La distinzione fra la libertà degli antichi e la libertà dei moderni risale allo scrittore liberale francese Benjamin Constant, che la espose in una celebre conferenza parigina del 1819, La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni. Le tesi principali di questa conferenza, che ha luogo in epoca di Restaurazione, sono le seguenti:
1)la libertà degli antichi è autonomia politica collettiva; quella dei moderni libertà privata individuale;
2)l'errore fondamentale della Rivoluzione francese fu la pretesa di realizzare la libertà degli antichi in una situazione ove era attuabile solo quella dei moderni.
1)la libertà degli antichi è autonomia politica collettiva; quella dei moderni libertà privata individuale;
2)l'errore fondamentale della Rivoluzione francese fu la pretesa di realizzare la libertà degli antichi in una situazione ove era attuabile solo quella dei moderni.
L'autonomia politica collettiva degli antichi
Secondo Constant, una delle differenze più importanti fra la politica antica e la politica moderna, è il carattere rappresentativo dei nostri governi, che era del tutto assente nelle poleis greche, democratiche o aristocratiche che fossero, e negli altri regimi dell'antichità. Essendo il potere politico gestito senza mediazioni, la libertà degli antichi consisteva nell'esercitare collettivamente, ma direttamente, molte funzioni della sovranità. Questa libertà collettiva era compatibile con l'asservimento completo dell'individuo all'autorità dell'insieme, che si manifestava con istituti come l'ostracismo ateniese e il controllo censorio della vita privata spartana per opera degli efori. Gli antichi erano "macchine di cui la legge regolava le molle e faceva scattare i congegni".
La libertà privata individuale dei moderni
Di contro, oggi - dice Constant - per libertà s'intende il diritto di essere sottoposto soltanto alla legge, di non essere arrestato, né tenuto in carcere, né condannato a morte, né maltrattato per la volontà arbitraria di uno o più individui,.il diritto di esprimere la propria opinione, di scegliere il proprio lavoro e di esercitarlo, di disporre ed abusare della propria proprietà, di associarsi con chi preferisce, di esercitare la propria influenza sull'amministrazione del governo. In breve, la nostra libertà è il "pacifico godimento dell'indipendenza privata."Solo ad Atene, secondo Constant, ci sono tracce di questa libertà privata: Atene, infatti, era una città di commercianti. E interesse del commercio è la libertà dall'interferenza del potere pubblico, che ostacola i traffici con pastoie autoritarie, in nome di fini diversi dal guadagno e dalla soddisfazione dei desideri individuali. Lo scrittore francese arriva a dire, identificando evidentemente la libertà delle donne con la loro libera accessibilità sessuale, che gli Ateniesi erano tolleranti con le loro mogli in materia di adulterio - quando, a voler credere ad Aristotele, una simile tolleranza aveva luogo nell'aristocratica Sparta e non certo nella democratica Atene, ove la dipendenza delle donne era totale. Non necessariamente la libertà della sfera privata comporta anche la libertà di coloro che in questa sfera vivono, soprattutto se si tratta di donne e di bambini.
L'impraticabilità moderna della libertà antica
Secondo Constant, l'autodeterminazione politica continua ad avere un grande valore, perché è un mezzo essenziale per conoscere e migliorare noi stessi tramite la discussione pubblica; ma la libertà degli antichi non è più praticabile per quattro motivi fondamentali:
1)Maggiore è l'estensione dello stato, minore l'importanza politica del singolo cittadino, tanto da rendere poco proponibile il sacrificio della libertà privata alla partecipazione politica.
Secondo Constant, una delle differenze più importanti fra la politica antica e la politica moderna, è il carattere rappresentativo dei nostri governi, che era del tutto assente nelle poleis greche, democratiche o aristocratiche che fossero, e negli altri regimi dell'antichità. Essendo il potere politico gestito senza mediazioni, la libertà degli antichi consisteva nell'esercitare collettivamente, ma direttamente, molte funzioni della sovranità. Questa libertà collettiva era compatibile con l'asservimento completo dell'individuo all'autorità dell'insieme, che si manifestava con istituti come l'ostracismo ateniese e il controllo censorio della vita privata spartana per opera degli efori. Gli antichi erano "macchine di cui la legge regolava le molle e faceva scattare i congegni".
La libertà privata individuale dei moderni
Di contro, oggi - dice Constant - per libertà s'intende il diritto di essere sottoposto soltanto alla legge, di non essere arrestato, né tenuto in carcere, né condannato a morte, né maltrattato per la volontà arbitraria di uno o più individui,.il diritto di esprimere la propria opinione, di scegliere il proprio lavoro e di esercitarlo, di disporre ed abusare della propria proprietà, di associarsi con chi preferisce, di esercitare la propria influenza sull'amministrazione del governo. In breve, la nostra libertà è il "pacifico godimento dell'indipendenza privata."Solo ad Atene, secondo Constant, ci sono tracce di questa libertà privata: Atene, infatti, era una città di commercianti. E interesse del commercio è la libertà dall'interferenza del potere pubblico, che ostacola i traffici con pastoie autoritarie, in nome di fini diversi dal guadagno e dalla soddisfazione dei desideri individuali. Lo scrittore francese arriva a dire, identificando evidentemente la libertà delle donne con la loro libera accessibilità sessuale, che gli Ateniesi erano tolleranti con le loro mogli in materia di adulterio - quando, a voler credere ad Aristotele, una simile tolleranza aveva luogo nell'aristocratica Sparta e non certo nella democratica Atene, ove la dipendenza delle donne era totale. Non necessariamente la libertà della sfera privata comporta anche la libertà di coloro che in questa sfera vivono, soprattutto se si tratta di donne e di bambini.
