
Era da quando le era morto il marito che si era scoperta niente. Come se l’odore di un uomo intorno a sé avesse negli anni coperto, sino a divorarla, la sua essenza. Si era aggrappata al dolore della perdita per darsi dei confini con cui avrebbe sperato finire i suoi giorni, senza troppo pensarci. Tutti gli anni passati a vivere il silenzio indecifrabile di un uomo, avevano assunto in lei una filosofia piena di significato. Tutto il non detto che nel tempo era divenuto la propria infelicità era adesso un aver detto troppo, tanto, tutto. E il pensiero la soddisfaceva. Come se fosse l’unica detentrice di un non comunicabile da comunicare attraverso ammiccamenti segreti a chi ancora sapeva guardarla. Improvvisamente, però, la solitudine colorò di vecchiaia la sua età. Di botto e repentinamente si ritrovò ferma e senza più futuro. Come se per lei era riservata una piccola postazione di sosta e basta. Spesso pensava che l’unica cosa che poteva ancora assaporare era il sacro che si celava nella campagna, negli alberi e nelle piante, nei bambini. E questo era un percorso inconsapevole e naturale. Come se l’istinto ancora vivo la portasse, contro ogni ragionevole intendimento, ad apprezzare il molesto e prepotente vizio del mondo a continuare a vivere nonostante la caducità delle proprie stagioni storiche. Ma sotto questo andante passeggiare tra attimi di pomeriggi al tramonto, vi era qualcosa che urlava di rabbia. Una rabbia inusitata e razionalmente inspiegabile che, come l’acqua che riesce ad arrivare al mare scorrendo pur incontrando resistenze ed ostacoli, così essa arrivava a destinazione quasi a sua sorpresa. Colpiva i testimoni vicini e attorno alla sua vicenda, feriva “quelli” che avevano seguito il racconto loro malgrado e che, con la loro presenza, potevano mettere in dubbio l’attuale regia. Testimoni inconsapevoli di una minaccia sotteranea ed insieme di un senso di colpa. A loro era riservata una gelosia di vita, che rappresentava l’unica traccia di ancora una possibilità d’amore. Ancòra un’emozione ribelle, àncora mal direzionata di un lutto.