmai viceversa" e cosi è stato questo forse è uno dei dolori che il medico
aveva presagito.

ablar ha detto...

cechov, mi diceva uno dei miei maestri di vita, cura l'anima! rileggerlo un pezzettino la sera, nei momenti topici ...

Anonimo ha detto...

detta così in dù parole: non sono una donna sapiente

ablar ha detto...

io oscillo o...cariddo!

Anonimo ha detto...

cribbio cariddi?

ablar ha detto...

nel senso che guardo tutti e due come cechov ... e sto zitta zitta con il mio "incomunicabile"!

Anonimo ha detto...

Cos'è tutto codesto verde scuro
codesto rame sinfonico...
cos'è la scarrozzata?
cos'è lo scrittoio?
ah!
saperlo...

ablar ha detto...

ah!
saperlo ...
(il segreto, se così si può chiamare, è nei racconti lunghi di cechov)

Anonimo ha detto...

NEANCHE SCARROZZATA?
ALMENO SCRITTOIO
COS'E' SCRITTOIO
ALMENO QUELLO...

ablar ha detto...

diciamo allora che conosco autobusata e tavola della cucina ... scrittoio (mio) ancora no ... incredibile!

Anonimo ha detto...

confesso che il rat citato scémuà è 4exobiano confesso che nessun russo è MAI stato inquilino del mio immaginario, MAI. La cosa mi impoverisce lo so, ma mi accontento del mio presepe amerikano filiprothiano (vomitando su salinger e pynchoni s' intende).
Però capisco sia te che egine e vi perdono.
Il dio di roasted chestnutz

ablar ha detto...

anche io ti perdono, va!
p.s. Cechov è Chevov ... non rimaner in questa trista lacuna! Deh!

Anonimo ha detto...

la consonante cirillica (simile al 4 arabo corsivo) suona infatti ch dolce l' altra poi è x però il vov non mi piace con quel sapore di caserma e d' uovo ;)

ablar ha detto...

digidite tremens ...

Anonimo ha detto...

beh veramente ammetto che più che al 4 simile al 7
kasciò?
svidanie!