martedì, marzo 27, 2007

lettera in coincindenza


mentre approntavo un post sulla famiglia... da un libro, datato, di antropologia culturale è spuntata una lettera... dal passato... dall'altroieri?

Bari, 12/03/94 01.42

Cara Alba,
questa lettera avrei dovuto scriverla qualche mese fa, per scusarmi del "pasticcio". Tu sai di che cosa parlo e per ora non ho voglia di riepilogare o tornarci senza necessità.
Piuttosto: il timore che questo "pasticcio" ritorni ... e non sapere che fare, prima e durante (perché dopo ci sarebbe davvero poco da fare, magari da riparare...).
In quei giorni, all'inizio dell'anno, avevo sperato nella mia Forza. Avrei voluto da una parte vincere il tuo "fastidio" e, dall'altra, trasformare in positivo i sentimenti di Loredana (avrei voluto dare Forza anche a lei - questo soprattutto!). Purtroppo non è accaduto nulla di eccezionale ma questi sono Piani che non si possono prefigurare, possiamo parlarne soltanto dopo (in buona parte a condurre questo discorso è il vecchio vizio razionalista di leggere il passato come Disegno). No, non vi era un Disegno, vi era però, nel mio corpo, un Sentimento diffuso, ancora incapace - tuttora - di farsi Idea. Questo sentimento prefigurava una relazione diversa tra me e Loredana - una relazione che non avesse bisogno di separarci dal mondo esterno per unirci - ed una amicizia fatta di Chiarore anche tra me e te, senza la necessità di escludere Lory. Di tutto questo non c'è che dire: per ora rimane la mia debolezza, il tuo fastidio e la vulnerabilità di Loredana.

Perchè ho scritto tutto questo? Un po' per esorcizzare il non-detto che grava tra noi, un po' perché ti sentivo nervosa durante la telefonata ed un po' per introdurre qualcosa che avevo da dirti.
Credo che il mio "vizio" sia stato quello di relazionarmi a te come ad una Maschera, più che ad una persona. Così alla mia persona ho sostituito la sua Rappresentazione. Al posto di Angelo ed Alba si sono trovati unaMaschera ed una Rappresentazione. Questo mi ha consentito di trasfigurare il nostro rapporto in qualcosa di "immediatamente sentimentale", anche se semplicemente pronunciato ma soltanto se mantenuto dentro la Distanza tra le persone reali. In modi più immediati, quando uscisti dalla mia casa, provai - e quindi trovai - questa Smentita. Mi sono sentito stupido e sconfitto, e senza modulazioni carine tra questi due termini. Il giorno dopo avrei voluto chiamarti ma non avrei trovatole parole, nè ero così sicuro di voler fermare il gioco: i miei comportamenti avevano preceduto la coscienza. Così le mie richieste avevano già assunto la modulazione più consona alla realtà, quella del gioco non della certezza: ti avevo chiesto di "fare un esperimento" e tu (in)giustamente avevi detto che non volevi essere la "cavia". Io ti risposi (giustamente): "saremo la cavia uno dell'altra". Volevamo - a nostra detta - scoprire se eravamo uno il compagno dell'altro, eppure la risposta era già scritta. Il problema è appunto che questa risposta rimane soffocata quando tra noi subentra la Distanza. Il pensiero stesso di scriverti induce in me un atteggiamento sentimentale (e così, di seguito, l'idea, soltanto a coltivarne il pensiero, di tradire Loredana - ed è questo atteggiamento il tradimento reale): perchè? la risposta che mi sono dato è quella che introduce questo paragrafo. La scrittura è una Rappresentazione di sè, un surrogato del proprio corpo, un sostituto capace di presentarsi come l'altro conviene. Andando a ritroso sembra di scorgere nel nostro passato un'idea immediata di inadeguatezza: tu non mi avresti mai amato dovevo dunque affascinarti, mettere in scena uno spettacolo di me che potesse piacerti. Ed infatti ti scrissi una lettera. Inizialmente il gioco si fece innocente, perchè è un gioco naturle, è il gioco dell'innamoramento, ma poi accadde che il gioco si svuotò lasciando solo una secca smentita. Io non l'accettai e diventai furioso come tu non sospetti. E' da questa rabbia che è nata la Maschera. Ti ero amico e non ero capace di farti del male, come avrei voluto - o forse ne ero incapace per codardia, di certo è che mi attrezzai ad essere crudele e premeditato.

