venerdì, marzo 16, 2007

senso di sè


Dunque...
si ha il senso di se più dalle sofferenze che si son subìte che dalle azioni fatte. Per cui risulta difficile liberarsi da suddette sofferenze senza aver la sensazione di perdere sè. Il senso di sè. Però ... si può continuare così? Io per quanto mi riguarda credo di no. Non regge. Non più. Preferisco rischiare. Per quanto possa essere difficile perdersi, liberarsi da quello che mi ha fittiziamente anche reso il senso di me credo che sia rimasta l'unica scelta possibile. Mettendo in discussione tutte le mie ragioni, tutte le mie giustificazioni, tutti i miei aggiustamenti. Che cosa questo significhi in termini reali io non lo so proprio. So, in questo caso quello che sento, e sento che ho passato una vita piena di vite degli altri... per esempio ... e che la mia ancora non la conosco. Cioè non conosco ancora, incredibile a dirsi, di che pasta sono fatta. Non c'è più quel sordo lamento che mi faceva essere forte nelle avversità, quella specie di "strafigaggine" del dolore usato come gioiello (l'acquisizione di sensibilità che diventa una maschera). Se son debole son debole, se son forte son forte... niente giri, niente pietà coperta da compassione finta che colora di invulnerabilità la mia vulnerabilità. Niente puttanate, niente mistificazioni ben colorate di onestà.

Una bella fiamma rossa e gialla col verde del fiammifero che bruci quel qualcosa che non può più riscaldare nulla. Vedo meglio. Mi sento meglio.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

dunque adesso...
senti meglio... e vedi meglio...
Bene!

ablar ha detto...

da un po' veramente ...
non te ne sei accorto?
è da un bel po'... vuoi sapere precisamente da quando mi son ben persa?
(sentirmi meglio non significa essere beata e beota, giuliva e oliva ... olivia, quella di braccio di ferro)

Anonimo ha detto...

Sì,
lo voglio sapere precisamente
visto che usiquesto termine, allora lo voglio sapee precisamente

ablar ha detto...

le prime avvisaglie son state a marzo scorso ... d'estate si sono espresse un po' meglio (le avvisaglie sempre) ... a natale 2006 ... la mazzata finale!
può bastare?

ablar ha detto...

ad essere ancora più precisi in realtà ... hanno inziato a "piegarsi le ginocchia" nel 2005 ... il controllo della situazione mia mi andava sfuggendo ... la resistenza è stata fatta con i denti ... ma invano ... niente controllo e capitolazione (chissà che si può capire e interpretare così?) ... riprese ma ricadute ... fino al segnale forte ... come prima ti dicevo

Anonimo ha detto...

vabbene lasciamo perdere...
come non detto!

ablar ha detto...

ok va bene
:/

Anonimo ha detto...

se dovessi scrivere ora il mio stato d'animo, direi che è simile al tuo, abbiamo bisogno un pò tutti di una fiamma per vederci meglio...
per il mio post occorre scendere in piazza, organizzarsi e protestare , pian piano ce la faremo ma dobbiamo lavorare tutti! un bacio a presto

ablar ha detto...

:)
bravissimo portavoce direi!

ablar ha detto...

volevo dire bravissima ...
bacio a presto spero tanto

Anonimo ha detto...

un altro post da applauso, cara alba. Io al valore della sofferenza non ci ho mai creduto. Un saluto

ablar ha detto...

il problema è oggi (17 oggi?) che son nera ... mi sento meglio "nera" e vedo meglio "nero" ...
P.S. una telefonata a prima mattina delle istituzioni scolastiche! Vogliono a tutti i costi educarmi!
bisou

Anonimo ha detto...

che cosa questo significhi in termini reali io non lo so proprio... secondo me, è un po' debole come frae; presta il fianco ad un sacco di cose che sarebbe meglio evitare; non solo... personalmente, mi sconcerta: uno ti segue nella lettura e poi te ne esci con codesta... con codesta?
Prova a dargli un altro giro, alla frase: una bella mazurka, per esempio: non mi passa nemmeno per l'anticamera del... non ne ho la più pallida... eccetera

ablar ha detto...

mi piacciono le frasi deboli alle volte
... mo' non iniziare ...

