sabato, febbraio 17, 2007

reperto

Cercando di fare spazio nella mia casa, che ho l'impressione mi mangi a breve, (questa sensazione è diffusa un po' dappertutto negli aspetti "sparsi" della mia vita), ho trovato tante carte e cartuccelle con scritti, addirittura sulle ricevute delle bollette, che veramente non ricordo di aver mai scritto ...
Stralci di pensieri e pezzi di racconti. Si, ricordo di aver avuto sempre questa mania, scrivere di getto senza metodo, ma ... l'impressione che ne ho ricevuto rileggendo ha provocato in me una sorta di nausea. Di quella mi ricordo. Mi ricordo che ogni volta che rileggevo ciò che andavo scrivendo avevo nausea. Del resto questi scritti non eccellono in chissà quale tipo di scrittura. Non credo di aver mai scritto per "essere scrittrice", quindi non mi spiego il perchè di tutta questa nausea? La crudeltà mentale verso me stessa ha sempre aperto varchi in ogni dove. Giudizi, processi senza senso.
Mi sono chiesta cosa fare... buttare via tutto o selezionare? I vermetti della polvere pur esseri viventi sono, e migliorare la loro qualità potrebbe essere un punto di partenza per aver cura della vita! Ma è arrivata la figliola che leggendo una paginetta ferma sul pavimento insieme alle altre, si è messa a leggere e mi ha detto con il suo fare sul curioso-strafottente ... come va a finire?
(ecchenesò io? ... chiedilo a chi scrive, manco la conosco!)


7-mar '89

Era un uomo solare, l'avrei massacrato.
Un giorno glielo dissi e mi rispose che ne sarebbe stato onorato. Il suo amore avrebbe resistito fino a diventare una questione di onore, aggiunse. Era il via per metterlo alla prova; il mio interesse per il vivere era rinnovato.
Si diceva che avesse avuto molto problemi, una infanzia piuttosto infelice e traumatica; che fosse partito da una miseria disperante e che tutto da solo si era costruito una strada, un percorso per arrivare alla comune, apparente normalità.
Un bell'uomo e io ho sempre avuto pregiudizi sugli uomini belli, in sostanza non sono per me credibili, non li vedo, non li considero. Mi hanno sempre dato la sensazione della plastica Moplen.


Anch'io forse ero apparentemente di plastica Moplen; bella donna con tante difficoltà. Dalla facciata sicura ma profondamente infelice. Ero diventata brava nell'arte della distrazione, come tutti, ma io sapevo anche illudermi di non illudermi ... la mia testa era potente!

All'inizio lo osservavo con la sottesa speranza di veder smetite tutte le mie convinzioni, fin troppo radicate per essere facilmente smantellate. Anch'io a mia volta ero osservata. Uno sguardo imbambolato che in ritardo avvertiva lo scambio del mio con un sorriso accennato, molto patetico, insomma deludente. Nonostante mi rendessi conto che stavo lì con quell'atteggiamento intransigente, non riuscivo a capacitarmi del perchè non riuscisse ad avvicinarmi. Ero propensa a pensare fosse più che timidezza, quella forma di vanità e viltà maschile, che aspetta di avere un qualche minimo segnale di assenso per muoversi. Allora decisi. Avrei giocato e gli avrei offerto una serie di segnali diversi e contraddittori. Non avevo niente da perdere e tutto da guadagnare in distrazione.

Come avesse fatto a riuscire da solo? la mia curiosità era questa ... Da solo! Si può fare da soli? Senza nulla? ... guadagnava anche molto bene.
Spesso mi sentivo molto sola. Frequentavo amici fidati, pochi ma buoni, che amavano la mia compagnia. Il mio buon carattere, la sensibilità insieme alla sagacia, faceva di me un ottima compagnia. E io mi riconoscevo solo per questa immagine piuttosto che della mia reale di cui non conoscevo i contorni e fondamentalmente mi annoiava.

A sorpresa, un giorno, una telefonata:
"Ciao, sono Marcello, come stai?"
"Ah ciao... come hai avuto il mio telefono?"
"Non ho osato chiedere a nessuno di comune conoscenza, e quindi ho cercato per altre vie..."
"Altre vie?"
Risatina. "Non sai che esistono altre vie?"
Mi stava innervosendo, non mi piaceva questo sottofondo di sfottò che voleva essere anche simpatico ma, per esperienza sapevo che non era cosa buona, no no non lo era cosa buona.
"Allora quali vie?" tagliando corto.
notando il mio disappunto, con voce seria disse "... l'elenco..."

Fastidio, che fastidio!
"ah bene, cosa vuoi?"