(E' da circa dieci minuti che non scrivo e la mia mente ha aperto cassetti di ricordi confusi, come se vivessi sui ricordi di un'altra persona di cui non capisco il senso, ricordi senza nome, senza luogo, senza relazioni, incubi! angosce pronte a trasformarsi in vaghe raffigurazioni senza attori. Cos'è questo mio "passato"? Prima - da giovane - dicevo di non ricordare la mia infanzia. Ora, posso dire di avere un disegno preciso della mia infanzia, fatto di pochissimi ricordi ma chiaro nella sua globalità, al contrario di questa età di mezzo - questa lunga età di mezzo che inizia dall'adolescenza (dalle mie mani che stringono - le spalle ai familiari - lo schienale di una poltrona, e dentro la tempesta di rabbia inesposa che mi lacera il cervello e la pancia, e poi la voce di mia madre "è pronto": io non odiavo nessuno ma odiavo tutto) e finisce non so dove, in un ieri che inizio a sentire finalmente come "l'altroieri" - poichè si tratta di adolescenza protratta oltre -, di questa giovinezza mancata io non ricordo il protagonista, io non so chi l'abbia vissuta, forse ricordo il mio corpo, lo riconosco dai suoi difetti ma non ne riconosco l'identità, era un'altra persona ed i ricordi sono privi di circostanze, come se fossi morto e rinato, esattamente così!).

Ho richiuso i cassetti e mi accingo a rileggere la seconda parte della lettera - superando il fastidio per la mia persona che mi indurrebbe a cancellare tutto (mi sento, in quei momenti, come un robot, un replicante di cui sonoio l'artefice - ricordi Blade Runner? Il replicante si avvicina al suo progettista e gli stringe il viso in segno di affetto. Dice: "Padre..." e poi inizia a stringere la morsa stritolando la testa al suo inventore ...-). Ti invito a rileggerla anche tu.

Forse il Teatro ci avrebbe salvato ... Nel Teatro la mia crudeltà trovò una ragione e misi in cantiere la costruzione della Maschera. E' così che tu sei diventata Baubo. Ed ovviamente non dico te ma il tuo Nome, il tuo ricordo, la tua evocazione, la tua voce, il tuo incontro talvolta. Ovviamente tutto questo sarebbe piena colpevolezza se non l'avessi ritenuto superato reincontrandoti - quanto tempo dopo? -. Improvvisamente mi ero sentito tranquillo verso di te, non vi erano aspettative, non vi erano rancori, però rimaneva una grande attenzione. Ne fui contento. Pensavo che tu appartenessi al mio passato sentimentale ed ora di poterti volere bene. Pensavo anche che quella Maschera corrispondesse alla conoscenza di te, che fosse un ricordo privato od al limite un materiale grezzo per la mia fantasia: ne sottovalutavo il valore. Questo mi ha indotto in due errori, uno verso Loredana ed uno verso di te. Nel reincontrarti la scorsa primavera non seppi distinguere tra l'evocazione del ricordo e quindi l'attivazione della Maschera e l'afflato diretto verso di te. A ben pensarci ho avuto bisogno - anche in quella occasione - della Distanza, ancora una volta. Di chiamarti dall'albergo o da casa di Susy, di incontrarti per strada, ... tutte Messe in Scena ingenue, naturali che però sono state smentite nei momenti di incontro diretto, a casa tua.

Mi è difficile parlare di Smentita, ora che ti scrivo. Anche ora sto infatti scrivendo alla Maschera ed è come scrivere una lettera d'amore: si dice "tu non mi ami" per sentirsi rispondere "non è vero, ti amo".

E' per la stessa ragione che non scrivo "io non ti amo" perchè ho paura che la Maschera si offenda e reagisca, eppure dovrebbe capire che non sto parlando di lei (Lei l'amo, è figlia mia). Sono sicura che mi riuscirebbe molto più facile parlarti di persona, ma questi discorsi non si possono fare di persona. Ho scritto pertanto questa lettera combattendo tra l'idea di averti qui, in carne e ossa, di persona, e la presenza reale della Maschera che il gesto stesso di scriverti evocava. Questa presenza è còsì reale che da qualche minuto sono nel terrore e devo presto chiudere questa lettera che sto scrivendo ormai con un leggero tremore in corpo. Voglio alzarmi e fare un giro esorcizzatore per la casa (e scrivere anche di questo non aiuta ma induce ad una paura ancora più grande).

