domenica, gennaio 13, 2008

colleghi


Alla fermata dell’autobus, seduti sotto una pensilina, due colleghi, un uomo e una donna, aspettano.
Lui: …
Lei: …

Si avvicina un barbone a Lui e chiede qualche spicciolo.
Lui: (fa cenno di non avere soldi)
Lei: (guarda Lui)
Il Barbone guarda la donna e declama: “To lead you to an overwhelming question... Oh, do not ask, "What is it?" Let us go and make our visit… una sigaretta, buona signora… Eh?”
Lei: (offre una sigaretta al barbone sorridendo senza aver capito una parola)
Lui: (stende le gambe, mettendo le mani nelle tasche del giaccone)
Il Barbone si allontana con la sigaretta spenta.
Si avvicinano due signore anziane e guardando la coppia una di loro borbotta: “ in questa città non se ne può più … tutti sti ‘mbriachi, sti extra comunitari, e màchine … sto sindaco è!”.
E l’altra: “è il governo, a politica, magnano ebbasta!.”
Un clacson suona insistentemente per richiamare qualcuno o qualcosa. “macchetesòni? Ahò e abbasta … e sona sona!” E l’altra: “se vede che gliè piasce a musica gliè piasce!”.
Lui: (si guarda attorno)
Lei: (si mangia un'unghia)

Si siedono accanto a loro due uomini in giacca e cravatta.
Uno dice all’altro: “Sono andato a giocare … ho sbancato ah ah!”
L’altro: “oh una volta sono entrato in un casinò della Germania dell’Est e mi hanno chiesto se avevo una pistola, in inglese … all’inizio non capivo … insomma avevano un guardaroba per le pistole eh eh, ma tu pensa!”.
Lui: (incrocia le braccia)
Lei: (si accende una sigaretta e si alza)
Il primo uomo in giacca e cravatta riprende: “insomma … ad un certo punto sono entrati cinque greci con bodygard e donne bellissime al seguito e puntavano mazzi di euro, non le fiches … direttamente mazzetti da 5000 euro su vari numeri … e noi con le nostre fiches da 5 o 10 euro … ah ah … erano armatori, sai i greci …”
Lei: (scruta la strada e fa cenno a Lui di alzarsi, sta arrivando l’autobus)
Lui: (la raggiunge)
Lei: (sale sull’autobus)
Lui: (mentre sale) … che c’è di interessante in tv stasera?
Lei: … la storia siamo noi.

sabato, gennaio 12, 2008

passare dall'altra parte

la banda degli onesti

domenica, gennaio 06, 2008

L'Appeso (seconda parte)

Questo post è la seconda parte di un dialogo scritto con Giovanni Grillo che inaugura il tag "a quattro zampe". Di conseguenza è assolutamente da leggersi dopo aver letto la prima.

-ovaie o no, la volontà quale fenomeno interessa solo la psi... è psicologo lei? e magari la pagano anche... forse è meglio che mi offra un negroni, però... le prendo un "però" in prestito. (si siedono al tavolo del bar).

- volontà come fenomeno? io sono una volontà disoccupata, un fenomeno liberoprofessionista, se vuole cerco in un secondo anche una prima psicoccupazione così le applico gli interessi al mio "però" ... (fa cenno al cameriere e arrivato questi ordina 2 negroni) sa? ha un'adorabile macchia solare sotto lo zigomo ... (prima della reazione di lei) perchè era così importante non perdere la coincidenza? se posso chiedere senza apparire indiscreto ...

- Certo, lei può chiedere e io rispondere... d'altra parte non ho nulla da perdere, fatta eccezione per la pazienza... (il cameriere posa i bicchieri sul tavolo, la donna beve un paio di sorsi). Peccato che in questo bar non si possa fumare ... dicevo ... la pazienza ...alla perdita della suddetta si può sempre rimediare andandosene (beve) ... e a Milano mi attendeva la possibilità di farlo, intendo ... andarmene senza sofferenza alcuna. Me l'ero studiata per benino, sa? Farmi suicidare da ... un po' come ... reputo che non vi sia niente di più comico del sentirsi dire da qualcuno che vuole morire. Lei ha mai avuto questa fortuna? "Voglio morire!" ... nella mia testa seguono grasse risate a seppellire l'interessato ... non dico queste cose per stupirla, certo non credo nemmeno che lei si lasci stupire da queste mie affermazioni, la immagino"uomo di mondo", uno che ne ha viste di tutti i colori al bar Gianni in piazza delle cicale ... (ride) e magari ha fatto anche il militare a Cuneo ... (beve) quest'ultima non è mia, è di Totò, e non quello che visse due volte, poverino, quell'altro, quello famoso... ebbene, io voglio morire ... per quanto le possa sembrare balzana questa idea ... non siete divertenti... e io sono del tutto inadatta a ... è un problema di flessibilità ... (beve) tutto mi affatica (si accende una sigaretta) ... ma lei vuole sapere del mio appuntamento milanese e allora le rispondo ... era fissato con un anestesista, avrei sostituito a sua ins... (il cameriere la invita verbalmente a non fumare). Visto? Non siete affatto divertenti (schiaccia la sigaretta per terra). Dorme? Mi sento confusa ... forse era Como e non Cuneo. Le carte non dicono niente? (si accarezza lo zigomo) Nemmeno quelle stradali?

