Carissimi compagni di ventura,
ancora imbarcati nel mare reso folle dalle mille correnti del “machegolpeabbiamonoi”,
son qui a rispondere alle vostre richieste. No, non sono morto. Sono semplicemente approdato e il mio silenzio dorato e durato così lungamente ha permesso queste modeste e leste righe. Sì, scrivo dal Terreno, da questa patria che mi ha accolto come se fossi stato da sempre il suo prediletto abitante abituale. Non so descrivere i miei sentimenti di incredulità quando, giunto qui a mia sorpresa, ho visto ciò che mi circondava come nuovo. Nel contempo voglio assicurarvi che questo nuovo non coincideva con l’estraneità e neanche con la consueta volontà di appartenenza. Sembrerà banale, anche canale, per non dire fanale, ma l’angoscia per lungo tempo mi ha voluto assalire lì dove poteva, e ancor di più all’inizio quando, in segno di saluto, il tocco autoctono femminile e rassicurante di una mano sulla mia clavicola, mi ha sciolto in lacrime. E tocco su tocco, stìc stìc stìc stìc e stìc ... alfin sciolsimi. Mi chiedete insistentemente notizie su come ci si possa sentire sul Terreno. Bene, ma la descrizione del mio stato non può che essere parziale, e tantomeno marziale . Vi chiedo di essere comprensivi. Qui, miei cari capitani, si vive di gentilezza che si esprime in maniera creativa, allegra e affettuosa. Alè! La sorpresa più incredibile è che le capacità e i talenti non alienano l'amicizia, la passione e l’intimità a nessuno! E men che meno l’allegria il gioco e lo zumpappà! Posso capire la vostra meraviglia e riesco a cogliere i vostri dubbi sulla mia sanità mentale e fisica ma vorrei rassicurarvi. Io adesso comprendo ciò che mi circonda e l’andamento dei tempi. E uno strano senso di libertà si espande mio malgrado e malgrado tutto. E ogni respiro, ogni passo, ogni cenno della mano è stranamente circondato da una sorta di estasi, ancor per me difficile da codificare poiché assolutamente inedita. Come fosse un flusso che si snoda per attorniare ciò che è passato e futuro. E l’istante diviene eterno anche se in sé è racchiusa una pesantezza che condensa la maggior forza possibile. Credo che il mio stato mi permetta spesso di non rendermi conto del passaggio del tempo fisico, nonostante mi ammali, invecchi e si avvicini anche per me la morte. E l’integrità che percepisco non mi rende arrogante richiudendomi, ma leggero e leggiadro, anche di fronte ad una scomoda realtà che spesso credo, probabilmente errando, l'unica possibile. Forse perchè il ricordo delle esperienze è ancor troppo appoggiato come corvo in attesa di debolezza. Sto con l’occhio aperto. Anche l'altro all'occorrenza. L’interezza non mi aliena dalla gioia né dalle carie ai denti. Ho un’inusuale spinta che va al di là dell’amore e dell’odio, della ragione e del desiderio, al di là anche della voglia di vivere. C’è qualcosa nell’aria del Terreno che mi porta ad una specie di risonanza. Sdooòng! Mi faccio cassa di risonanza di tutti i possibili stati di vita e in essi mi fondo perdendomi senza alcuna paura. Semmai prudenza. E ho finalmente abbastanza chiaro ciò che voglio e non solo ciò che non voglio. E vi assicuro che non è stato facile scoprirlo, ma semplice sì! Come incubo ogni tanto ritorna alla mia mente quando il vento mi ha ridondato e costretto a sbordare! E filare le scotte non è per me mai stato un grande divertimento. E anche quando il vento mi ha rifiutato costringendomi a bordare, ad abbattere tirandole, le scotte! So che quello che vado esprimendo può sembrare bislacco. Per questo non vi suggerisco le rotte per raggiungermi e sbarcare qui, sul Terreno. Per quanto riguarda la mia passata navigazione, posso dirvi che molto spesso ho dovuto virare a prua prendendo, con la barca, le mure opposte a quelle in cui stavo navigando, andando all'orza fino nel letto del vento, con la prua controvento, e poi puggiando finchè la barca non ha preso le nuove mure. Ma rischio di tediarvi e oltre nelle descrizioni non vado, così che possiate voi liberamente navigare, seguendo ciò che l’esistenza vostra suggerisce, senza sapere né come né quando né se mai succederà che voi mi raggiungiate.
Buona Fortuna!
Capitàn Ostro Gotaròss
13 commenti:
E con questo Capitano, anche l'epistolario si conclude!
(e sia buona la fortuna!)
Mai lettera d'addio (o di commiato) fu più dolce...
Con un groppo in gola attendo nuove escursioni nei mari e nelle terre che vorrai eplorare con le tue parole.
daniele sei gentile gentile allegro gentile!
adesso vediamo
... dove andrò a parare!
Purtroppo le "cose meglio" hanno una fine per non dire un fine.
A quando il nuovo pdf?
A quando l'"Epistolario dei Capitoni"? Prequel? Sequel?
Zigh.
ecco appunto per il pdf ... ho un tipo/grafo di comprovata fiducia che ... fra un po' ... all'uopo ... dovrò ricontattare! stìc!
può essere che apra una rubrica "Essere Capodoglio Oggi"... sul disagio sociale di alcuni mammiferi ...
vabè
nunzò
(grazie!!!)
il Tirreno forse
dovremmo trasferirci
tutti sul Tirreno nelle
alpi Apuane forse... nunzò
non SPARATE SUL PIANISTA...
dimenticare dimenticare... in
fondo l'IO è un'EScrescenza a volte
fastidiosa a volte ma spesso sì...
parecchi fastidiosa... a volte vorrei essere apparecchio AReoplano
EQUIlone equidistante a mezzo... tramezzino wuerstel salamino piccante funghi e cipolla... ma ti pensi a come la cipolla stia scomparendo dal menù delle pizze?
PERCHé?
PER CHI?
PERICLE VINSE A SALAMINA O A SARATOGA O ALLE PIRAMIDI... nuvole nel vento, la signora PEDEKARIS, il vento e il leone la SCOZIA libera e dipendente...
io ionio
lo ionio è un'escrescenza a volte fastidioso per lo iodio forse
perchè la cipolla?
perchè bàrano
con bàrak
e via di seguito così
come le nuvole che passano nel vento
SPQR
Sono
Pazzi
Questi
Raminghi (del mar)
capitàn oh mio capitàn
maghehofattoiopermeritarmiguesto?
Sembrerà vanale, anche tanale, per non dire lanale, ma mi spiace tanto che sia finito l'epistolario.
(però ho fiducia di trovare un qualche messaggio in una bottiglia sulla spiaggia)
Siamo Pazzi Quando Remiamo!
uelà BìPpins!
Skiri hai visto che casino che c'è in giro? giornali carte libri calzini felpe maglioni piatti bicchieri tutti sparsi ...
il giovedì il casino è al suo massimo!
capitano...virare hai virato..ma che mal di terra..
anche questo mal nel mar si disperderà!
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