giovedì, luglio 17, 2008

capitan Imperitur Libech



Illustrissimo,
siamo in bonaccia da non so quante ore e stiamo procedendo lentamente a motore, aspettando l'arrivo del vento.
Sopra di noi e' passata una piccola depressione che avrebbe dovuto darci una 15ina di nodi da nord/est, ma per ora non si e' visto niente. Sono un po' depresso e fa anche molto caldo. I viveri stanno per esaurirsi e la nafta anche. C’è stato anche ieri un tentativo di ammunitamento della ciurma, sedata non sai con quale fatica. Il tutto è iniziato dagli ordini che avevo dato ai fedelissimi di non far rientrare i marinai nelle loro cabine. Come tu sai tutti i marinai hanno con se pacchi di viveri amorosamente confezionati dalle mamme o dalle mogli, che loro custodiscono per fare qualche merenda in ricordo dei loro cari. E posso ben capirli, pur essendo orfano e in qualche modo scapolo. Ebbene, il mio ordine verteva a dissipare il più possibile l’evento di una dieta forzata per l’intero personale della nostra nave, considerando il bene comune rispetto a quello individuale. L’intento era quello di inventariare i possessi alimentari dei marinai per renderli beni di sussistenza comuni. Ma come puoi immaginare, l’ordine non è stato accolto di buon grado. L’egoismo umano alle volte è sorprendente. Molti della ciurma hanno mostrato un comportamento violento verso me come autorità indiscussa della nave e contro i miei fedelissimi soldati che avevo messo a guardia delle cabine in tenuta armata. Alle volte è necessaria la forza per far comprendere quali sono i motivi di tanta autorità atta soprattutto a riportare i nostri miserabili corpi a destinazione. Quale sia questa destinazione, in tempi di assoluto fermo, non sempre è chiaro. Ma quando si è vicini a Dio, le domande sono superflue. Certamente io e i miei uomini abbiamo potuto inventariare il cibo, dividendo quello più generico per la ciurma e quello più ricercato per noi al comando, che in qualche maniera dobbiamo essere ripagati da tutto questo lavoro. Certo, in queste condizioni non è semplice mantenere i nervi saldi e mostrarsi risoluti davanti agli occhi del mondo. Ma è meglio mostrarsi addirittura cinici e bari piuttosto che stanchi e stressati. Qualcuno dei miei ha anche esagerato nell'impressionare con le scarpate il segno della loro momentanea autorità. Li ho subito promossi a maggiori responsabilità in modo da farli calmare nella serena diplomazia di un ruolo con maggiori poteri. Ovviamente ho dovuto punire qualcuno della ciurma esemplarmente, con un digiuno terapeutico dai 3 ai 5 giorni. Sento che se questa situazione dovesse continuare ancora, dovrò senza ombra di dubbio richiedere il tuo aiuto. E’ chiaro che in tal caso il mio buon rendere sarà assicurato. Ma puoi anche immaginare come io preferisca che arrivi il vento, un vento umilmente a me favorevole, senza lasciar tracce di nessuno ostacolo e traversia, che mi faccia filare liscio verso la … verso la … rinascita. La mia rinascita, per il mio riscatto con la vita che tanto mi punì facendomi ... vivere! Come è difficile ammettere che sulla natura noi non sempre possiamo nulla! Come è difficile credere che io, un capitano, non possa ordinare al vento di fare presto e bene qualcosa! Ma le prove che vivo servono anche a rendere sacri i miei momenti di martirio.
Si dice che gli stregoni finnici vendono il vento ai marinai in bonaccia. Il vento lo rinchiudono in tre nodi: se sciolgono il primo, si generava un venticello, sciogliendo il secondo soffia un vento, col terzo un uragano. L’arte di legare il vento in tre nodi, così che più nodi si sciolgono e più forte soffierà il vento, è stata attribuita agli stregoni e alle streghe dei paesi più a nord del globo. I marinai dello Shetland comprano ancora oggi i venti sotto forma di fazzoletti e spaghi, annodati dalle vecchie che pretendono di saper governare le tempeste. Incredibile! Si dice che ci siano delle vecchie megere che vivono vendendo i venti.
Ma io non sono esperto in vecchie. Anzi, le ho sempre rifuggite. Come sai bene, a me piacciono le giovani e belle, fedeli e servizievoli, che con grazia e ignoranza travestita da stupido candore, sanno regalarmi momenti di onanismo puro, come mai da solo potrei concepire. Ah, quanto mi mancano le nostre serate di goliardico divertimento!

Con la speranza di rivederti presto, ti invio i miei migliori auguri per la tua prossima incontrovertibile vittoria.

Capitàn Libèch Impèritur

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piace il comunismo (...) del capitano. E' vagamente in conflitto di interessi...comunque Rousseau apprezzerebbe il voler imporre d'imperio la volontà generale (-:

ablar ha detto...

e invece le megere no!


fischia il vento
urla la bufera
scarpe rotte
eppur bisogna andar
(...)

:)

Anonimo ha detto...