Nel tempo che lui stette ad ascoltarla bevve a grandi sorsi il suo negroni e spesso si guardava attorno. Erano entrati una giovane coppia con carrozzino e figlio addormentato, con pacchi e pacchettini di un banale shopping in città. Il volto eccitato della donna, che col suo fare voleva evidenziare la sua efficienza come madre e moglie e il viso indifferente di lui, stanco e annoiato, provocarono al nostro, insieme alle parole dell’aspirante suicida, una sottile ma profonda tristezza, ma più che tristezza era qualcosa dal sapore comico avvilente. Questo si bloccò in un mezzo sorriso, di quelli ambigui, da spia in pensione. Pensò in quel momento a quale fosse il suo desiderio più sincero e non ne trovò nessuno veramente onesto tranne quello nascostissimo e incoffessabile di essere dondolato, accolto tra le braccia calde di una donna che le accarezzava le tempie. Il suo sorriso si irrigidì ancora di più. All’arrivo del cameriere che redarguiva la donna, chiese il conto lo pagò e dello scontrino ne fece una barchettina di carta.

- Quindi ha perso la sua occasione … ma come lei sa nella vita se ne perdono tante e altrettante se ne trovano. E’ buffo come ci si dia da fare per degli scopi e degli obiettivi e poi … no? Lei magari vuole morire e di questo ne fa un piano e poi, in realtà può uscire da questo bar e puff! Un incidente, una cosa qualsiasi e lei non c’è più … però però credo di capire, lei il suo piano l’ha preparato e mancato pure, non tanto per morire, quanto per non soffrire più… morire oggi o tra cinque minuti o tra 50 anni non fa differenza … lei ha paura del dolore (riapre la sua valigetta per prendere i tarocchi e ne estrae il libretto ferroviario delle coincidenze).
Ma tu guarda! (sfogliandolo) Lei ha un treno per Milano tra 20 minuti … e il mio tra 15 … non c’è tempo per leggere carte e futuro, ho un appuntamento di pranoterapia da rispettare però però … le posso dire questo … se dovesse mancare il suo appuntamento con l’anestesista sappia che io, proprio io, da un momento all’altro, da un giorno all’altro, in qualsiasi momento nel tempo, potrò colpirla con un’arma da fuoco in un punto preciso dove lei potrà morire all’istante senza soffrire di nulla … così è più tranquilla?

- (scossa) Più tranquilla, dice? In orario per il treno ma in ritardo per l'appuntamento ... è meglio che vada ... (ripone alcuni oggetti in borsa e si aggiusta un ricciolo nero dietro l'orecchio) forse sono ancora in tempo per l'incontro di autocoscienza femminista delle 14. Io... io... credo che lei sia un pazzo furioso, sa? La prego di dimenticarsi di avermi incontrata mai. (si alza dal tavolo, prende lo scontrino a forma di barchetta e lo mostra all'uomo) Grazie del... addio. (si dirige a grandi falcate verso l'uscita, direzione parcheggio delle auto).

In un auto ferma sotto un platano, distante dalla stazione, lui ispezionò il cellulare e il portafoglio di lei. Al cadere di alcune gocce di pioggia sul parabrezza, tra sé e sé, si sorprese a dire “però … però!”.





scritto e diretto da:
Alba Ablar e Giovanni Grillo
interpreti:
Aspirante suicida: Giovanni Grillo
Uomo lucertola: Alba Ablar
La vecchina: la signora Elsa della salumeria
Il cameriere: Franco del Bar dell'angolo
La coppia con carrozzino: due interpreti del film "Caramel" in abiti "civili"

immagine scelta da G.G.
musica scelta da A.A.

Si ringrazia:
Alicia, Imprecario,Lady Grillo, Stephane e Skiribilla

e le FS del paese senza pretese del Comune molto comune.

mercoledì, gennaio 02, 2008

è andata!


