L’APOCALISSE NUCLEARE DI BUSHPostato il 16 ottobre 2006 [ 06:30 ]
DI CHRIS HEDGES
Truth Dig
La portaerei Eisenhower, col supporto di tre corazzate, la USS Anzio, la USS Ramage, la USS Mason e di un sottomarino ‘fast attack’, lo USS Newport News, proprio in questi giorni sta navigando verso lo stretto di Hormuz, presso le coste iraniane. Le navi saranno sul posto e pronte all’attacco dell’Iran prima della fine del mese. Potrebbe trattarsi di un bluff, potrebbe essere una messinscena. Forse si tratta solo di una dimostrazione di potenza militare americana, ma ne dubito. La guerra contro l’Iran – una guerra che scatenerebbe uno scenario apocalittico in Medio Oriente – è probabile prima dello scadere dell’amministrazione Bush [a novembre 2008, n.d.t.]. Potrebbe già avere inizio entro le prossime tre settimane. Questa amministrazione, che si dice consacrata da un Dio cristiano al fine di ridisegnare il mondo, specialmente il Medio Oriente, all’inizio del suo regno individuò tre stati come "l’Asse del Male", e cioè l’Iraq, ora occupato; la Corea del Nord che, perché munita di armi nucleari è intoccabile, e l’Iran.Coloro che non prendono questa retorica apocalittica sul serio farebbero bene a guardare a persone come Elliott Abrams, che contribuì ad orchestrare la disastrosa ed illegale guerra dei Contras in Nicaragua e che adesso è stato incaricato dall’amministrazione Bush a sovrintendere il Medio Oriente per il Consiglio sulla Sicurezza Nazionale. Abrams ha una visione puerile del mondo, secondo lui suddiviso in buoni e cattivi, noi e loro, le forze delle tenebre e le forze della luce, e questa sua strana, crepuscolare mentalità ha fatto presa sulla maggioranza dei decisionisti che ci stanno rovinosamente portando verso un crisi di proporzioni epiche. Queste persone perorano una dottrina di guerra permanente, una dottrina che, come William R. Polk sostiene, è una leggera variante della dottrina di rivoluzione permanente di Leon Trotsky. Queste due teorie rivoluzionarie hanno la stessa funzione, di intimidire e distruggere coloro che sono classificati come oppositori, di creare un’instabilità e una paura permanente e di zittire i propri cittadini che contestano le decisioni delle autorità in tempo di crisi nazionale. I cittadini statunitensi, lentamente spogliati delle loro libertà, sono nuovamente portati, come un gregge di pecore, verso l’abisso. Ma questa sarà una guerra diversa. Sarà una guerra catastrofica che scatenerà gli incubi più ricorrenti ed apocalittici della visione cristiana. Purtroppo nell’entourage del presidente ci sono di quelli che pensano che tutto questo sia stato preordinato da Dio, addirittura il presidente stesso potrebbe pensarlo. L’ipocrisia di questa crociata morale di cui si vantano non sfugge ai cittadini del Medio Oriente. Si sa che l’Iran ha di fatto firmato il trattato di non-proliferazione nucleare, violandone soltanto una codicilla inserita dai vari ministri degli esteri europei, ma non ratificata dal parlamento iraniano. Non contesto quanto si dice sulle intenzioni dell’Iran di sviluppare armi nucleari, e neppure minimizzo il pericolo che questo comporterebbe, se l’Iran dovesse arrivarci nei prossimi 5-10 anni, ma paragonate l’Iran al Pakistan, alll’India o ad Israele. Queste tre nazioni rifiutarono di firmare il trattato e svilupparono in segreto le armi nucleari. Si stima che Israele possegga dalle 400 alle 600 testate nucleari. La parola "Dimona", nome della località dove Israele le produce, per i mussulmani è diventato sinonimo di minaccia, la minaccia che Israele rappresenta per la loro esistenza stessa. Che cosa hanno imparato gli iraniani dai nostri alleati israeliani, pakistani ed indiani?