Era partita malissimo ..."Niente... volevo solo... verificare che fossi viva..."
Che cosa voleva?
"Che significa?, certo che sono viva!"
"Sì scusa ... non so che dire... non immaginavo ... andasse così ... scusami ancora"
"No aspetta ... ma sono appena sveglia", in colpa, "e quindi non capisco e sono un po' scontrosa la mattina..."
"Io sono abituato a svegliarmi presto la mattina e quindi non so mai quando ... è il caso di disturbare con le mie ... con i miei saluti"
"Bene... allora?"
Senza scampo, non sapevo come uscirne e come salvarlo.
"Volevo salutarti, l'altra sera quando ci hanno presentato a casa di quello, il commercialista... come si chiama ... insomma mi hai colpito, non so perchè ... e allora ho pensato di chiamarti"

Deludente.
"E' cosa ti ha colpito?"
"Ma la tua estroversione, come dire , l'amabile socievolezza, per nulla affettata, la simpatia che elargivi a tutti, il tuo modo ironico di commentare ... non riuscivo a non osservarti ...""Ah ... e poi?"
"Beh, e poi ... sei anche bella ma ..."
"Ma... come ma?"
Il mio sorriso
"Mi affascinava la tua ..." interruzione
Il mio sorriso... il suo silenzio
"Cosa?"
"la tua falsità!"
Un tuffo al cuore, un'incazzatura improvvisa e poi un gelo.
"Cosa?" la mia voce fredda e distaccata.
"No, no ... non è una cosa negativa ... poi cos'è negativo e cosa positivo ... va bè ... scusami... volevo dire altro... ma stamattina non riesco a ..."

Rumori dalla sua casa, qualcosa squilla insistentemente.
"Scusami devo andare, scusami ancora, forse avrò occasione di spiegarmi, ma non era niente di chè, niente di grave ... devo andare"
"Aspetta un attimo, che fai mi lasci così? ma come ti viene in mente?"
"Ti richiamo, adesso devo andare..."
"No no ... non chiamarmi, nel caso chiamo io!"
"Ma io ... "
Chiusi il telefono con un liberatorio "Ma va a cagare!"

Curiosità.
Cosa voleva dire? bloccata in una domanda. Schiava di definizione. Cosa voleva quella mattina da me? Cosa voleva dirmi? Prigioniera di domande con e senza senso. Catturata in un meccanismo mentale.
...
L'avrei massacrato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

... la signora guardi ben che sia fatta di Moplen!
il moplen
la moplen
la mole antnelliana
LAmore.
p.s. preferro la prima parte del reperto. fino all'apparecchiatura per la musica.
però è bello
però ha ragione tua figlia... dovresti assolutamente, e dico assolutamente, procurarti la cassetta del film coca cola kid
di dusan makavaiev (tra l'altro, uno dei suoi primi film che non vidi s'sispira ad esperienze di terapia orgonica con tanto di accumulatroe)... dove nell'ultima scena appare una scritta che dice come andrà a finire... dopo 10 giorni sarebbe scoppiata una guerra mondiale. quando si scrive qualcosa, è saggio sapere già all'inizio dove si andrà a finire... semplifica molto le cose, dopo tutto, ciò che conta è andare... il viaggio, i punti d'arrivo, insomma...
arizona dreams invece è molto bella... non sapevo che il titolo fosse il carro funebre, o l'auto dellamorte... io me ne intendo di deathcar...
di solito quando gli scritti si lasciano a riposare... col tempo, migliorano!
subito magari viene da vomitare, ma col tempo... migliorano.
la tua nausea, non so... la tua nausea rispetto a tutti quei reperti dimenticati... sembra carica di altre cose....
insomma alla fine si sono messi insieme, hanno fatto figli? tua figlia vuole sapere come va a finire...

ablar ha detto...

perchè sei esperto di carri funebri?
... si credo anche io che la nausea sia carica d'altro.
Caro Darioskji,
la fine ... boh ... stamattina penso di farli morire di dolore per vie differenti ...
è strano però ... io non sono nè tragica, nè, come dire pessimista, penso di essere solo lucida ...
cmq mia figlia ci rimarrebbe male ... allora trasformo in momenti sacri? La felicità è incontrare lo sguardo di un passero che ha raggiunto il tuo davanzale, immerso tra palazzi e traffico? Che dici? sarebbe molto pedagogico?
Cmq darioskji, ma buona ma tanto buonissima domenica!
p.s. intendo scriverti oggi, e spero di riuscirci.

Anonimo ha detto...

più che di carri funebri, sono esperto di autovetture della morte, è un'altra cosa.
pedagogico il passero?
...assero!
spero tanto tu trovi il tempo di scrivermi e dividero meco eccetera... teco e teca, erano fratello e sorella e scaricavano il lunario lavando i vetri dei palazzi di città...

ablar ha detto...

ah ecco ... lo dicevo io, mi pareva che teco e teca ...
invece meco ...