sabato, gennaio 10, 2009

Dap!




Aspettava per strada sua figlia che era in seduta cranio sacrale. Piovigginava e faceva freddo. Entrò in una farmacia per cercare l’olio di mandorle da regalare ad un’amica da pochi mesi in dolce attesa. L’olio non lo trovò, solo creme antiquesto e antiquello. Mentre usciva un po’ delusa, incrociò con lo sguardo una rivista omaggio che trattava il DAP, disturbi di attacchi di panico. Lo prese ed uscì. In auto ne sfogliò le pagine senza che questa operazione provocasse in lei qualche pensiero o riflessione. Poi andò a prenotare 10 panzerotti fritti per cenare in compagnia. Nei giorni a venire avrebbe passato il tempo sul divano con l’australiana, per niente simpatica. Fu solo una settimana dopo, che sua figlia le ripropose il termine "panico". E fu solo nella serata che le venne in mente in maniera fulminea, quasi come pensiero non suo, che esso governa in assoluta segretezza e profondo silenzio, tutto ciò che appare vivo e giulivo. Oh, pensò, toh! Ma vuoi vedere che ... alla fin fine ...

Il giornaletto, oramai strapazzato sul tappetino dell' auto, parlava di sintomi: non si ha voglia di fare nulla, ci si scorda le cose, oppure la testa è in confusione, o ci si sente sempre stanchi, vittime di propri continui processi di evitamento, e tutto al di là della propria volontà. Tutto potrebbe partire e avere inizio, pensò, dalla paura del "lupo nero" e a quel punto si è bimbi e si corre da mamma. Che è lì ad assicurarti: come può un lupo nero far paura in mia presenza al mio bambino? in città? con tutta sta gente? con questa pioggia e questo rumore? con questo sindaco? E il bambino si tranquillizza e cresce. Diventa giovane. Il giovane ha tanto di quel panico di fronte al mondo che si vuol fare appalesare ogni giorno che, non potendo più ricorrere alla mamma, crea il gruppo e straripa di impeto in compagnia. E nasconde i Dap con la forza che gli è congeniale e la logica ribellione spesso diretta contro la mamma, la quale ha rassicurato rispetto al lupo nero ma per nulla rispetto alla città, a tutta questa gente, alla pioggia e il rumore, al sindaco. In fondo la gioventù come condizione, non è che maggior forza di cui non si sa leggere le modalità d'uso. Forse in questo consiste la sua bellezza, bellezza che può essere riconosciuta solo quando finalmente se ne è usciti. E' anche bellezza di avere il tempo di sperimentare l'illusione di qualcosa e le possibili veritiere stronzate, tutto un tempo per porre le basi future all'intendimento di un mezzo spreco. E poi? Poi ad un certo punto, colti dal panico di non essere abbastanza veloci per qualcosa e per questo fottuti, si pensa a diventare al più presto la città, tutta sta gente, la pioggia e il rumore, il sindaco. E neanche l'operosità costante e frenetica mette a tacere l'ansia di essere in ritardo per qualcosa che ci appare di grande importanza, di cui sappiamo poco e niente. Ed è allora il momento dell'idea di costruirsi un piccolo cantuccio. Per curare e curarsi con gente fidata, macchè gente! ... con un altro solo! macchè con un altro solo ... da soli, macchè da soli! ... a due con le cose in chiaro, anzi ... a quel punto anche più, fare dei figli magari! Per rendere il cantuccio caldo e difenderlo. E allora vai! Vai con l'ansia di non riuscire a far evitare loro tutto questo panico per il lupo nero, la città, tutta sta gente, la pioggia e il rumore, il sindaco, la gioventù, lo spreco, l'operosità, il ritardo, il cantuccio, l'idea ...
La guerra.
Vai vai vai con la preoccupazione di lasciare in eredità al futuro i mezzi per placare tutto il panico del mondo, e anche il proprio. Dap! Dap! Dap!

Questo pensò, in un lampo.

Poi riprese il giornaletto e a caso si soffermò su : Dap, sentirsi come estraneo a se stesso, percepire la realtà esterna come estranea.

E allora chiuse la macchina e, sorridendo con ironia levantina, si allontanò.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

da una parte la figlia in seduta cranio sacrale... dall'altra l'ironia levantina... in mezzo lou reed il freddo la piaggia la farmacia... mi sa che hai fatto centro un'altra volta, ancora!!

ggrillo ha detto...

occhio che al dap si risponde col tso.

ablar ha detto...

x Darios: spero un giorno mi risulterà chiaro questo centro che centro, ancora!

x ggrillo: occhio che aver troppo occhio per il tso porta velocemente al dap!

ggrillo ha detto...

caz!

gians ha detto...

un caro saluto, certo che io non ti dimentico. :) notte.

ablar ha detto...

un caro saluto
bravo
grazie

Daniele Mocci ha detto...

Bellissimo!

Come vorrei che "chi dico io" leggesse queste tue parole... anzi, le capisse... anzi, le pensasse... anzi, le avesse scritte "lui/lei"... anzi, ne avesse paura... rispetto... piacere...

anzi...

ablar ha detto...

uh che bello!
grazie Daniele!
ma ... anzi?
anzi che?

ladani ha detto...

ciao ablar te quiero mucho

ablar ha detto...

pur'io!
(strasbiciuks!)