Che dire!
rimango sempre ammunitato nel leggere codeste lettere marinaresche... ammunitato dalla perizia - che in questo caso è l'opposto della pigrizia - dalla precisione di linguaggio e dalla personificazione che sai dare a cose e personaggi... che dire... per leggere di capitan Libech ho impiegato tutta la musica disponibile ma si sa... procedevo a passi felpati, più che felpati, felpatini... avanzavo rasatino rasatino...
Ripeto, rimango sempre stupito dalle proprietà della prosa tua in casi come questi e in altri...
Mi congratulo, mi facilito, e mi ritiro in buon ordine.

imPrecario ha detto...

Mi sento gabbato come un gabbiere!
Bella la storia dei nodi quasi quasi metto un annuncio su EBAY! ;)

ablar ha detto...

x Da: tiritiri? macchè tiritiri!
non tiritirareggiare, dai! ennò!


x Imprek: vecchio megero!!!

gians ha detto...

ho sciolto il terzo nodo, ma sono ancora in bonaccia, devo aver sbagliato qualcosa. :)

Skiribilla ha detto...

I sottoposti non capiscono quando devono stare al loro posto. Cioè sotto.
E protestare contro la divisione più che equa effettuata dal capitano, tu pensa che storia!


(me lo sono sorseggiata anche io, come Dario, lentamente, questa lettera scritta così magnificamente bene, come fosse un bicchierino di rum sulla cassa del morto, per dire)

ablar ha detto...

Gians conoscendoti in maniera sciolì sciolà credo che hai sciolto dei nodi annodati non da megere!
E hai sbagliato!
(bisogna liberarsi dall'immaginario postal market (cit.))

ablar ha detto...

Skiri, mia cara bella e brava brava brava Skiri!
aspettavoti, che piacere che mi fai!
quasi quasi mi faccio un bicchierino di rum!
prosit!

gians ha detto...

è arrivato il vento, infatti parto, a presto ablar. :)

ablar ha detto...

io mi appropinquo!

la zuppa ha detto...

swishh..........
swasccch!

la zuppa ha detto...

jacovitti ti si addice muy bien!!!

ablar ha detto...

:)

ci son cresciuta con jacovitti, ci avevo il diario scolastico

mi fa un sacco ridere
(il teschio con l'occhio cecato!!!)

Anonimo ha detto...

... anch'io avevo un diario
non ricordo più quale
l'anno successivo però non lo comprai... e quello dopo
persi anche o libri...
Venduti!!!

ablar ha detto...

eh già ...
però io conservo ancora il vocabolario di greco!

Anonimo ha detto...

Come fai a sapere che vendetti anche il vocabolario di greco dopo aver ascoltato - ed esserne rimasto stregato - la canzone di venditti nata sotto lo stigma dei pesci?

ablar ha detto...

questa poi non la sapevo!
cioè so della canzone ...
puoi immaginare quante volte questo stigma dei pesci mi è stato propinato ...
non sapevo che tu vendesti di conseguenza il vocabolario ..
emmò?
come si fa?

Anonimo ha detto...

Il tuo... mi pare dica tutto sull'apparente morte dei sentimenti, è un'intuizione che dice tutto, o quasi. tutto su di te e sulla perspicacia tua di te.

ablar ha detto...

ommioddio!

allora non dirlo in giro!
sssst! se no mi ... mi ... uccidono!
aaaaah!

:)

ggrillo ha detto...

I sottoposti stanno sottovento, si sa, megere permettendo.

ablar ha detto...

ih che ci fai qui?
sei rotolato dalla cima?
:)))

ggrillo ha detto...

Troppo vento lassù.

Anonimo ha detto...

olalala iùùù!

Anonimo ha detto...

grande...e che belli i nodi.
io ho un panino (un vivero? un vivere? com'è il singolare di viveri?) un morso a te e a rip ve lo posso pure concedere..

(
ascolta. ho visto batman, che è un gran bel film anche se fatto un po' troppo all'americana, dovevan falro più asciutto e minimale e diventava un capolavur. beh c'è questo joker, che si sa, ha sfuroreggiato, poi povero, è morto, ha sfuroreggiato in un'interpretazione super (ricorda a tratti anche jack nicholson, ma va beh, forse il doppiatore è pure lo stesso) e dice una frase.
-Io piani? Ti sembro uno che fa piani? Io s0ono un cane che abbaia alle auto e se le acchiappa non sa che farsene...
ecco..da dov'è che salta fuori sta cosa? è una canzone?
Pensaci tu se puoi che io mi son svegliato prestissimo.
)

Anonimo ha detto...

grazie davidù!
lo morso volentieri il vivero, il vivante!

(hai capito tutto ... attorno a noi solo castelli di carta del joker. il problema è che se ci crediamo ci caschiamo ... e mi sembra che ci siam cascati alla grande!
E allora ricominciamo!)

ho appena un digiuno di sette giorni per fortificarmi e mi rendo conto che non so più scrivere ... gasp!

bacicchi fluff!