sabato, marzo 31, 2007

cronaca (plastica)



per caso da un sito che si occupava di golf: l'emozione non è altro che una reazione ad un'immagine che si coltiva nella propria mente.
E' da giorni che in ufficio vago per le stanze dei colleghi cercando un computer libero, il mio si è completamente bruciato ... del resto era del '97; credo che mi abbiano assunto per otto ore giornaliere proprio per permettere a questo fantastico pc di aprire un documento e scrivere due letterine; di tutto sto tempo necessitava. Adesso è morto finalmente.
Fatto sta, nonostante le mie rimostranze che ogni mattina rendevo evidenti con il piglio della professionista (a quanto pare inefficace,son scarsa a piglio!), son rimasta per una settimana senza sapere dove e con che cosa lavorare, vagante per le stanze e come vestita di un certo disagio . Alla fine, dato che "vagante"ero di fatto, ho fatto la "mina" ...
Visionando semplicemente i dekstop, nei vari computer che mi trovavo a tratti a "frequentare", ho capito che di nessun lavoratore dell'azienda conosco il mestiere, cioè il nome del mestiere che è portato a svolgere. Nello stesso tempo un amico mi suggeriva il mio mestiere forse per volontà bonaria di definirmi, non so ... suggeriva un mestiere che avvertivo dai vaghi contorni e che, per riconoscere sono portata a rifarmi ad immagini precise e "dalla faccia bruttina".
Allora, oltre ad azionare la musica a volume sostenuto su ogni pc che a tratti utilizzavo (so dar fastidio!), facevo domande ai colleghi proprio sul loro mestiere... "ma tu? ma che fai? qual'è il tuo lavoro?" ; nessuno sapeva rispondermi prontamente ... e anche loro avevano lo stesso disagio, una specie di imbarazzo a volersi definire, come se ci fosse poi una responsabilità pesante da prendere, una responsabilità "dalla faccia bruttina". E io suggerivo "sei un manager?" "fai il copywrither?" "sei amministratore delegato?" "sei ragioniere?" ... niente ... uno mi ha risposto "io sono pianista in un bordello"... un altro "io faccio il rumeno" (boh) ... " e tu? tu che fai?" ... alla domanda diretta so sempre cosa rispondere "la bidella, mi sembra evidente!". E dicevo loro che ero molto preoccupata, che prima di morire li volevo vedere "sistemati"... con un buon mestiere e che insomma ... avevano anche una certa età. Ma è la flessibilità ... la sera qualcuno mi ha detto che non si chiama più flessibilità, ma plasticità ... il lavoratore plastico, il lavoratore di plastilina, ho pensato io, di cera pongo... pupazzetti...
Poi son andata al sole con tanti fogli in mano da leggere... sparsi ... ogni tanto perdevo il segno e ricominciavo... e ad un tratto leggo una cosa che non so perchè mi emoziona ... "all'improvviso ... non so in che modo ma è accaduto qualcosa di straordinario, come se il sole fosse una ruota di bicicletta coi raggi e questi invece di stare nel cerchio a girare si mettessero a ballare e gli alberi lassù a giocare al ti vedo e non ti vedo ..."
Bellissimo... un'immagine che non solo mi ha detto chiaro in che consiste "lo straordinario" ma mi ha emozionato.
E allora son rimasta tutto il giorno a pensare alle immagini "dalla faccia bruttina" e alle immagini che emozionano, che parlano di qualcosa di straordinario ... e la serenità mi ha presa e mi sono ricordata di me.
Poi la sera sul tardi qualcuno ha detto e cantato "Signori e signore, la rivoluzione inizia tra cinque minuti".