Tutto questo discorso nasce dall'idea discriverti una lettera: ho messo in osservazione la mia mente e la mia predisposizione "sentimentale" nei tuoi confronti, quel primo passo che recita "Cara Alba, ...".

Ancora una volta mi sembrava di cadere nel tradimento (di Loredana ma anche di me stesso, del mio agire, dei miei sentimenti). Spero per la prossima lettera di poterti scrivere d'altro, una vera lettera in cui io scriva a te, senza Maschere di mezzo (non credere però che io abbia creato questa Maschera durante l'abbandono, l'ho creata davanti ai tuoi occhi, giorno dopo giorno. Il disegno che ti ho mostrato è stato realizzato la mattina dopo ... Ci telefonammo, credo fosse un Lunedì mattina ed io dissi che ti avevo disegnato e parlammo del tuo seno, e tu eri molto divertita di questo - lì è nata per esempio l'idea di te come Modella - potrei continuare ma poi finisce che ti arrabbi ...).

TE LO SCRIVO IN MAIUSCOLO: NE SONO CONVINTO ANCHE IO CHE IL NOSTRO RAPPORTO POTREBBE ESSERE MOLTO DI PIU' SE IO LA SMETTESSI CON QUESTE "MESSE IN SCENA".

Se indovino quello che pensi dimmelo pure, dimmi tutto il "fastidio" che vuoi o che puoi. La mia Speranza è che questo non serva a mettere il dito nella piaga quanto piuttosto a favorirne la cicatrizzazione.

Passo parola.

l'Angelo

p.s. Non lo dimenticavo: IN BOCCA AL LUPO per tutto quanto della tua vita (tesi, alice, ... amore, lavoro,salute). Scusami se ho scritto col computer, sono il primo a soffrirne ... ma è così! Posso evitarti gli abbellimenti, la cosiddetta "formattazione" (giustificato, grassetti, bordi, sottolineati, rientri e così via - è il massimo della naturalezza consentita, inclusi gli errori da tastiera).

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Se Lei sa di cosa parli lui... il fatto che lui abbia o meno voglia di "riepigolare"... sarebbe del dutto indifferente!
Se non che a me pare che lui abbia sì voglia di qualcosa che non è il riepilogo ma il pigolo, o meglio di pigolare il pigolìo.
p.s. m'immagino che non abbia più scritto un'altra lettera.
Ora però vorrei lasciare un commento a codesto post:
AH!!!
bacio
da

ablar ha detto...

Nessuna lettera più e non ricordo di aver vissuto nessun pasticcio. Qualcosa che non chiamerei proprio un pasticcio e comunque ne ero esclusa pur essendone l'oggetto. ho saputo:
lui è sposato con lory, hanno due figli. non fa più cinema. è impiegato in una biblioteca.
AH!
bacio
al

Con-tatto! ha detto...

era questo il tuo post sulla famiglia? io ne sto preparando uno molto trash, cioè di pancia, in questo modo possiamo scambiarci opinioni meno personali e più UNIVERSALIIIII

ablar ha detto...

no non era questo... hai letto la postilla iniziale?
naggia ... non l'hai letto
quello vero è in preparazione!

Anonimo ha detto...

e questo da un libro di antropologia culturale!
Tu pensa che in un' Edda (mai letta) sansoni dell' 82 tradotta da carlo alberto mastrelli qualche mese fa trovai un sollecito di pagamento per una cosa che oggi non ricordo di aver mai comprato.

Più cool sarebbe stata questa conclusione: tu stai con loredana gestendo insieme un bedendbrechfast su uaramaug connecticat in realtà solo per salutare nelle mattinestive filip rot che fa i due passi a rallegranda prostata lui invece (non roth ma lo scrivente disturbato e confuso), diventato istruttore di pilates, si è messo con una ragioniera di bergamo e si è preso i figli di loredana a carico e in casa
Mr conobetti

http://www.raccoon.ilcannocchiale.it/

ablar ha detto...

bravo!
raccoon ... mo' vedi tu!
:) miss conobetty