Visto che ci siamo attivati per destabilizzare il regime iraniano reclutando gruppi tribali e minoranze etniche perché si ribellassero, visto che usiamo termini apocalittici per descrivere ciò che abbiamo in serbo per il regime dell’Iran, visto che altri stati medio orientali quali l’Egitto e l’Arabia Saudita stanno rumoreggiando di voler sviluppare anch’essi l’energia nucleare, e visto che, semplicemente premendo un bottone Israele potrebbe obliterare l’Iran, cos’altro possiamo aspettarci dagli iraniani? Per di più il regime iraniano ha intuito che la dottrina della guerra permanente implica attacchi preventivi e immotivati. Coloro che a Washington premono per questa guerra sapendo ben poco dei limiti e del caos di una guerra quanto poco sanno del Medio Oriente, credono di poter colpire circa 1.000 siti in Iran per distruggerne il suo potenziale nucleare e azzopparne la forza militare composta da 850.000 uomini. Il disastro della recente guerra di Israele al Libano, dove le incursioni aeree israeliane non solo fallirono nel tentativo di sbarazzarsi di Hezbollah, ma ottennero invece che la popolazione libanese si schierasse con i militanti, non è neanche considerato. Dopo tutto questi "pensatori" non è che vivano in un mondo reale… Il bombardamento massiccio di Israele sul Libano non rappacificò 4 milioni di Libanesi. Cosa succederà quando cominceremo a bombardare un Paese di 70 milioni di persone? Come disse il generale Wesley K. Clark, ora in pensione, ed altri sottolinearono, una volta iniziata una campagna di incursioni aeree è solo questione di tempo prima che tu debba mettere le tue truppe sul terreno, oppure devi accettare la sconfitta, come fece Israele in Libano. E se cominciamo a lanciare bombe anti-bunker, missili cruise e bombe a grappolo sull’Iran, questaa è la scelta che dobbiamo fare: o mandarci le nostre truppe sul terreno a combattere una tanto prolungata quanto futile guerriglia o andarcene umiliati. "Siamo un popolo che dimentica facilmente" disse l’ottobre scorso a New York il dr. Polk, un nostro vero esperto di questioni mediorientali, ad una platea di addetti alla politica estera, "avremmo dovuto imparare dalla storia che eserciti stranieri non possono vincere le guerriglie. Gli inglesi lo impararono dai nostri progenitori durante la rivoluzione americana e lo rei-impararono in Irlanda. Napoleone lo imparò in Spagna. I tedeschi lo impararono in Jugoslavia. Noi avremmo dovuto impararlo in Vietnam, e i russi lo impararono in Afghanistan e lo stanno sperimentando di nuovo in Cecenia, e naturalmente lo stiamo imparando noi in Iraq. E’ quasi impossibile vincere contro la tattica di guerriglia. Siamo inoltre un popolo molto vanitoso. Il nostro stile di vita è il solo stile di vita. Dovremmo sapere che non sempre i ricchi e potenti vincono contro i poveri e meno potenti." Un attacco all’Iran farebbe esplodere il Medio Oriente. La perdita del petrolio iraniano, assieme ai probabili attacchi dell’Iran con missili Silkworm alle petroliere ancorate nel Golfo Persico potrebbero far salire il prezzo del petrolio a 110 dollari al barile. Questo sarebbe devastante per l’economia nostra e mondiale, e innescherebbe probabilmente un’enorme depressione globale. I 2 milioni di Shiiti nel Bahrain, Pakistan e Turchia si rivolterebbero con forza contro di noi ed i nostri deboli alleati. Ci sarebbe un sensibile aumento di attacchi terroristici, anche su suolo americano e grandi sabotaggi a pozzi petroliferi in tutto il golfo. Per le nostre truppe l’Iraq diventerebbe un campo di morte perché gli Sciiti ed i Sunniti per la prima volta si unirebbero contro gli invasori. Tuttavia, la nazione che pagherebbe il prezzo più alto sarebbe Israele. E la triste ironia è che quelli che promuovono questa guerra pensano di essere alleati di Israele. Una conflagrazione di questa magnitudine vedrebbe Israele risucchiato in Libano e costretto ad una guerra regionale, una guerra che segnerebbe il capitolo finale dell’esperimento sionista in Medio Oriente. Non a caso gli israeliani hanno chiamato il loro programma nucleare "l’opzione di Sansone". La bibbia dice che Sansone, aggrappandosi alle colonne del tempio, lo fece crollare, uccidendo tutti intorno a lui, insieme a se stesso". Se siete sicuri di voler essere proiettati in paradiso, lasciando le vostre spoglie ai miscredenti, queste notizie dovrebbero rallegrarvi, se invece siete persone razionali, queste potrebbero essere le ultime settimane o mesi in cui beneficiare di quanto rimane della nostra stanca, morente, repubblica e del nostro stile di vita.
