
Gentilissimo,
in questo momento, nel pieno dell’abbrivio, mi faccio presente a me stesso e spesso è una presenza a cui non sono abituato. Mi sento come un paterazzo senza strallo. E di sartie manco a parlarne. Nella giornata mi son ritrovato a caramella per colpi di vento inaspettati. I tempi non sono più a puggiare. Si orza nostro malgrado.
Questo per scriverti dell’abbordaggio di una nave di pirati. Come puoi immaginare qui si è pronti nell’uso di programmi speciali, sia in formazione, sia in professionalità d’uso delle armi. Ma l’inaspettata visita di centinaia di uomini con gli occhi affossati dalla rabbia, ci ha reso pigri. Abbiamo adottato subito l’arma più potente senza mezzi termini. Molti di loro hanno cercato di raggiungerci a nuoto. Abbiamo bordeggiato tanto da farli desistere. Quando sulla nave c’era un numero ragionevole di pirati, ci siamo abbordati con le scialuppe identitarie e i canotti forniti di paratie, abbiamo accostato e li abbiamo accolti nella nostra nave, con tutte le armi della tradizione che contraddistinguono la nostra identità nazionale, che è anche un distintivo di personalità e carattere. Disorientati hanno accettato di buon grado di bere la nostra famosa “cuppa” di tè caldo e fumante. Del resto, o con vento o con bonaccia, col mare grosso o con la pioggia, verso il tardo pomeriggio viene sempre servito all’intero equipaggio, me compreso, per rafforzare i bisogni di comunione di spiriti desiderosi di terra. Questo gesto ha reso i pirati esausti, fradici, feriti e contusi. Quella tazza di tè per molti ha avuto un univoco significato: “Ora sei a casa, è tutto normale, tutto sotto controllo”. Se posso ricavare frutti dalla disillusione, quella che il silenzio della sensibilità possa agevolarci nel non soffrire per il nostro prossimo, è quella che più ha ragione d’essere.
Amico caro, mi chiedo perché tante guerre per la conquista di una confezione di fazzolettini di carta da poter comprare e rivendere! Avvisata la capitaneria di porto abbiamo accompagnato i pirati nelle galere regie, senza incidenti. L’accoglienza dei centri è stata appropriata alla situazione. Ma ora la fallace stanchezza lasca i miei pensieri sul senso del nostro continuo strambare.
Sperando che Iddio mi conceda sempre il pregio di sapermi spiegare, ti invio ancora i miei
Infiniti ringraziamenti
Capitan Avvolèrl Tramontabile