Le donne di una certa età fanno corsi di ceramica e regalano le loro opere, pensò Scarmigliata mentre seguiva la terza guerra mondiale. Aveva perso il conto anche questa volta e pensava ai ragazzi dello staff di villa Arzilla che, quando discuteva con gli amici sordi, procuravano subito le gocce di pioggia su di noi per calmare gli animi. Era ben strano scoprire che c’era un’invasione di pidocchi in città e che si vendevano già apparecchi elettrici per debellarli dalle teste di cuoio capelluto, per i pochi capelluti rimasti nelle zone iperabitate dal santo natale. Le aspettative tradivano i figli come i datori di lavoro, e i donatori di sangue scemavano e si facevano scemi con quello che loro capitava. La musica continuava ad andare ed era una fortuna. Il passato si mescolava con il presente e del futuro nemmeno una traccia, se non un sentore ansioso e fastidioso da spiaccicare al muro come la zanzara maledetta vagante nella stanza dal freddo termosifone. A proposito, pensò Scarmigliata, ciao amore che fai niente auguri sì anche a tutta la razza tua oggi ero un po’ depressa perché le jeux son fait rien va plus fate il vostro gioco signori e auguri di buona fortuna. Pensò: adesso faccio un balletto!

domenica, dicembre 23, 2007

feste buone


Una nave dentro una bottiglia non potrà affondare mai, né ricoprirsi di polvere. E’ bella da guardare mentre naviga nel vento... (foto e frase dal film Meduse Etgar Keret e Shira Geffen)
Auguri di
feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone feste buone

giovedì, dicembre 20, 2007

catena veloce veloce


dunque essendo che ho stata incatenata, essendo che il logorio della vita moderna si scatena a natale essendo povera e raminga minga, partecipo alla catena catenizzante di lista bloggers(mi irrita sto termine, ma me ne faccio una ragione) che seguo pedissequamente (avverbio come pochi)

Darioskji
GiovanniGrillo
Imprecario
Luiguida
Femminismo a Sud ex equo con Zuppa (anche se scrive raramentissimamente)

in realtà ne seguo molti altri come immagino si sappia, tanto è vero che lascio la catena catenizzante a Walka che seguo anche pedissequmamen pedissi pediss pè!

giovedì, dicembre 13, 2007

metropolitana

http://www.nodalmolin.com/index.php 15 dicembre 2007

Mentre si è in viaggio per raggiungere l'ufficio, di fronte a simili affermazioni:
"buongiorno a tutti signori e signore sono una ragazza povera aiutatemi vi prego per comprare i pannolini e il latte per i miei figli cheddiovibenedica tanta fortuna alla vostra famiglia e ai vostri figli tanti auguri di buon natale aiutatemi"

A) toccate ferro?
B) recitate in mente un "rallegrati Maria"?
C) vi grattate o fate le corna?
D) cercate gli spiccioli?
E) recitate un mantra buddista sottovoce?
F) pensate alle bollette da pagare?
G) scoppiate a piangere a dirotto?
H) altro

sabato, dicembre 08, 2007

trasloco -ultima puntata


In scena non più scatoloni d’imballaggio, niente televisione, niente radio. Al centro scena solo un materasso a terra. L’uomo e la donna sono sdraiati su, uno accanto all’altro disposti come salami sotto le coperte, distanziati. Lui ha gli occhi chiusi. Lei guarda verso il soffitto.