L'impraticabilità moderna della libertà antica
Secondo Constant, l'autodeterminazione politica continua ad avere un grande valore, perché è un mezzo essenziale per conoscere e migliorare noi stessi tramite la discussione pubblica; ma la libertà degli antichi non è più praticabile per quattro motivi fondamentali:
1)Maggiore è l'estensione dello stato, minore l'importanza politica del singolo cittadino, tanto da rendere poco proponibile il sacrificio della libertà privata alla partecipazione politica.
2)L'abolizione della schiavitù ha eliminato il tempo libero da dedicare alla politica: oggi tutti devono lavorare.
3)Il commercio, che pervade capillarmente la vita delle nazioni, non lascia, come la guerra, intervalli d'inattività: gli individui preferiscono dedicarsi alle speculazioni (economiche) piuttosto che alla discussione politica.
4)Il commercio ispira un amore intenso per la libertà individuale di soddisfare i propri desideri, che mal si concilia colla sophrosyne richiesta al cittadino antico.
La libertà dei moderni come libertà degli idioti?
Molto probabilmente, più di un Greco antico avrebbe visto questa libertà, nel suo tipo ideale, come una libertà degli idioti [idios= privato, scemo]. Le cose che hanno veramente un valore sono quelle compiute gratuitamente e liberamente: solo i poveri e gli schiavi sono legati dalla necessità al lavoro. E solo un idiota può vivere in questo modo per propria volontà, cioè senza esserne costretto. In particolare, la democrazia ateniese del V secolo attribuiva un grande valore all'attività politica, a giudicare da quanto Tucidide mette in bocca a Pericle, che commemora i caduti della guerra del Peloponneso:
Siamo i soli a considerare chi non partecipa [agli affari pubblici] non già inerte (apragmon) ma inetto (achreios). (II, 40,2)
Inoltre, un Greco avrebbe probabilmente messo in dubbio che le libertà civili siano davvero al sicuro in un regime con una partecipazione politica limitata, ritualizzata, elitistica: un potere nei confronti del quale sono passivo, definisce anche le mie libertà private a suo arbitrio.
La libertà dei contemporanei
Fino a circa tre decenni fa, le condizioni della libertà dei moderni di Constant erano anche le nostre: la libertà dei moderni era la libertà del mercato, a prezzo di una limitazione alla partecipazione politica e di una rinuncia all'autonomia del tempo libero. Ma oggi si devono mettere in dubbio almeno i punti (2) e (3) dell'argomentazione dello scrittore francese. Il lavoro, tranne che per un'élite di privilegiati e per la massa di sfruttati del mondo non "occidentale", sta diventando superfluo, grazie alla meccanizzazione e all'automazione. Ci troviamo con una enorme quantità di tempo libero, che è tempo vuoto, esposto alla colonizzazione commerciale dei divertimenti a pagamento e della pubblicità, se pensiamo la nostra vita come finalizzata esclusivamente al lavoro, al commercio e alla soddisfazione dei bisogni che altri si occupano di suscitare in noi.
Da: www.swif.uniba.it/
3)Il commercio, che pervade capillarmente la vita delle nazioni, non lascia, come la guerra, intervalli d'inattività: gli individui preferiscono dedicarsi alle speculazioni (economiche) piuttosto che alla discussione politica.
4)Il commercio ispira un amore intenso per la libertà individuale di soddisfare i propri desideri, che mal si concilia colla sophrosyne richiesta al cittadino antico.
La libertà dei moderni come libertà degli idioti?
Molto probabilmente, più di un Greco antico avrebbe visto questa libertà, nel suo tipo ideale, come una libertà degli idioti [idios= privato, scemo]. Le cose che hanno veramente un valore sono quelle compiute gratuitamente e liberamente: solo i poveri e gli schiavi sono legati dalla necessità al lavoro. E solo un idiota può vivere in questo modo per propria volontà, cioè senza esserne costretto. In particolare, la democrazia ateniese del V secolo attribuiva un grande valore all'attività politica, a giudicare da quanto Tucidide mette in bocca a Pericle, che commemora i caduti della guerra del Peloponneso:
Siamo i soli a considerare chi non partecipa [agli affari pubblici] non già inerte (apragmon) ma inetto (achreios). (II, 40,2)
Inoltre, un Greco avrebbe probabilmente messo in dubbio che le libertà civili siano davvero al sicuro in un regime con una partecipazione politica limitata, ritualizzata, elitistica: un potere nei confronti del quale sono passivo, definisce anche le mie libertà private a suo arbitrio.
La libertà dei contemporanei
Fino a circa tre decenni fa, le condizioni della libertà dei moderni di Constant erano anche le nostre: la libertà dei moderni era la libertà del mercato, a prezzo di una limitazione alla partecipazione politica e di una rinuncia all'autonomia del tempo libero. Ma oggi si devono mettere in dubbio almeno i punti (2) e (3) dell'argomentazione dello scrittore francese. Il lavoro, tranne che per un'élite di privilegiati e per la massa di sfruttati del mondo non "occidentale", sta diventando superfluo, grazie alla meccanizzazione e all'automazione. Ci troviamo con una enorme quantità di tempo libero, che è tempo vuoto, esposto alla colonizzazione commerciale dei divertimenti a pagamento e della pubblicità, se pensiamo la nostra vita come finalizzata esclusivamente al lavoro, al commercio e alla soddisfazione dei bisogni che altri si occupano di suscitare in noi.
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3 commenti:
tutto molto sordo
e accapacciato
ottuso alquanto
si sente pure
all'inizio
il mezzo cane che
guaisce
ringhia e ulula.
p.s. molto bene
molto bene
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