Visto che ci siamo attivati per destabilizzare il regime iraniano reclutando gruppi tribali e minoranze etniche perché si ribellassero, visto che usiamo termini apocalittici per descrivere ciò che abbiamo in serbo per il regime dell’Iran, visto che altri stati medio orientali quali l’Egitto e l’Arabia Saudita stanno rumoreggiando di voler sviluppare anch’essi l’energia nucleare, e visto che, semplicemente premendo un bottone Israele potrebbe obliterare l’Iran, cos’altro possiamo aspettarci dagli iraniani? Per di più il regime iraniano ha intuito che la dottrina della guerra permanente implica attacchi preventivi e immotivati. Coloro che a Washington premono per questa guerra sapendo ben poco dei limiti e del caos di una guerra quanto poco sanno del Medio Oriente, credono di poter colpire circa 1.000 siti in Iran per distruggerne il suo potenziale nucleare e azzopparne la forza militare composta da 850.000 uomini. Il disastro della recente guerra di Israele al Libano, dove le incursioni aeree israeliane non solo fallirono nel tentativo di sbarazzarsi di Hezbollah, ma ottennero invece che la popolazione libanese si schierasse con i militanti, non è neanche considerato. Dopo tutto questi "pensatori" non è che vivano in un mondo reale… Il bombardamento massiccio di Israele sul Libano non rappacificò 4 milioni di Libanesi. Cosa succederà quando cominceremo a bombardare un Paese di 70 milioni di persone? Come disse il generale Wesley K. Clark, ora in pensione, ed altri sottolinearono, una volta iniziata una campagna di incursioni aeree è solo questione di tempo prima che tu debba mettere le tue truppe sul terreno, oppure devi accettare la sconfitta, come fece Israele in Libano. E se cominciamo a lanciare bombe anti-bunker, missili cruise e bombe a grappolo sull’Iran, questaa è la scelta che dobbiamo fare: o mandarci le nostre truppe sul terreno a combattere una tanto prolungata quanto futile guerriglia o andarcene umiliati. "Siamo un popolo che dimentica facilmente" disse l’ottobre scorso a New York il dr. Polk, un nostro vero esperto di questioni mediorientali, ad una platea di addetti alla politica estera, "avremmo dovuto imparare dalla storia che eserciti stranieri non possono vincere le guerriglie. Gli inglesi lo impararono dai nostri progenitori durante la rivoluzione americana e lo rei-impararono in Irlanda. Napoleone lo imparò in Spagna. I tedeschi lo impararono in Jugoslavia. Noi avremmo dovuto impararlo in Vietnam, e i russi lo impararono in Afghanistan e lo stanno sperimentando di nuovo in Cecenia, e naturalmente lo stiamo imparando noi in Iraq. E’ quasi impossibile vincere contro la tattica di guerriglia. Siamo inoltre un popolo molto vanitoso. Il nostro stile di vita è il solo stile di vita. Dovremmo sapere che non sempre i ricchi e potenti vincono contro i poveri e meno potenti." Un attacco all’Iran farebbe esplodere il Medio Oriente. La perdita del petrolio iraniano, assieme ai probabili attacchi dell’Iran con missili Silkworm alle petroliere ancorate nel Golfo Persico potrebbero far salire il prezzo del petrolio a 110 dollari al barile. Questo sarebbe devastante per l’economia nostra e mondiale, e innescherebbe probabilmente un’enorme depressione globale. I 2 milioni di Shiiti nel Bahrain, Pakistan e Turchia si rivolterebbero con forza contro di noi ed i nostri deboli alleati. Ci sarebbe un sensibile aumento di attacchi terroristici, anche su suolo americano e grandi sabotaggi a pozzi petroliferi in tutto il golfo. Per le nostre truppe l’Iraq diventerebbe un campo di morte perché gli Sciiti ed i Sunniti per la prima volta si unirebbero contro gli invasori. Tuttavia, la nazione che pagherebbe il prezzo più alto sarebbe Israele. E la triste ironia è che quelli che promuovono questa guerra pensano di essere alleati di Israele. Una conflagrazione di questa magnitudine vedrebbe Israele risucchiato in Libano e costretto ad una guerra regionale, una guerra che segnerebbe il capitolo finale dell’esperimento sionista in Medio Oriente. Non a caso gli israeliani hanno chiamato il loro programma nucleare "l’opzione di Sansone". La bibbia dice che Sansone, aggrappandosi alle colonne del tempio, lo fece crollare, uccidendo tutti intorno a lui, insieme a se stesso". Se siete sicuri di voler essere proiettati in paradiso, lasciando le vostre spoglie ai miscredenti, queste notizie dovrebbero rallegrarvi, se invece siete persone razionali, queste potrebbero essere le ultime settimane o mesi in cui beneficiare di quanto rimane della nostra stanca, morente, repubblica e del nostro stile di vita.
Chris Hedges
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