D: che pensi?
U: …
D: … che stai pensando?
U: … chiedi a me?
D: …
U: …
D: e tu che stai pensando?
U: tu chi?
D: lo chiedevo a me ad alta voce
U: ah
D: penso … finalmente ho fatto all’amore con lui
U: lui chi?
D: come lui chi?con te!
U: ah
D: tu cosa pensi?
U: …
D: ma mi vuoi rispondere?
U: a me?
D: e a chi?
U: pensavo stessi domandantelo ad alta voce!
D: …
U: anche io penso … ho fatto l’amore finalmente
D: con chi non lo dici?
U: con lui …
D: eh?
U: ma insomma… un attimo di silenzio!
D: …
U: hanno portato via tutto … dobbiamo prepararci.
D: ... non proprio tutto …
U: beh … noi ce ne andiamo con le nostre gambine!
D: intendevo dire che ho nascosto una cosa …
U: cioè? … cosa?
D: avevo timore …
U: che stai dicendo?
D: della censura …
U: ma che …
D; ho nascosto un libro… il cosiddetto libro del cuscino …
U: ... eh?
D (trae da sotto il cuscino un libro e inizia a leggerlo a caso) … per soddisfare pienamente la sua compagna, come per nutrire invece di esaurire la sua essenza ed energia, un uomo deve imparare a prolungare l’atto tanto a lungo e a riprenderlo tanto spesso quanto è necessario affinché la sua compagna sperimenti una completa soddisfazione. La Fanciulla Semplice chiama questo metodo “contatto senza dispersione” …
U: (le toglie il libro dalle mani e inizia a leggere a caso) … i preliminari dovrebbero cominciare dalle estremità del corpo… massaggiando mani e piedi caviglie poi continuare con braccia spalle fino al petto , gambe cosce fino all’addome e al petto … massaggiare questi punti genera una grande quantità di energia … se vabbè…
D: (gli strappa il libro dalle mani) senti senti … questo è il dialogo dell’Imperatore giallo con la Fanciulla semplice … l’imperatore chiede: “come posso conoscere quando una donna sente le gioie del sesso? Risposta: “dai cinque segni, i cinque desideri e le dieci indicazioni, osservando questi cambiamenti conoscerete esattamente quello che la donna sente e quello che deve fare l’uomo. Il Primo segno è quando il volto di lei diventa rosso e significa che l’uomo deve passare delicatamente il suo organo sopra e attorno il Monte di Venere di lei. Il secondo segno è quando i suoi capezzoli induriscono e gocce di sudore appaiono intorno al naso. Questo significa che lei è pronta perché l’uomo inserisca lentamente lo Stelo di Giada nella Porta di Giada. Il terzo segno …
U: (riprende il libro dalle mani di lei e continua a leggere in silenzio) …
D: ... ... hai visto che nomi poetici … la Porta di Giada … poi dopo parla del Picco del Loto Rosso, il picco più alto … poi il picco centrale detto dei Gemelli, il più basso è la Porta Oscura o Fiore di Luna …
U: hai studiato vedo?
D: è un testo così poetico! … sarebbe bello no?
U: cosa?
D: no niente …
U: (ritorna a leggere in silenzio) …
D: comunque questo libro lo porto con me …
U: no …
D: come no? È mio!
U: è mio è mio … quanto sei … antipatica, una bambina sembri … “emmmìo!”
D: me lo porto e basta!
U: …
D: …
U: (continuando a leggere) … dove andrai?
D: non so … prenderò una strada a due corsie e andrò …
U: beh … se sono due le corsie potremmo incontrarci …
D: può essere una probabilità…
U: o un imprevisto …

Si sorridono. In scena cala il buio.

mercoledì, dicembre 05, 2007

manca il caffè

Scarmigliata non ricordava più chi era stata. Chi era e cosa sarebbe stata in futuro non sapeva. Camminava sempre per andare nei posti. Un posto qui un posto lì. Luoghi su luoghi. Gente. E non riusciva a pensare niente di preciso. Pensava che tutto ciò che la circondava non le apparteneva. Narcisismo? Pensava. Alienazione? Come ebbe a scrivere qualcuno: cosa mi accomuna a tutto quello che mi circonda? Gente gente gente … per cui per quindi cioè dunque allora ebbene infatti già … che stia per morire? Pensava: gli animali si appartano quando è il momento e quelli sani si tengono alla larga … ma che pensieri!
Il Budda storico dopo tante ricerche e traversie arrivò alla conclusione che ciò che negli esseri umani era realtà condivisa era il dolore. Lo suddivise in quattro dolori principali e quattro secondari. Tutti nasciamo, tutti almeno una volta nella vita ci ammaliamo, tutti invecchiamo e tutti moriamo. E quindi? Scarmigliata cercava di ricordare i secondari … vivere con chi si odia, separarsi da chi si ama, non realizzare i propri desideri e il disordine dei cinque elementi … dunque i cinque elementi erano … erano …roba mentale, tipo la volizione … poi …
Scarmigliata si ritrovò davanti al banco salumeria della signora Elsa che la tolse dall’incantesimo e le offrì un pezzo di cioccolato con le nocciole intere. Scarmigliata non ricordava perché si trovava lì, e cominciò a ispirarsi con la collaborazione della signora Elsa sul da farsi, su cosa serviva … latte pane prosciutto cioccolato con le nocciole intere. Mentre la serviva, la signora Elsa le disse che in quella giornata le erano capitate tante cose. Che cosa? La gente è diventata cattiva, disse, mentre affettava il prosciutto. E sì già cioè dunque allora per cui … perché? Chiese … perché si sente trascurata, rispose Scarmigliata d’istinto. Si sorrisero e conclusero salutandosi che ci voleva molta pazienza. Una volta in cucina Scarmigliata si ricordò perché era andata dalla signora Elsa … mancava il caffè, ecco … e ancora per l’indomani mattina sarebbe mancato. Accidenti!

martedì, dicembre 04, 2007

americano e asiatico

e la differenza!