Anonimo ha detto...

ho bell'e che fin(i)to.
p.s. in realtà volevo solo frinire

Anonimo ha detto...

... e Perelà?
e l'uomo di fumo?
e Palazzeschi?

ablar ha detto...

perelà non aveva riferimenti futuristi ... era perelà verso pisticci ... per un sacco di tempo, un tempo, non sapevo dove fosse ... poi mi ci sono ritrovata ... e ho capito dove fosse è proprio là
(da cui perelà)

Anonimo ha detto...

Non vorrei creare bisticci
m< pisticci è in toscana... o mi pistacchio?

Anonimo ha detto...

Nuoto con piacere e con buoan voga & lena e sottolineo che ha fatto il suo rientro il caro vecchio gnè... a cosa dobbiamo la sua ricomparsa...

ablar ha detto...

pisticci non ci crederai è in basilicata ... è un posto stranissimo ...
forse succederà che te lo racconterò e forse no
forse
p.s. torna gnè perchè è l'unica possibilità al momento

Anonimo ha detto...

Beh, sì, perdersi, tutto un gioco a incastri, un puzzle un pezzo un pozzo che si scende e ci si fa pazzi a pescare appigli ai bordi coi mattoni di muschio e nel pozzo la puzza d'acqua secca.
Perdersi i pezzi o trovarne altri dalla mancanza, dal vuoto, dalla vita in una roulotte che hai bruciato il gancio e dato in affitto ai piedi bendati.
Farnetico, sarà stata la cotoletta, era doppia un centimetro e mezzo, ed era viva appena ieri.

ablar ha detto...

era viva appena ieri come tutte le cotolette

Anonimo ha detto...

... in basilicata
giusto
ma quale toscana
per fortuna c'è gnè!

Anonimo ha detto...

il senso di sè... continuo a pensare che derivi molto, anche e in maggior parte dalle sofferenze subite... e che non si possa farne a meno: sono le cicatrici che abbiamo che fanno sì che distinguiamo gli uni dagli altri... altrimenti c'è solo carne: carne tremula?
A pensarci bene, la frase "non so che significhi in temini reali" si spiega col fatto che poi dici... io sento così e così: per cui quel che senti, significa per te eccetera...
Quando dissi che la frase prestava il fianco, era solo un giudizio estetico: la "sentivo" lì come un black macigno; non tenerne conto.

ablar ha detto...

ok grazie.
Il problema del senso di sè legato alle sofferenze non è dato dal fatto che queste hanno fatto in modo di "crearci come singoli" e che va bene, è il fatto che le stesse sofferenze vengano perpetuate in ogni dove per ripetere il loro copione anche se la lezione è stata più che appresa ... questo è il problema... la coazione a ripetere è il problema ... ed è una cosa così tenace, così forte ... che alla fine si può pensare che questo attaccamento a prendere sempre le stesse lezioni già apprese, sia un fatto non individuale singolo, ma questione umana, del genere umano ... a seguire un simile ragionamenteo non si può arrivare ad altro che sia io come individuo che il genere umano è spacciato ... come tu dici ... non siamo destinati!
E alle volte siccome è troppo troppo coerente il discorso ... io mi dico ... e se c'è altro? che io o la mia mente non controlla, non conosce? non sa? E se la vita avesse essendo vita anche delle piacevoli sorprese? Perchè se esiste il buio è perchè esiste la luce e non viceversa ... non viceversa a dispetto di quello che si può pensare

Anonimo ha detto...

Non c'è più quel sordo lamento che mi faceva essere forte nelle avversità,

parli di me???

mi rincuora leggere che la pasta di cui si è fattE resta oscura non solo a me. Tardona, io sono tardona...ma finchè c'è vita c'è pasta da scoprire. e poi e me la tua pasta... piace :)

ablar ha detto...

sì sì
la so far bene!
:)

ablar ha detto...

tardona rispetto a che?
bppina ... stiamo solo giocando d'anticipo! ;)