domenica, gennaio 21, 2007

cellule in love


Presa coscienza del fatto che ogni globalità (unità tra le unità) da noi sentita o definita è composta, da un lato da molte altre globalità e dall'altro partecipa di una globalità molto più grande, un uomo fa parte dell'umanità e consiste lui stesso di organi, che sono parte di lui e al tempo stesso di molte cellule che, a loro volta rappresentano le parti dell'organo. L'umanità si aspetta dal singolo uomo che si comporti in modo tale da essere utile all'evoluzione e alla sopravvivenza dell'umanità. L'uomo si aspetta dai suoi organi che funzionino in modo tale da consentirgli la sopravvivenza. L'organo si aspetta dalle proprie cellule che facciano il loro dovere, come è indispensabile per la sopravvivenza dell'organo ...
(...) resta da chiedersi perchè ogni tanto qualche brava cellula cambia comportamento, comincia a seguire scopi propri e a realizzarli senza preoccuparsi del resto, abbandonando l'identificazione con l'attività al servizio dell'organo e dell'intero organismo. Prende le distanze dalle cellule sue simili e si diffonde rapidamente e senza riguardo alcuno con una caotica moltiplicazione, trascurando i confini e edificando ovunque basi proprie. Inoltre utilizza come terreno di coltura le altre cellule da cui ha preso le distanze col suo comportamento anarchico. In fondo era una cellula come tante altre che doveva svolgere un compito poco attraente per conto di un "altro". Ma a un certo punto ... puff! ... l'organismo ha perso le sue attrattive come spazio in cui compiere la propria evoluzione. Un organismo unicellulare è libero e indipendente, può fare quello che vuole, può anche rendersi importante attraverso un interminabile meccanismo di riproduzione e moltiplicazione. Ah che bello essere unicellulare e poter realizzare personalmente la propria immortalità!!! E allora la cellulina sottopone la comunità ai propri interessi e comincia a realizzare la propria libertà con un comportamento privo di riguardo.
Una mossa di successo, il cui errore diviene evidente solo molto tardi, quando si nota che il sacrificio dell'altro e il suo utilizzo come terreno di coltura porta con se la propria fine. Un errore denso di conseguenze nell'ideazione di questo progetto di libertà e immortalità.
Le nostre piccole celluline, anche loro, rispondono al nostro tempo e alle nostre concezioni collettive del mondo.
Ragioniamo come cellule cancerogene.
L'errore di pensiero:
il mistico islamico Rumi racconta:
"Un uomo bussò alla porta dell'amata. Una voce chiese: Chi è? - Sono io, rispose lui.
Allora la voce disse: qui non c'è abbastanza posto per me e per te.
E la porta rimase chiusa. Dopo un tempo di solitudine e privazioni l'uomo tornò e bussò. Da dentro una voce chiese: Chi è? - Sei tu! disse l'uomo. E la porta gli fu aperta."
La cellula cancerogena crede a un "fuori" separato da lei, così come ci credono gli uomini. Questo convincimento è mortale.
La medicina si chiama AMORE. L'amore rende sani perchè dilata i confini, è uno stato di coscienza che intuisce veramente qualcosa della comunità di ciò che è. Il cancro non testimonia di un amore vissuto, è amore pervertito:
L'amore supera tutti i confini e i limiti.
Nell'amore gli opposti si uniscono.
L'amore è unione con tutto, si estende su tutto e non si ferma davanti a niente.
L'amore non teme neppure la morte, perchè l'amore è vita.
Se questo amore non vive nella coscienza, corre il rischio di finire nella fisicità e di cercare qui di realizzare le proprie leggi sotto altra forma.
Anche la cellulina cancerogena supera tutti i confini e tutti i limiti. Elimina l'individualità dell'organo.
Anche sta cellulina si espande su tutto e non si ferma davanti a niente.
Anche la cellulina cancerogena non teme la morte.
Il cancro è amore su un piano sbagliato. E' sintomo di un amore frainteso.
Ha rispetto soltanto del vero amore. Simbolo del vero amore è il cuore: e il cuore è l'unico organo che non può essere aggredito dal cancro!

liberamente tratto e adattato da "Malattia e destino" di Dethelefsen e Dahlke

16 commenti:

darioskji ha detto...

mi aggattisco

darioskji ha detto...

il cuore come metafora
o il cuore come organo?
il cuore è amore... è così?
ci vuole cuore.
la saggezza del cuore.

ablar ha detto...

uh che bello! Finalmente!
...
come l'asso di cuori, che per "comequandofuoripiove", vale più di tutto.

Anonimo ha detto...

come vedi... ci provo volentieriùmanco fossi Woland!

Anonimo ha detto...

sempre provo tecnico
woland (il maestro e margherita)
da leggersi a voce alta, un'ora la sera.
ripetere.

Anonimo ha detto...

forse così va meglio.
qui mi si rimprovera
la scomparsa la mia.
sono strato molto impegnato
a leggere.
altro che scomparsa

ablar ha detto...

ma sei bravissimo quando ti aggattisci!!!

Anonimo ha detto...

ma che bello! Ho superato la difficoltà di leggere del cancro e sono arrivata alla fine del post. La teoria è affascinante, che fa riflettere sia la mia parte razionale sia quella emotiva.

ablar ha detto...

micheluzzooo! e finalmente ... come va? Io tifo per il tuo progetto!!!!

ablar ha detto...

aegaion sapessi quante riflessioni e combattimenti interni ho affrontato solo per scrivere la parola Cancro, e come ero portata ad evitare di scriverla ... incredibile! In questo c'è qualche problema che va scoperto ... forse è un tesoro nascosto ...

ablar ha detto...

michele, per inciso, io non sono carina, io sono "natabella", che è molto più grave!!!

Anonimo ha detto...

Resta da chiedersi se l'individuo non può considerarsi un gran cellulone che persegue scopi propri... al di là e a volte contro la continuazione della specie... tanto per fare un esempio.

ablar ha detto...

e infatti ...
e l'umanità un megacellulone che persegue scopi propri ... al di là e contro la continuazione della vita nell'universo ... tanto per fare un altro esempio.
...
...
l'importante poi alla fine, per me, è sempre sul "come" ...
non "vivere", ma "come" vivere.
E penso che quel che si dice amore (o ammore alla R. Bhartes) ... è una raffinata qualità di vita, da riprendere

ablar ha detto...

... o da inventarsi

Anonimo ha detto...

l'Amore... vale la pena vivere per amare almeno una volta... un saluto...

ablar ha detto...

buonasera kurtz